Zone rosse, nuova stretta: cambiano i criteri, ecco quando può scattare il lockdown

Antonio Cosenza

09/01/2021

09/01/2021 - 14:43

condividi

Zona rossa in automatico con 250 contagi ogni 100 mila abitanti: la proposta dell’ISS potrebbe facilitare il lockdown regionale.

Zone rosse, nuova stretta: cambiano i criteri, ecco quando può scattare il lockdown

Potrebbero cambiare ancora i criteri con i quali potrebbe scattare la zona rossa.

La prossima settimana sarà decisiva per capire cosa succederà dopo il 15 gennaio: il Governo, infatti, è al lavoro sul nuovo DPCM e con questo potrebbe esserci un’ulteriore modifica per i criteri con i quali viene deciso se una Regione dovrà rispettare un periodo di lockdown, ossia se passerà in zona rossa con limitazioni per tutti gli spostamenti non necessari.

È stato l’Istituto Superiore di Sanità a proporre un’ulteriore modifica - dopo quella attuata dal Decreto Legge del 5 gennaio - così da rendere più semplice la disposizione di un lockdown regionale non appena ci saranno le avvisaglie per un aumento incontrollato dei contagi.

La proposta adesso è in valutazione del Comitato Tecnico Scientifico e se ne riparlerà nel prossimo incontro tra Governo e Regioni che si terrà sicuramente la prossima settimana, in tempo per l’approvazione del DPCM del 16 gennaio.

Ma in che modo verrebbe deciso de una Regione passerà in zona rossa? Ecco quale sarebbe la differenza rispetto ad oggi.

Zone rosse: cosa è stato deciso dal Decreto Legge del 5 gennaio

Ricordiamo che con il Decreto Legge del 5 gennaio sono stati modificati i criteri con i quali il Ministero della Salute dovrà valutare quali Regioni sono in zona gialla, arancione o rossa.

Nel dettaglio, la zona arancione scatta in caso di scenario di tipo due, quindi con un indice Rt superiore a 1 e comunque inferiore ad 1,25. Conseguenze di questa decisione è che da lunedì 11 gennaio ben cinque Regioni passeranno in zona arancione, quali Calabria, Emilia Romagna, Lombardia, Sicilia e Veneto.

Con uno scenario almeno di tipo tre, e con un livello di rischio almeno moderato, scatterebbe invece la zona rossa. Servirà, quindi, avere un indice Rt compreso tra 1,25 e 1,5; in aggiunta è necessario che sul territorio si manifesti un’incidenza settimanale da contagi superiore a 50 casi ogni 100.000 abitanti.

Zone rosse: la proposta dell’ISS per una modifica dei criteri

In aggiunta ai suddetti requisiti, l’ISS ha proposto di prevedere il passaggio in automatico nella zona rossa qualora l’incidenza settimanale sia superiore a 250 contagi ogni 100 mila abitanti. Si ricorda che ad oggi la quota di 50 casi ogni 100 mila abitanti è la soglia massima per non far saltare il tracciamento dei contagi; oggi la media nazionale oscilla tra i 150 e i 170, mentre durante la seconda ondata si è raggiunto anche un picco di 400 contagi ogni 100 mila.

Quali conseguenze ci sarebbero nel caso in cui la proposta dell’ISS venisse accolta nel prossimo DPCM? Ovviamente che sarebbe più semplice finire in zona rossa, con tutte le restrizioni che ne conseguono, con limitazioni per ogni spostamento non necessario e con un vero e proprio lockdown circoscritto al territorio regionale.

Guardando all’ultimo monitoraggio dell’ISS, con il quale è stata decisa la zona arancione per cinque Regioni, nel caso questo criterio fosse stato già operativo ci sarebbe stata la zona rossa per il Veneto, dove l’incidenza a sette giorni è di 454,31 casi per 100 mila abitanti.

Ma a rischio ci sarebbero anche l’Emilia Romagna - con 242,44 casi ogni 100 mila abitanti - il Friuli Venezia Giulia (205,39), le Marche (201) e la Provincia autonoma di Bolzano (231,36).

Argomenti

# Dpcm

Iscriviti a Money.it