3I Atlas è una minaccia per la Terra? Tutto ciò che c’è da sapere sull’oggetto spaziale che sta inquietando il mondo

Adamo Modica

25 Ottobre 2025 - 15:24

Sale l’attenzione in tutto il mondo sull’oggetto spaziale la cui stessa definizione tra cometa e asteroide è incerta. 3I Atlas sembra capace di modificare la sua traiettoria, la terra è in pericolo?

3I Atlas è una minaccia per la Terra? Tutto ciò che c’è da sapere sull’oggetto spaziale che sta inquietando il mondo

L’universo continua a sorprenderci con fenomeni che sfidano la nostra comprensione e alimentano tanto la curiosità scientifica quanto le preoccupazioni del grande pubblico. Negli ultimi mesi, un oggetto celeste ha catturato l’attenzione degli astronomi di tutto il mondo e, inevitabilmente, ha generato un’ondata di speculazioni e timori tra i non addetti ai lavori. Si tratta di 3I/ATLAS, una cometa interstellare che sta attraversando il nostro sistema solare con caratteristiche così insolite da aver spinto alcuni a interrogarsi sulla sua vera natura e sui potenziali rischi che potrebbe rappresentare per il nostro pianeta.

La denominazione stessa dell’oggetto racconta una storia affascinante: il prefisso «3I» indica che si tratta del terzo oggetto interstellare mai identificato, mentre «ATLAS» deriva dal sistema di rilevamento automatico che per primo l’ha individuato nelle profondità dello spazio.

La scoperta di 3I/ATLAS risale a gennaio 2025, quando i telescopi del sistema Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System hanno registrato la presenza di questo visitatore cosmico proveniente dall’esterno del nostro sistema solare.

Fin dai primi momenti dell’osservazione, gli scienziati hanno compreso di trovarsi di fronte a qualcosa di straordinario: non solo si trattava di un oggetto interstellare, fenomeno di per sé estremamente raro, ma le sue caratteristiche orbitali e fisiche presentavano anomalie che lo distinguevano nettamente dai suoi predecessori, 1I/’Oumuamua e 2I/Borisov.

Mentre questi ultimi avevano mantenuto comportamenti relativamente prevedibili durante il loro passaggio nel sistema solare, 3I/ATLAS ha iniziato a manifestare peculiarità che hanno messo alla prova le conoscenze consolidate degli astronomi.

Gli astronomi hanno osservato con stupore come la coda abbia improvvisamente modificato la sua direzione, puntando verso una zona dello spazio che non corrispondeva alle previsioni teoriche.

La sua traiettoria, inizialmente calcolata con precisione matematica, ha subito variazioni impreviste che hanno richiesto continue revisioni dei modelli predittivi, generando un crescendo di interesse scientifico e, parallelamente, di preoccupazione pubblica.

Il comportamento anomalo dell’oggetto è diventato ancora più evidente quando, avvicinandosi al Sole, ha sviluppato una coda cometaria che ha mostrato caratteristiche inaspettate, cambiando direzione in modo apparentemente inspiegabile e sfidando le leggi fisiche comunemente accettate per questo tipo di fenomeni.

Gli astronomi hanno osservato con stupore come la coda, che inizialmente seguiva il pattern tradizionale allontanandosi dal Sole a causa della pressione della radiazione solare, abbia improvvisamente invertito la sua direzione, puntando verso una zona dello spazio che non corrispondeva alle previsioni teoriche.

Questa inversione ha scatenato un dibattito acceso nella comunità scientifica, con ipotesi che spaziano da fenomeni di degassamento anomalo a interazioni gravitazionali non previste, fino a speculazioni più audaci sulla composizione interna dell’oggetto.

Anomalie della Cometa 3I/ATLAS

Le anomalie di 3I/ATLAS non si limitano al comportamento della sua coda, ma si estendono a molteplici aspetti della sua natura fisica e dinamica. L’analisi spettroscopica dell’oggetto ha rivelato una composizione chimica che presenta elementi inaspettati per una cometa tradizionale, con concentrazioni di metalli pesanti e composti organici complessi che suggeriscono un’origine in regioni dello spazio caratterizzate da condizioni fisico-chimiche molto diverse da quelle del nostro sistema solare.

