La ex resistenza a 72,80 dollari ora potrebbe fungere da base di riaccumulazione per le quotazioni del WTI vista l’incapacità di superare la barriera grafica a 75 dollari in prima battuta
Il petrolio WTI gravita attorno ai massimi dal novembre 2014, aggiornati ieri sul filo dei 75 dollari al barile. Le quotazioni sono in trend rialzista da ormai 2 anni e mezzo, dopo cioè i minimi toccati nel primo trimestre del 2016. A sostegno di questa tendenza vi è sia la trendline tracciata con i minimi di giugno e agosto 2017 che la media mobile a 20 periodi, oggi transitante a 61,75 dollari.
L’ultima gamba del movimento è partita il 18 giugno scorso, successivamente al contatto del prezzo con il supporto dinamico prima descritto e dopo la correzione intermedia che ha interessato i corsi fra metà maggio e metà giugno. Il trend ha poi accelerato la scorsa ottava con il superamento dei precedenti massimi di periodo a 72,83 dollari.
Questo livello, ex resistenza, ora potrebbe fungere da base di riaccumulazione per le quotazioni del WTI che vista l’incapacità di superare la barriera grafica a 75 $ in prima battuta potrebbero riprendere fiato ed assestarsi fra i livelli odierni e 72,80 $.
*Il 74% dei conti degli investitori retail perde denaro negoziando CFD con questo fornitore. È necessario valutare se si può sostenere il rischio elevato di perdere il capitale investito.Strategie operative su petrolio WTI
Grafico daily Petrolio WTI; fonte: Bloomberg
L’impostazione rialzista del future sul WTI è chiara, appare perciò rischioso tentare di impostare un’operatività contro trend. Cercare piuttosto punti d’ingresso sulle correzioni, che potrebbero arrivare su un nuovo respingimento da parte dei 74,80-75 dollari. Strategie così impostate avrebbero target a 72,80 e a 72 dollari, ipotizzando correzione del prezzo più profonde, e stop loss a 75,30 dollari.
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