Nei prossimi anni si potrebbe assistere ad uno spostamento del baricentro economico mondiale, nonché delle relazioni internazionali, nel Pacifico. Circa il 40% della produzione industriale globale arriva dal Sud-Est asiatico, dove la concentrazione dei traffici mondiali è molto forte.
L’Asia è un continente in ebollizione e in costante ascesa, dove, oltre alla Cina, il Giappone, la Thailandia e le Tigri asiatiche (Corea del Sud, Taiwan, Hong Kong e Singapore), economie di nuova industrializzazione, potrebbero emergere nuovi attori. Sono quattro i mercati emergenti su cui puntare: Laos, Cambogia, Bangladesh, Birmania.
Pur essendo paesi sostanzialmente poveri e di dimensioni ridotte, sono tra i mercati più interessanti del futuro perché hanno un capitale umano di 231 milioni persone e punti di forza su cui focalizzare l’attenzione per uno sviluppo di lungo termine, che possa agganciarsi all’economia globale.
Energia
Dal punto di vista energetico la situazione è piuttosto favorevole, soprattutto per quanto concerne Birmania e Laos. La prima ha ottime risorse petrolifere e soprattutto di gas. Si stima che nel 2007 avesse depositi pari a 510 miliardi di metri cubi. Il Laos è stato invece definito la “batteria idroelettrica” della zona.
Manodopera
L’Asia è anche simbolo della globalizzazione grazie alla delocalizzazione e al decentramento produttivo, che garantisce ampia disponibilità di manodopera a basso costo. Non è da escludere che le “periferie” del mondo possano diventare un centro grazie alla competitività di una popolazione sempre più numerosa e giovane, contro l’invecchiamento della popolazione che invece interessa i Paesi occidentali.
Libero scambio
In economia internazionale, rappresenta un elemento di vantaggio anche la partecipazione e l’appartenenza ad aree di libero scambio, nonché la stipulazione di accordi commerciali. Birmania, Cambogia e Bangladesh fanno parte dell’Organizzazione mondiale del commercio (WTO), mentre il Laos si appresta ad entrarvi agli inizi del 2013. Inoltre, Cambogia, Birmania e Laos fanno parte anche dell’ASEAN.
L’obiettivo
L’obiettivo futuro e la sfida dell’Asia è quella di sfruttare i punti di forza di questi quattro mercati emergenti come trampolino di lancio per esportazioni concorrenziali e vantaggiose nel resto dell’Asia e dell’Occidente. Un settore trainante è sicuramente quello tessile, soprattutto per Cambogia e Bangladesh, che esporta il 67% di capi d’abbigliamento, l’80% dei quali viaggia verso il mercato dell’Unione Europea.
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