La densità apparente dell’oggetto, calcolata attraverso l’osservazione delle perturbazioni gravitazionali che esercita sui corpi celesti vicini, risulta significativamente superiore a quella delle comete conosciute, avvicinandosi piuttosto ai valori tipici degli asteroidi metallici. Questa discrepanza ha portato alcuni ricercatori a ipotizzare che 3I/ATLAS possa essere un oggetto ibrido, una sorta di «cometa-asteroide» formatasi in condizioni ambientali uniche, forse nei pressi di una stella molto diversa dal nostro Sole.

La velocità di rotazione dell’oggetto presenta anch’essa caratteristiche peculiari: invece di mantenere un periodo rotazionale costante, come ci si aspetterebbe da un corpo celeste in caduta libera, 3I/ATLAS mostra variazioni periodiche che suggeriscono la presenza di forze interne o di meccanismi di rilascio di energia non ancora compresi.

Le osservazioni termiche condotte attraverso telescopi a infrarossi hanno inoltre rivelato che l’oggetto emette più calore di quanto dovrebbe, considerando la sua distanza dal Sole e le sue dimensioni stimate, alimentando ulteriormente il mistero sulla sua composizione interna e sui processi fisici che lo caratterizzano.
Questi dati anomali hanno spinto la comunità scientifica internazionale a coordinare una campagna osservativa senza precedenti, coinvolgendo telescopi terrestri e spaziali in un effort globale per decifrare i segreti di questo enigmatico visitatore interstellare.

Dal punto di vista della minaccia da impatto, i calcoli orbitali più aggiornati indicano che la traiettoria di 3I/ATLAS non interseca quella terrestre, mantenendo una distanza minima di sicurezza di circa 150 milioni di chilometri dal nostro pianeta, una distanza paragonabile a quella che separa la Terra dal Sole.

Tuttavia, le anomalie comportamentali osservate introducono un elemento di incertezza che non può essere completamente ignorato: le variazioni impreviste nella traiettoria, seppur minime, dimostrano che l’oggetto è soggetto a forze che non comprendiamo completamente, rendendo le previsioni a lungo termine meno affidabili di quanto desiderabile.

Gli scenari di rischio indiretto meritano invece un’attenzione particolare, poiché coinvolgono meccanismi più sottili ma potenzialmente significativi:

  • L’emissione anomala di energia termica potrebbe interferire con satelliti e missioni spaziali
  • Il possibile rilascio di particelle ad alta energia durante il passaggio nel sistema solare interno
  • Le anomalie gravitazionali potrebbero teoricamente perturbare le orbite di altri asteroidi o comete

3I/ATLAS è una minaccia per la Terra?
I calcoli orbitali indicano una distanza minima di sicurezza di circa 150 milioni di chilometri dal nostro pianeta.

Le anomalie osservate, per quanto scientificamente intriganti e meritevoli di ulteriori studi, rientrano nei parametri di sicurezza che la comunità astronomica internazionale considera accettabili. La distanza minima di avvicinamento, confermata da multiple osservazioni indipendenti, garantisce un margine di sicurezza ampiamente sufficiente, mentre le variazioni orbitali registrate, seppur inaspettate, rimangono entro limiti che non alterano sostanzialmente la traiettoria generale dell’oggetto.

Quindi, la risposta è rassicurante: questo oggetto interstellare

NON costituisce una minaccia significativa per la Terra

. Il vero valore di 3I/ATLAS risiede nell’opportunità scientifica straordinaria che rappresenta: questo visitatore interstellare ci offre una finestra unica sui processi di formazione planetaria e stellare che avvengono in regioni remote della galassia, permettendoci di studiare da vicino materiali e fenomeni che altrimenti rimarrebbero per sempre troppo al di là della nostra portata.

Premesso tutto questo, rimane un’ultima ipotesi da valutare: considerando tutte le anomalie che porta con sè l’oggetto potrebbe anche essere una sonda proveniente da altre civiltà spaziali o qualcosa di simile. In questo senso un elemento aggiuntivo notato dalle comunità di appassionati online è che 3I/ATLAS è entrato nel nostro sistema solare esattamente con l’asse e la traiettoria più favorevole per osservare diversi pianeti. Questa traiettoria è estremamente improbabile e assomiglia molto alle traiettorie che noi umani impostiamo per le nostre sonde spaziali interplanetarie....

Chiaramente quest’ultima ipotesi è molto remota, tuttavia finché l’oggetto non avrà lasciato il nostro sistema solare non potrà essere del tutto scartata. Bisognerà attendere ancora qualche mese....

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