Shanghai Composite vola con le parole di Trump, per l’analisi tecnica è positivo

Ufficio Studi Money.it

25 Febbraio 2019 - 16:30

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L’indice azionario cinese brilla e torna sui massimi di giugno sulla scia delle parole di Trump, più fiducioso relativamente ai negoziati con Pechino. L’analisi tecnica dipinge un quadro costruttivo

I dati intraday e in tempo reale del Grafico Shanghai sono tratti dalle quotazioni di prodotti OTC.

Il principale indice azionario cinese ha festeggiato i progressi tra Usa e Cina in merito alla guerra commerciale fra le due superpotenze economiche.

Particolarmente apprezzate le parole di Donald Trump che si è detto molto soddisfatto dei negoziati, annunciando un rinvio dell’aumento delle tariffe su oltre 200 miliardi di esportazioni cinesi, dazi che sarebbero scattati il prossimo 1° marzo.

Anche Xinhua, l’agenzia di stampa ufficiale cinese, ha riferito di "progressi significativi su questioni specifiche" quali: la tutela della proprietà intellettuale, il trasferimento di tecnologia, le barriere non tariffarie, il settore dei servizi, l’agricoltura e i tassi di cambio.

Trump è più ottimista

Il Presidente Usa ha sottolineato che si tratterà “del più grande accordo commerciale mai concluso, siamo molto vicini”, anche se non ha precisato la durata del rinvio. Ieri sera davanti ai governatori degli Stati Uniti, Trump ha dichiarato che "se tutto va bene, avremo grandi notizie la prossima settimana o tra due".

Lo stallo commerciale ha esercitato effetti negativi su entrambe le economie e ha aggiunto molta incertezza ai mercati globali e all’economia mondiale, già preoccupati per altri fattori come la Brexit e il rallentamento di Germania e Italia.

Analisti concordi: l’economia cinese tornerà a correre nel 2019

Molti analisti sono concordi nell’affermare che dopo il rallentamento registrato l’anno scorso, l’economia cinese tornerà a correre quest’anno, risolvendo le principali problematiche evidenziate l’anno scorso quali: le tensioni con gli Stati Uniti e la riduzione della leva finanziaria da parte delle autorità cinesi.

Se riguardo la prima questione vi è molto più ottimismo oggi rispetto solo a qualche settimana indietro, per il secondo punto ci vorrà più tempo. A partire dal 2017, la Cina ha avviato una campagna di riduzione della leva finanziaria che ha contribuito a ridurre il credito destinato al settore privato e a rallentare l’economia.

Così, per contrastare il calo di liquidità, il Governo cinese ha iniziato ad adottare un atteggiamento moderatamente stimolante, sia a livello fiscale che monetario, promettendo inoltre di dare maggiore sostegno al settore privato per bilanciare il rallentamento dell’economia. Anche se sarà vittima della volatilità, l’azionario cinese potrebbe quindi fare bene in questo 2019.

Il quadro tecnico dello Shanghai Composite

Shanghai Composite, grafico giornaliero. Fonte: Bloomberg

L’analisi tecnica vede l’indice azionario cinese proseguire il suo rimbalzo iniziato dai minimi registrati il 4 gennaio a 2.440,91 punti. Proprio con tale low e quello segnato il 19 ottobre a 2.449,20 punti i corsi hanno completato una figura di doppio minimo.

Pattern che è stato validato solo con la rottura della neckline che transita in concomitanza con il massimo segnato il 19 novembre scorso a 2.703,51 punti.

Prima di tale indicazione il quadro tecnico aveva già mostrato segnali di miglioramento della sua struttura, con la prima la violazione della trendline discendente di breve periodo che conta la serie di massimi decrescenti segnati tra novembre e metà dicembre, avvenuto nella seduta del 18 gennaio.

Con la successiva gamba rialzista i prezzi hanno poi superato un’altra trendline discendente di più lungo corso, quella che conta i massimi del 26 luglio e del 26 settembre e solo 9 sedute dopo la media mobile a 200 giorni.

Il rialzo messo a segno nella giornata di oggi fa pensare che il movimento ascendente non sia sostenibile. L’oscillatore RSI si è portato nuovamente all’interno dell’area di ipercomprato raggiungendo un valore di oltre 80 punti, fatto che non accadeva dai top registrati il 24 gennaio 2018 prima dell’inizio del forte ribasso che ha caratterizzato l’intero anno scorso. Inoltre, l’ipotetico target della figura di doppio minimo è stato raggiunto.

Il quadro tecnico è quindi cambiato a favore dei compratori in scia al miglioramento delle relazioni tra Washington e Pechino. Eventuali storni dei prezzi da questa condizione di eccesso potranno favorire l’implementazione di strategie long in prossimità del livello statico a 2.829,30 punti o a ridosso della media mobile a 200 giorni, ora transitante a 2.755,70 punti.

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