Amnistia e indulto: il reinserimento sociale è un diritto per pochi?

Simone Micocci

27 Luglio 2016 - 10:12

Amnistia e indulto, scoppia la polemica sulla Cassa delle Ammende: fondi assegnati senza bando e poca promozione da parte del Ministero della Giustizia. A rischio il reinserimento sociale dei detenuti?

Amnistia e indulto: il reinserimento sociale è un diritto per pochi?

Amnistia e indulto, novità: scoppia la polemica per i finanziamenti della Cassa delle Ammende.

I lavori per la realizzazione di un unico disegno di legge per la concessione dell’amnistia e l’indulto sono fermi ormai da tempo, ma nelle ultime ore sta prendendo piede un’altra polemica legata alla condizione dei detenuti nelle carceri italiane.

No, non si tratta del sovraffollamento, che comunque è un problema che ancora persiste, ma del reinserimento sociale dei reclusi. Infatti, come denunciato da Ilfattoquotidiano.it, solamente alcuni detenuti hanno diritto ai finanziamenti della Cassa delle Ammende, il fondo di finanziamento per progetti legati al reinserimento dei detenuti nel mondo del lavoro.

Nel dettaglio, sembra che nonostante la Cassa delle Ammende sia entrata in vigore nel lontano 1932, solamente alcune associazioni sono a conoscenza della sua esistenza. Inoltre, dopo oltre 80 anni di attività i criteri con cui vengono assegnati i finanziamenti non sono ancora chiari, poiché i progetti da finanziare sono scelti senza bando.

Quindi, oltre ai problemi legati allo stallo dei lavori sui 4 ddl per la concessione dell’amnistia e l’indulto e al sovraffollamento, i detenuti italiani rischiano persino che, una volta usciti dal carcere, avranno delle difficoltà a reinserirsi nel contesto sociale.

Ma vediamo nel dettaglio cos’è la Cassa delle Ammende e perché ci sono sempre più polemiche legate al modo in cui vengono stanziati i fondi.

Amnistia e indulto: cos’è la Cassa delle Ammende?

La Cassa delle Ammende è un ente con personalità giuridica, istituito presso il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Questo ente è stato introdotto con la legge del 9 maggio del 1932, ma nel 27 febbraio del 2008 ne sono stati modificati alcuni contenuti.

L’obiettivo della Cassa delle Ammende è quello di velocizzare il reinserimento sociale dei detenuti. A tal proposito, questo ente non finanzia esclusivamente i progetti legati al reinserimento di detenuti e internati, ma anche i programmi di assistenza per le loro famiglie. Inoltre, la Cassa delle Ammende finanzia i progetti di edilizia legati finalizzati al miglioramento delle strutture carcerarie.

Negli ultimi anni l’ammontare delle somme da investire è diminuito, ma comunque la Cassa delle Ammende ha ancora le potenzialità per finanziare molti progetti. Infatti, stando all’ultimo bilancio, al momento circa 26,7 milioni di euro sono destinati al finanziamento di programmi legati al reinserimento dei detenuti. Nel 2008, però, erano addirittura 127 milioni.

Che fine hanno fatto questi soldi? Sono serviti per finanziare dei progetti, anche se i criteri con cui i fondi sono stati assegnati non sono ancora chiari. Ed è qui che scatta la polemica.

Amnistia e indulto: a chi vengono assegnati i fondi della Cassa delle Ammende

I criteri con cui vengono selezionati i progetti da finanziare non sono chiari. Infatti, ad oggi è la Commissione del DAP a scegliere quali progetti sono meritevoli e quali no. A nulla sono servite le proteste delle varie Associazioni, che più volte hanno chiesto l’introduzione di un bando di gara.

Come denunciato da Patrizio Gonnella, dell’associazione Antigone, negli ultimi anni il DAP ha respinto più di 100 progetti con cui i detenuti avrebbero potuto rifarsi una vita fuori. Peccato che le motivazioni per cui tali programmi sono stati respinti non sono state chiarite.

Probabilmente i criteri con cui il DAP decide sono più che leciti, ma è normale che quando un ente decide senza pubblicare le motivazioni con cui lo fa possa suscitare delle polemiche tra gli esclusi. L’introduzione di un bando per l’assegnazione dei fondi potrebbe essere la giusta soluzione a questo problema, ma ad oggi non sembra ci sia l’intenzione da parte del Governo. Su questo tema si è soffermato Gonnella, dichiarando:

“L’assegnazione è diretta, manca un bando di gara, perché non lo fanno? Sarebbe normale farlo, no? Se ne discute da cinque anni almeno ma non si è mosso un dito”

Un altro problema è legato al fatto che solamente pochi enti conoscono l’esistenza della Cassa delle Ammende, in quanto nessuno “ai piani alti della Giustizia si è mai preoccupato della sua promozione”.

Ma non è finita qui, perché con la modifica del 2008 è stato deciso che i fondi della Cassa delle Ammende possono essere destinati anche alla riqualificazione delle strutture carcerarie. Con questa mossa si è parzialmente risolto il problema del sovraffollamento, ma sono stati “snaturati i principi fondanti della stessa legge”.

Perché per quanto è importante rientrare negli standard decisi dall’Unione Europea, è fondamentale aiutare i detenuti nel loro percorso di reinserimento.

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