Il creatore di Android Andy Rubin saluta il colosso statunitense Google per dedicarsi a una nuova start-up. Scopriamo assieme cosa bolle in pentola in casa Google e team Android.
Andy Rubin, co-fondatore del progetto Android, sta lasciando Google. Secondo il Wall Street Journal Rubin vuole scendere dalla barca del colosso statunitense e investire in un incubatore di start-up nel campo degli hardware. Il suo ruolo a capo della sezione di robotica della società passerà a James Kuffner, ricercatore presso l’azienda e professore alla Carnegie Mellon University .
Dopo il coming out del CEO di Apple Tim Cook di ieri, i piani alti delle più grandi aziende di Silicon Valley hanno deciso di non smettere di fare parlare di sé questo week end.
In una dichiarazione, il CEO di Google Larry Page ha ringraziato Andy Rubin per il suo lavoro. "Intendo augurare ad Andy tutto il meglio per il suo futuro lavorativo, con Android ha creato qualcosa di davvero notevole che ha portato alla felicità più di un miliardo di utenti. Grazie".
Rubin si era originariamente unito a Google come parte dell’acquisizione altamente segreta della società di Android nel 2005. Rubin ha contribuito a trasformare da un semplice progetto di start-up quello che oggi è una pietra miliare del business di Google nonchè il suo sistema operativo mobile più di impatto del mondo. Prima di Gooogle e Android, Andy Rubin è stato CEO di Danger Inc., compagnia che ha creato il telefono Sidekick, e ha collaborato con Apple, General Magic e al progetto WebTV che venne in seguito venduto a Microsoft.
La mossa tuttavia non giunge a ciel sereno. Già lo scorso marzo Rubin si allontanò dal gruppo di sviluppo Android e fu sostituito da Sundar Pichai. Il suo ultimo progetto, come descritto dettagliatamente in un rapporto del New York Times di dicembre, consisteva nella creazione di robot per un progetto al di fuori dei laboratori della società di Google X. Nel 2012 circolavano voci di un possibile abbandono di Ruby, che avrebbe avuto intenzione di fondare una start-up di basso profilo chiamata startup CloudCar, cosa che venne negata con veemenza da Andy Rubin stesso.
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