Aaron Swartz: dopo il suicidio si grida vendetta. Tutte le iniziative su internet

Daniele Sforza

15 Gennaio 2013 - 14:29

Aaron Swartz: dopo il suicidio si grida vendetta. Tutte le iniziative su internet

Il suicidio di Aaron Swartz, hacker attivista e genio della rete che si batteva per la libertà d’informazione, non solo ha commosso il mondo del web, ma lo ha anche spinto ad agire concretamente nel tentativo di proseguire quella battaglia che lo stesso Swartz aveva iniziato. Azioni che si dirigono anche in una direzione più marcata verso un alleggerimento della legislazione in difesa del copyright.

I fatti

Il reato di cui si era macchiato Swartz, che rischiava fino a 30 anni di carcere, è stato quello di pubblicare online 4,8 milioni di documenti scientifico-accademici dall’archivio del sito a pagamento JSTOR, dopo aver avuto accesso alla rete del MIT. Un reato, come hanno detto i suoi familiari, che non contava vittime.
Secondo alcune indiscrezioni, inoltre, Swartz avrebbe preso la decisione di suicidarsi dopo aver saputo dal suo avvocato che anche con un patteggiamento sarebbe finito lo stesso in prigione. Non reggendo la pressione avrebbe commesso l’estremo gesto.

A seguire la rabbia e l’impotenza dei familiari e l’attivismo della rete, tra cui spunta anche il gruppo Anonymous, che si è vendicato attaccando i siti del MIT, e lasciando comparire testi di questo tenore: "Se il governo ha contribuito o meno al suo suicidio, l’azione della magistratura contro Swartz è stata una grottesca ingiustizia, una perversa distorsione della giustizia per cui Aaron si batteva". Anonymous ha anche pubblicato le proprie riflessioni sul caso Swartz: "Questa tragedia deve diventare la base per una riforma della legislazione sui crimini informatici, e su come viene applicata da procuratori troppo zelanti. Può rappresentare dunque un’occasione per riformulare le leggi sul copyright, che proteggono i guadagni di pochi a sfavore del beneficio di molti". Tale tragedia, inoltre, "può essere la base per un rinnovato impegno per garantire a tutti una Rete libera da censura, e accessibile da chiunque".

La Procura Federale, accusata dalla famiglia del ragazzo di aver agito su di lui con pratiche persecutorie e intimidazioni di ogni tipo, ha rimosso le accuse nei confronti dell’hacker. Troppo tardi, verrebbe da dire. E dunque si chiede più giustizia. Come la richiesta di rimuovere Carmen Ortiz dal suo incarico di procuratore federale, come richiede una petizione sulla sezione "We the People" sul sito ufficiale della Casa Bianca, petizione che ha già raggiunto 25mila firme, sollecitando di conseguenza una risposta del governo.
Il MIT, inoltre, denunciato da Anonymous, ha comunicato di aver avviato un’inchiesta interna all’ateneo, per iniziativa del preside Leo Rafael Reif, allo scopo di chiarire la posizione dell’istituto nella vicenda.

Iniziative sulla rete

Per non (far) dimenticare, il popolo della rete ha subito avviato una serie di lodevoli iniziative finalizzate a proseguire l’opera del giovane Swartz.
Su Github, ad esempio, l’attivista verrà ricordato attraverso documenti-ricordo inviati dagli utenti che sfrutteranno licenze Creative Commons e altri strumenti software open source, mentre su MuckRock sono state pubblicate le richieste inviate da Swartz inerenti alla legge FOIA, acronimo che sta per Freedom of Information Act.

Importanti iniziative anche su Twitter, dove Anonymous ha lanciato l’hashtag #OpAronSwartz.

Sempre su Twitter numerosi sono stati i messaggi di cordoglio di importanti personalità, tra cui spicca quella del co-inventore del World Wide Web, Tim Berners-Lee: "Abbiamo perso un figlio".

Tra le iniziative più importanti si annovera senz’altro quella che è partita sotto l’hastag #pdftribute, dove moltissimi ricercato stanno pubblicando gratuitamente documenti inerenti ai loro studi, in formato pdf, e che ha avuto riscontro anche in Italia, grazie ad Andrea Stroppa, blogger dell’Huffington Post e volontario del Tor Project, un Google Doc accessibile a tutti dove poter pubblicare studi e ricerche di interesse pubblico in qualsiasi lingua.
Questo il modulo per partecipare:

In ricordo di Aaron Swartz - Raccolta pdf
Aaron Swartz era un programmatore e un attivista impegnato ad affermare l'importanza della condivisione della conoscenza. Per onorare la sua morte è nato in tutto il mondo un movimento spontaneo di ricercatori e accademici che condividono gratuitamente in Rete i propri documenti, analisi, ricerche di interesse collettivo. Lista documenti inseriti: http://goo.gl/5ScZ2
Partecipa compilando questo modulo. Hashtag su twitter: #pdftribute - organizzato da un gruppo di attivisti coordinati da Andrea Stroppa.

Riflessioni finali

L’indagine, via via che passa il tempo, sta assumendo contorni sempre più inquietanti: l’impressione finale è che un ragazzo di soli 26 anni sia stato esageratamente vessato e perseguito per un crimine che, come hanno affermato i suoi stessi genitori, non aveva alcuna vittima. Le iniziative nate dopo la morte di Swartz, che molti conosceranno solo dopo aver letto i diversi articoli apparsi sulla rete, inoltre vanno in direzione di un attacco diretto contro la severa legislazione sul copyright, abbattendo le minacce e le tensioni provocate da quelle leggi che qualcuno negli Stati Uniti (e anche in Italia) vorrebbe proporre per limitare la libertà sul web.

Il grande difetto è che il web è nato per essere libero e quando quella di Swartz o dei suoi "colleghi" diventa una battaglia, allora significa che c’è qualcosa che non quadra. Così come è anche vero che la legislazione sul copyright nasconde moltissime crepe. C’è poco da argomentare su una questione del genere: le iniziative prese in seguito al suicidio di Swartz dovrebbero moltiplicarsi d’ora in poi, anche solo per dare un messaggio forte e deciso ai governi. E diventa frustrante sapere che solo dopo che si è suicidato, Swartz è diventato libero da tutte le accuse e il suo lavoro ha fatto proseliti, venendo riconosciuto e, più o meno, realizzato.

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