6 statistiche da conoscere assolutamente in occasione della Festa della Donna

Violetta Silvestri

8 Marzo 2024 - 11:22

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In occasione della Festa internazionale della Donna, vi presentiamo 6 statistiche cruciali per comprendere a fondo la condizione femminile in Italia e nel mondo.

6 statistiche da conoscere assolutamente in occasione della Festa della Donna

Non servono mimose o messaggi di auguri. In occasione della Festa Internazionale della Donna siamo, per una volta, analitici e pragmatici.

Facciamo parlare dati e statistiche, con l’invidiabile capacità di dire tutto senza alcuna parola.

La condizione della donna, in Italia e nel mondo, è critica e dolorosa. Ogni giorno noi donne affrontiamo violenze, discriminazioni e ingiustizie. Le statistiche che seguono hanno il grande merito di evidenziare quali siano le lotte che tutto il mondo, non solo le donne, è chiamato ad affrontare.

La parità di genere non c’è e le disuguaglianze misurate in numeri, dati, statistiche mostrano che ci sono emergenze di tipo sociale, economico, culturale che non possono più essere rimandate. Per le donne e per il benessere di tutti.

1. Europa senza parità

Il primo sguardo di posa sullo stato di evoluzione della parità di genere in Europa. Il Gender Equality Index 2023 dell’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere mostra che la strada da percorrere è ancora lunga. L’indice si basa sulla performance dei Paesi dell’Ue in sei categorie: lavoro, denaro, istruzione, tempo, potere e salute.

Il grafico elaborato da Statista sui dati è eloquente al riguardo:

Uguaglianza di genere in Europa Uguaglianza di genere in Europa A che punto siamo? Dati 2023

Sono inclusi anche fattori come la violenza contro le donne. La Svezia è in cima alla classifica sull’uguaglianza di genere, davanti a Paesi Bassi e Danimarca. Il valore dell’indice per l’intera Unione mostra quanto lentamente procede lo sviluppo. Mentre nell’indice sull’uguaglianza di genere del 2015 era di 64,4 punti, otto rapporti successivi è solo 5,8 punti più alto.

2. Donne e lavoro in Italia

Nel focus sull’Italia e il mondo del lavoro, l’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere ha evidenziato, nei dati raccolti per il 2023, che non c’è ancora parità per le donne nel modo in cui sono inserite nel mondo del lavoro. Questi i dati:

  • tasso di occupazione a tempo pieno (%, popolazione 15-89): donne 31%, uomini 51%;
  • durata della vita lavorativa (anni, popolazione da +15): donne 27, uomini 36;
  • indice delle prospettive di carriera (punti, 0-100, +15 popolazione): donne 52, uomini 56

Da sottolineare che in tutti e tre i parametri considerati, il dato italiano relativo al mondo femminile risulta più basso della media europea.

3. Donne e stipendio in Italia

Secondo l’osservatorio Inps, nel 2022 le donne hanno guadagnato 8.000 euro lordi in meno rispetto agli uomini nel settore privato.

Secondo l’indagine di Odm Consulting, la società di consulenza Hr di Gi Group Holding, nei primi 9 mesi del 2023 il gender gap sui salari (ovvero la differenza tra retribuzione maschile e femminile) si era attestato al al 10,7%, in linea con quanto rilevato nell’anno precedente. Il divario quindi c’è ed è persistente.

Di conseguenza, a soffrirne è ’indipendenza economica della donna, molto lontana per una su due tra i 15 e i 64 anni.

4. Donne e segregazione lavorativa

Interessante è la lettura dei dati relativi ai settori nei quali maggiormente sono impiegate le donne. In essi, infatti, si può leggere una vera e propria segregazione femminile.

Secondo l’International Standard Classification of Occupations, nel terzo trimestre 2023 in Ue le donne costituiscono la stragrande maggioranza delle persone impiegate in professioni specifiche:

  • assistenti insegnanti: 92,6%;
  • segretarie: 89,3%;
  • insegnanti della scuola primaria e della prima infanzia: 88,2%;
  • professionisti infermieristici e ostetrici: 87,5%;
  • colf e aiutanti domestici, alberghieri e d’ufficio: 86,5%

In Italia, tra le persone occupate in attività di istruzione, sanità e assistenza sociale (%, 15-89 occupati), l’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere ha evidenziato che nel 2023 il 27% erano donne e solo il 7% uomini.

Dietro queste cifre si celano pregiudizi culturali che concepiscono la donna come la sola idonea a ricoprire ruoli inerenti l’accudimento, l’insegnamento, la cura e l’assistenza (immagine stereotipata e obsoleta della donna casalinga e maestra). Non è un caso che si parla oggi di una emergenza legata alla significativa sottorappresentanza della donna in studi e settori cosiddetti STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica).

5. Donne e potere in Italia

L’uguaglianza di genere nelle posizioni decisionali in tutta la sfera politica, economica e sociale evidenzia che le donne sono ancora in minoranza. In Italia, stando ai dati elaborati dall’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere per il 2023, i divari sono stati così calcolati:

  • Quota di ministri: 24% donne, 76% uomini;
  • Quota di membri del Parlamento: 33% donne, 67% uomini;
  • Quota di membri delle assemblee regionali/comuni locali: 24% donne, 66% uomini

6. Donne e attività oltre il lavoro

Cosa fanno le donne quando non lavorano? Anche nella risposta a questa domanda si svelano disparità e pregiudizi.

L’impiego del tempo oltre lo svolgimento di una professione misura le disuguaglianze di genere nella distribuzione del tempo dedicato alla cura, al lavoro domestico e alle attività sociali.

L’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere per il 2023 ha mostrato:

  • Persone che si prendono cura ed educano i propri figli o nipoti, anziani o persone con disabilità, ogni giorno: 34% donne, 25% uomini;
  • Persone che cucinano e/o fanno i lavori domestici ogni giorno: 72% donne; 34% uomini;
  • Lavoratori che svolgono attività sportive, culturali o ricreative fuori casa, almeno quotidianamente o più volte alla settimana: 28% donne, uomini 34%;
  • Lavoratori coinvolti in attività di volontariato o beneficenza, almeno una volta al mese : 11% donne, 13% uomini

La parità uomo-donna è quindi una delle conquiste irrisolte del nostro tempo. In ogni ambito, il mondo femminile risulta penalizzato da stereotipi, ignoranza, involuzione sociale, politica, culturale.

Argomenti

# Lavoro
# Donne

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