Assegno unico figli 2022, è ufficiale: ma ci sono delle novità per l’importo

Simone Micocci

27 Dicembre 2021 - 09:34

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Assegno unico figli: via libero definitivo del Consiglio dei Ministri, ma ci sono delle novità per l’importo. Ecco cosa cambia e chi ci perde davvero.

Assegno unico figli 2022, è ufficiale: ma ci sono delle novità per l’importo

È ufficiale: dal 1° gennaio 2022 si potrà fare domanda per il nuovo assegno unico per i figli. Non che ci fossero dubbi a riguardo: tuttavia, il Governo ha dovuto prima prendere atto delle modifiche suggerite dal Parlamento, le quali tra l’altro hanno portato all’introduzione di diverse novità per l’assegno unico universale.

Il testo di legge che istituisce l’assegno unico universale in favore di tutti i nuclei familiari con figli ha raccolto sia il parere favorevole della Commissione Affari Sociali (lo scorso 16 dicembre) che della Commissione Bilancio (21 dicembre), ed è per questo che il Consiglio dei Ministri, pur apportando delle novità importanti al testo originario, ha approvato in via definitiva il provvedimento confermando l’avvio dell’assegno unico figli dal gennaio 2022, con i primi pagamenti che tuttavia slittano a marzo.

Ma quali sono le novità? Cambia l’importo, ma solamente quello spettante ai figli disabili che si trovano nella fascia di età 18-21 anni. Per le altre famiglie non ci sono modifiche: l’importo base è di 175,00€ per figlio, con la possibilità però di beneficiare di maggiorazioni qualora sussistano determinate condizioni.

Assegno unico figli: quali novità

Sono due le novità introdotte ed entrambe favoriscono i nuclei familiari con figli disabili. Come prima cosa il Governo ha deciso d’intervenire sull’importo della maggiorazione riconosciuta ai figli con disabilità nella fascia di età 18-21 anni.

Nel dettaglio, è bene sapere che l’assegno unico figli 2022 viene riconosciuto anche al compimento della maggiore età. Anche in questo caso, così come per i figli minorenni, l’importo viene definito in base all’ISEE e va da un massimo di 85,00€ mensili (con un ISEE che non supera i 15.000,00€) a un minimo di 25,00€. Nel caso in cui il figlio avesse una disabilità, indipendentemente dalla gravità della stessa, si applica però una maggiorazione che nel testo originario ammontava per tutti a 50,00€ mensili.

Ed ecco la novità: accogliendo il parere del Parlamento che chiedeva una maggiore tutela per i nuclei familiari con figli disabili, nel testo definitivo viene stabilito che la maggiorazione nella fascia di età 18-21 anni (non compiuti) sale a 80,00€ mensili.

Ne consegue che, ad esempio, sotto i 15.000,00€ di ISEE l’importo mensile spettante a un figlio con disabilità di 18, 19 o 20 anni, è di 165,00€ mensili, per poi ridursi gradualmente al crescere dell’indicatore.

Altra novità è quella che si applica sopra i 21 anni, quando l’assegno unico continua a essere riconosciuto ma solamente per quei figli con disabilità. Per i figli con disabilità e con più di 21 anni l’importo spettante va da 85,00€ a 25,00€ e anche il testo definitivo dell’assegno unico lo conferma. La novità è che i genitori potranno, pur percependo l’assegno unico, continuare a beneficiare della detrazione per figli a carico.

Assegno unico figli, le stime definitive: chi ci perde?

Adesso che l’assegno unico è stato approvato in via definitiva possiamo fare delle stime finali su chi guadagna grazie a questo nuovo strumento, e chi invece ci perde. Ricordiamo, infatti, che parimenti all’introduzione dell’assegno vi è l’addio a misure come le detrazioni per figli a carico e gli assegni al nucleo familiare.

Ebbene, per circa un milione di figli - tra bambini e ragazzi - l’arrivo dell’assegno unico non riuscirà del tutto a compensare la perdita derivante dall’addio ad alcune prestazioni per il sostegno del reddito.

Secondo le stime dell’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb), il 10% delle famiglie italiane, circa 746 mila nuclei, sarà svantaggiato dall’assegno unico con una perdita annua media di 503,00€ a famiglia, 362,00€ per figli. Per mitigare questa perdita vi è nel provvedimento un’apposita clausola di salvaguardia, una maggiorazione transitoria che vale solamente dal 2022 al 2024, tra l’altro riducendosi negli anni. Per effetto di questa maggiorazione, che vale solo per i nuclei sotto i 25.000,00€ di ISEE che nel 2021 hanno beneficiato dell’assegno al nucleo familiare, nel 2022 413 mila famiglie pagheranno le conseguenze della riforma.

Già nel 2023 andrà peggio visto che la maggiorazione coprirà solamente due terzi della perdita; nel 2024, invece, la compensazione sarà di appena un terzo.

A essere avvantaggiate saranno tuttavia la maggior parte delle famiglie: il 74%, 5,3 milioni con un guadagno di 1.442,00€ annui. Lato figli, il vantaggio riguarda il 77%, con un guadagno medio annuo di 934,00€. Nessuna differenza, invece, per circa 1,2 milioni di famiglie, il 16%.

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