Abdul Ghani Baradar: chi è il capo dei talebani e cosa vuole

Martino Grassi

16 Agosto 2021 - 13:08

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Abdul Ghani Baradar potrebbe diventare il nuovo presidente dell’Emirato talebano. Vediamo chi è, qual è la sua biografia, come è salito al potere e che cosa vuole davvero.

Abdul Ghani Baradar: chi è il capo dei talebani e cosa vuole

Chi è Abdul Ghani Baradar, il leader talebano e che cosa vuole? Sono passati tre anni dalla sua liberazione da un carcere pakistano su richiesta degli Stati Uniti e adesso, dopo la presa di Kabul, è salito nuovamente alla ribalta come il vincitore della guerra dei 20 anni.

Dopo la presa della capitale dell’Afghanistan, Baradar ha fatto sapere nel corso di una dichiarazione televisiva che la vera prova dei talebani è solo all’inizio e che tutti i cittadini dovranno servire il proprio Paese con dedizione e sacrificio. Vediamo qual è la biografia del capo dei talebani e quali sono i suoi programmi per il futuro.

Chi è Abdul Ghani Baradar, il capo dei talebani

Abdul Ghani Baradar nasce nel 1968 nella provincia di Uruzgan e da giovanissimo, negli anni ‘80 combatte nei mujaheddin afgani contro i sovietici. I russi vennero cacciati definitivamente nel 1992 e in quegli anni prese vita una violenta guerra civile in Afghanistan, durante la quale Baradar istituì una madrasa a Kandahar, ossia una sorta di convitto musulmano ove si impartiscono insegnamenti di religione e diritto, insieme ad un ex comandante, Mohammad Omar. I due fondarono un movimento guidato da giovani aventi come obiettivo la purificazione religiosa del Paese e la creazione di un emirato, ossia quelli che oggi sono chiamati talebani appunto.

Nel 1996 i talebani sono riusciti a salire al potere grazie anche al sostegno dell’agenzia Inter-Services Intelligence (ISI) del Pakistan attuando una serie di conquiste in vari capoluoghi, e Baradar, il vice del mullah Omar, fu uno dei principali strateghi che ebbe un ruolo fondamentale in diverse vittorie. Nel corso del regime talebano Baradar ha ricoperto diverse cariche militari e amministrative, tanto che quando venne estromesso dagli Stati Uniti era viceministro della Difesa.

Nel 2010, dopo l’esilio, Baradar venne rintracciato a Karachi e nel febbraio dello stesso anno venne dato il via libera al suo arresto, attuato dall’ISI: “La cattura di Baradar si è basata su una valutazione bene precisa: la sua pericolosità come leader di guerra era bene più alta rispetto alla possibilità di un suo ruolo attivo nella ricerca dei una tregua”, ha detto un ex funzionario.

Nel 2018, l’inviato afgano di Donald Trump, Zalmay Khalilzad chiese ai pakistani la scarcerazione di Baradan, in modo che potesse concludere i negoziati in Qatar. Nel 2020 il leader dei talebani firmò l’accordo di Doha con gli Stati Uniti, un documento che stando alle dichiarazioni dell’amministrazione Trump avrebbe rappresentato una svolta verso la pace. L’accordo sarebbe dovuto essere stato seguito da una serie di incontri e di colloqui volti ad una condivisione del potere tra i gruppi di talebani e il governo di Kabul di Ashraf Ghani, tuttavia questi incontri non avvennero mai. Adesso, dopo la presa del Palazzo presidenziale, i talebani hanno dichiarato la nascita dell’Emirato Islamico.

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