Apple aumenta i prezzi per l’equo compenso e proprio SIAE le dichiara guerra: ma perché?

Titta Trua

2 Agosto 2014 - 09:30

condividi

SIAE vs Apple con un’iniziativa di protesta “creativa”: regalare agli studenti iPhone acquistati in Francia, dove costano meno.

Apple aumenta i prezzi per l’equo compenso e proprio SIAE le dichiara guerra: ma perché?

Come spiegato nel titolo, la SIAE ha dichiarato guerra alla Apple, ma perché? Il tutto nasce a seguito dell’approvazione del decreto Franceschini sull’equo compenso per la copia privata. Apple infatti, da quel momento ha aumentato i prezzi, inserendo sulle ricevute di pagamento la dicitura -impropria a detta della SIAE- “copyright levy”, ovvero tassa sul diritto d’autore.

Da qui, l’azione dimostrativa organizzata dalla Siae che ha acquistato iPhone a Nizza, dove costano meno, e li ha regalati a studenti meritevoli di diverse organizzazioni, come l’Accademia di Santa Cecilia, l’Accademia d’arte drammatica, il Centro sperimentale di cinematografia e ad associazioni attive nel sociale, da Telefono azzurro alla Comunità di San Benedetto, al porto di Don Gallo. Contemporaneamente sono partite tre lettere di diffida alle rispettive sedi in Usa, Italia e Olanda della Apple. L’iniziativa è stata supportata anche dal regista Paolo Virzì e il papà di Striscia la Notizia Antonio Ricci (in platea c’è però anche il presidente della commissione bilancio della Camera Francesco Boccia padre della web tax). Con questa iniziativa il dg Gaetano Blandini lancia un appello a difesa del diritto d’autore e un allarme sulla strumentalizzazione della cultura,

“condannata a vendere", come denuncia il presidente Gino Paoli, «con produzioni sempre più globalizzate, dove l’intercambiabilità dell’autore è sempre possibile».

L’evoluzione dei fatti
La situazione è paradossale però. Proprio la SIAE è stata promotrice dell’aumento dell’equo compenso sui dispositivi in grado di memorizzare dati. Successivamente il ministro Franceschini aveva assicurato in Parlamento che mai e poi mai tale aumento sarebbe ricaduto sul prezzo di vendita dei telefonini. Naturalmente invece, tale aumento è andato a riflettersi immediatamente sui listini, in particolare Apple ha applicato l’aumento al centesimo e ne ha anche spiegato agli acquirenti il motivo! La SIAE a questo punto, punta sul vivo insorge perché le aziende come la Apple non sono state disposte ad accollarsi l’onere di una nuova tassa (perché di questo si tratta poi), che trova la sua spiegazione (logica? Mah...) nel fatto che i consumatori copiano sui propri dispositivi mobili dei file? Alcune situazioni sono davvero difficili da comprendere.

Argomenti

# Tasse

Iscriviti a Money.it

Trading online
in
Demo

Fai Trading Online senza rischi con un conto demo gratuito: puoi operare su Forex, Borsa, Indici, Materie prime e Criptovalute.

SONDAGGIO