50 mila profili Facebook sono stati spiati: l’annuncio di Meta

Giorgia Bonamoneta

17 Dicembre 2021 - 20:47

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Sono 50 mila i profili spiati secondo il rapporto di Meta (Facebook). Nel rapporto, pubblicato dalla società, si leggono i nomi di 7 agenzie di sorveglianza. Ecco chi sono e chi hanno spiato.

50 mila profili Facebook sono stati spiati: l’annuncio di Meta

Meta (Meta Platforms Inc.), cioè la neo rinominata azienda di Mark Zuckerberg, ha pubblicato un rapporto sulle società di sorvegliata private. In questo si legge che circa 50 mila utenti (48 mila per la precisione) sono stati spiati e, in alcuni casi, hackerati.

L’indagine di Meta non è la prima e non sarà l’ultima sul tema dello spionaggio, ma la pubblicazione di questa ha lo scopo di smuovere le acque in un momento nel quale tutti, dall’amministrazione Biden alle società di tecnologia, si stanno concentrando nella lotta contro lo spionaggio.

Meta si è immediatamente adoperata per rimuovere i profili utilizzati per spiare e hackerare gli utenti, che in larga parte sono di celebrità, politici, giornalisti, avvocati e le loro famiglie. A seguire anche Twitter si è mossa per rimuovere oltre 200 profili considerati dannosi.

50 mila profili spiati: cosa dice il rapporto di Meta

Nel rapporto di Meta “Threat Report on the
Surveillance-for-Hire Industry”, uscito lo scorso 16 dicembre 2021, sono riassunti mesi di indagini sullo spionaggio online. Emergono alcune informazioni essenziali, soprattutto per quanto riguarda il discorso sulla protezione dei dati in rete e sullo spionaggio iniziato negli Stati Uniti.

Meta fa sapere che l’industria della sorveglianza su commissione ha preso di mira 48 mila utenti in oltre 100 Paesi. Per quanto in cima alla lista delle società di spionaggio pare esserci la società di spyware israeliana NSO Group, sono sette le società citate nel rapporto.

Il rapporto è stato pubblicato con l’intento di smuovere le acque sul tema. Meta, da parte sua, ha bloccato diversi centinaia di profili falsi o riconducibili a operazioni di spionaggio (1.500 al momento). Allo stesso tempo, per aumentare la consapevolezza dei sorvegliati, ha inviato alle persone spiate una nota che le ha avvertite del pericolo.

50 mila profili spiati: chi sono?

Non è la prima volta che delle società di spionaggio si nascondo dietro profili finti o app spia per sorvegliate persone o enti. Tempo fa avevamo già parlato della società più discussa, l’israeliana NSO Group, per aver fornito uno spyware di spionaggio, chiamato Pegasus, al modico prezzo di 7 e gli 8 milioni al mese.

Agnés Callamard, segretaria generale di Amnesty International, aveva dichiarato che lo spyware della NSO Group era un’arma a disposizione dei governi repressivi e metteva a rischio innumerevoli vite umane. Dopo mesi il discorso è sempre lo stesso. Infatti, come si può leggere nel rapporto di Meta:

Mentre questi mercenari informatici spesso affermano che i loro servizi prendono di mira solo criminali e terroristi, la nostra indagine durata mesi ha concluso che il targeting è in realtà indiscriminato e include giornalisti, dissidenti, critici di regimi autoritari, famiglie di membri dell’opposizione e attivisti per i diritti umani.

Tra i 50 mila utenti spiati ci sono quindi figure che raramente hanno a che fare con criminalità e terrorismo, almeno non come esecutori: celebrità, politici, giornalisti, avvocati, dirigenti, cittadini comuni e le loro famiglie.

Chi ha spiato i 50 mila utenti: le 7 società di spionaggio nominate nel rapporto

L’industria della sorveglianza è enorme, a dichiararlo a Reuters è Nathaniel Gleicher, capo della politica di sicurezza di Meta. Oltre la già citata NSO Group, contro la quale Meta sta facendo causa in un tribunale degli Stati Uniti, si leggono i nomi di:

  • Black Cube
  • BellTroX
  • Bluehawk CI
  • Cytrox
  • Cobwebs Technologies
  • Cognyte
  • anonimi enti cinesi

Le società non hanno fatto a gara per rispondere per prime alla pubblicazione del rapporto di Meta, anzi si sono trincerate in un silenzio stampa. Tranne Black Cube, che ha affermato di non effettuare nessun phishing o hacking e che tutte le loro attività sono conformi alle leggi locali.

A rispondere però, oltre al social Twitter che ha iniziato una pulizia dei contatti (oltre 200), è stata una delle vittime di spionaggio: Ayman Nour. Nour incolpa il governo egiziano per lo spionaggio subito. Ha inoltre detto che, per la prima volta, ha le prove di essere sotto sorveglianza.

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