Virus zombie scongelato in Siberia, perché è un segnale da non sottovalutare

Alessandro Nuzzo

11 Marzo 2023 - 11:24

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Lo scioglimento dei ghiacciai in Nord Europa sta riportando alla luce anche virus potenzialmente dannosi per l’uomo. Questo preoccupa il mondo scientifico internazionale.

Virus zombie scongelato in Siberia, perché è un segnale da non sottovalutare

Il riscaldamento globale è una delle più grandi sfide che i grandi della Terra sono costretti ad affrontare. L’aumento della temperatura terrestre dovuta all’inquinamento sta causando gravi danni all’ambiente. Il punto di non ritorno è vicino e l’impegno dev’essere totale soprattutto nel cercare di eliminare le emissioni.

Oltre a conseguenze ambientali come ad esempio eventi atmosferici sempre più violenti e siccità, c’è un altro pericolo che sta allarmando il mondo scientifico internazionale: lo scioglimento dei ghiacciai e la conseguente riattivazione di virus potenzialmente letali per l’uomo.

Il ghiaccio perenne detto permafrost che si trova nelle zone più settentrionali del pianeta è stato per anni un ottimo conservante non solo grazie alle temperature molto basse ma anche per l’assenza di ossigeno e luce. Insomma un ambiente ideale per ibernare tutto ciò che ci fosse all’interno. Una capsula del tempo che con il riscaldamento globale sta riportando alla luce animali estinti e virus che miracolosamente riprendono vita. Un segnale questo da non sottovalutare.

Virus zombie scongelato in Siberia: c’è da preoccuparsi?

In estremo Nord Europa, tra Siberia, America Settentrionale e alcune zone della Russia, esiste uno strato di ghiaccio permanente detto permafrost. Una sorta di mega congelatore dove il tempo si è fermato a migliaia di anni fa. Con l’aumento delle temperature lo strato di permafrost si sta sciogliendo e sta iniziando a restituire piante, animali e organismi ibernati.

Recentemente ha restituito ad esempio alcuni esemplari di cuccioli di leone delle caverne, estinto circa 10 mila anni fa e spesso raffigurato in antiche pitture, oppure un rinoceronte con la pelliccia che popolava Europa e Nord dell’Asia durante le ultime ere glaciali.

Ma queste scoperte sono gli ultimi dei problemi per gli scienziati perché lo scongelamento sta portando alla luce anche virus dormienti sino ad oggi potenzialmente letali per l’uomo. Sono soprannominati virus zombie perché dopo migliaia e migliaia di anni stanno ritrovando le condizioni favorevoli per riprendere vita. Possono essere pericolosi?

Stando al risultato pubblicato dalla Cnn sull’analisi portata avanti da Jean-Michel Claverie, professore emerito di medicina e genomica alla Scuola di Medicina dell’università di Aix-Marseille in Francia, sembrerebbe di si.

Il professore ha testato vari campioni di terra prelevati dal permafrost siberiano per valutare se alcune particelle virali erano ancora infettive. Il risultato è stato positivo: i virus sono in vita e possono ancora infettare.

Per questo il mondo scientifico internazionale è in allarme. Il problema non è l’ultimo virus zombie scoperto in Siberia ma la dimostrazione che questi se riattivati sono in grado di infettare e diventare pericolosi. Il riscaldamento globale è un problema in crescita e anche le decisioni prese dai governi centrali non lo risolveranno in breve tempo. Questo significa che le temperature sulla Terra saranno sempre più alte e sempre più strati di permafrost sciogliendosi riporteranno alla luce virus fino ad oggi dormienti.

Non è la prima volta che viene lanciato l’allarme sui virus zombie ma ormai gli indizi sono chiari e preoccupanti. Dopo l’esperienza del covid-19 bisogna porre maggiore attenzione.

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