Violenti terremoti in arrivo secondo gli esperti, ecco il segnale da non sottovalutare

Ilena D’Errico

17 Aprile 2023 - 20:24

Secondo un recente studio, gli esperti temono l’arrivo di violenti terremoti. Ecco perché e qual è il segnale che ha portato a questa conclusione.

Violenti terremoti in arrivo secondo gli esperti, ecco il segnale da non sottovalutare

Lo studio sul fondale dell’Oceano Pacifico condotto dai ricercatori dell’Università di Washington ha fatto emergere un segnale da non sottovalutare: la perdita di un fluido caldo dal fondale, che lascia presagire l’arrivo di violenti terremoti. Lo studio, pubblicato a gennaio 2023, ha come oggetto proprio la funzione di questo fluido, che molto probabilmente agisce come lubrificante tra le faglie. Il risultato inaspettato ha portato alla luce una fuoriuscita che non era mai stata rilevata prima d’ora, direttamente collegabile con l’innesco di terremoti di elevata magnitudo.

Perché la fuoriuscita del fluido lubrificante è un segnale da non sottovalutare, lo studio

I ricercatori di Washington durante una crociera scientifica sulla Rv Thomas G. Thompson hanno rilevato la perdita di fluido sul fondale dell’Oceano Pacifico, in particolare nella zona di subduzione della Cascadia (distante circa 50 km dal lago dell’Oregon).

La scoperta è dovuta al rilevamento di pennacchi di bolle sul fondale oceanico che hanno portato gli esperti ad approfondire la situazione. Le analisi condotte mediante i robot sottomarini hanno poi permesso di delineare una zona ben precisa, denominata Phythia’s Oasis, caratterizzata dall’insolita fuoriuscita del liquido lubrificante delle faglie. Dalle indagini dei ricercatori sono infatti emerse delle caratteristiche insolite, dovute alla differenza fra il fluido in questione e il resto dell’acqua oceanica, che hanno permesso agli esperti di risalire all’origine del fenomeno.

Le fuoriuscite rilevate nella Phythia’s Oasis sono state paragonate dai ricercatori al getto di una macchinetta antincendio, il che fornisce un esempio abbastanza dimostrativo per chi non si intende di questa materia. Il collegamento fra questo evento e il sistema delle faglie è stato permesso da alcuni elementi caratterizzanti il fluido, nel dettaglio:

  • La temperatura più alta, con circa 9°C di differenza, rispetto all’acqua oceanica. Secondo le stime, la temperatura originale si aggira intorno ai 150/200°C.
  • L’alto contenuto di boro e litio.
  • La scarsità di cloro, potassio e magnesio.

Questi elementi hanno ricondotto l’analisi al megathrust della Cascadia, un sistema di faglie piuttosto importante che si è originato per subduzione (una placca è scivolata sotto l’altra) tra la placca Juan De Fuca (oceanica) e la placca Nordamericana (continentale). Sono proprio i rapporti tra queste due placche a preoccupare riguardo alla situazione sismica, in quanto si ipotizza un aumento della frizione a causa della perdita del fluido lubrificante.

Terremoti in arrivo? L’opinione degli esperti sullo studio delle faglie

La previsione dei fenomeni sismici è direttamente collegata con l’azione lubrificante esercitata dal fluido osservato nella Phythia’s Oasis. Per l’appunto la sua diminuzione comporterà una pari riduzione della lubrificazione, aumentando l’attrito fra le superfici.

In realtà, il riferimento all’azione lubrificante è una pura semplificazione, che tuttavia permette di capire in modo immediato l’importanza del fluido per la prevenzione dei terremoti. Il liquido in questione, infatti, non agisce direttamente sulle superfici, in pratica non diminuisce l’attrito come farebbe un olio motore, tanto per fare un esempio. Al contrario, la presenza di questo fluido diminuisce la frizione agendo in modo indiretto, in particolare mantenendo alta la pressione del fondale oceanico fra le particelle.

In situazioni ordinarie, grazie a questo meccanismo di pressione le placche riescono a scorrere l’una sull’altra in modo agevole e, soprattutto, senza causare alcun danno. Diminuendo la quantità di fluido, però, la pressione del fondale oceanico è inevitabilmente destinata a scendere, favorendo la possibilità di “incastro” fra le placche.

Di conseguenza, nel punto di attrito fra le placche si accumulerà una tensione che può sfociare nell’arrivo di violenti terremoti. Per il momento, comunque, gli esperti non hanno potuto effettuare dichiarazioni certe, trattandosi di un fenomeno del tutto nuovo. Soltanto un’analisi più approfondita potrà quindi essere davvero rilevante nell’ambito della prevenzione sismica, seppur le probabilità siano decisamente sfavorevoli.

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