UniCredit, Orcel su risiko banche Europa: “Governo e politici nuovi attori”. Lo sfogo

Laura Naka Antonelli

11/06/2025

“Non sto criticando, è un dato di fatto”, ha detto il numero uno di UniCredit, Andrea Orcel, commentando il ruolo dei governi e dei politici nelle operazioni di M&A.

UniCredit, Orcel su risiko banche Europa: “Governo e politici nuovi attori”. Lo sfogo

Stato VS mercato, una realtà che il numero uno di UniCredit Andrea Orcel conosce bene, visto che l’ostacolo più grande alla realizzazione dei suoi obiettivi, sia in Germania, dove ha messo nel mirino Commerzbank, sia in Italia, dove punta a inglobare Banco BPM, si chiama Stato. Stato che veste i panni del governo Meloni in patria e del governo Merz nella Repubblica Federale tedesca.

Orcel non ha problemi ad ammetterlo tanto che, parlando delle varie operazioni di risiko tra le banche che sono state lanciate in Italia, e che più in generale interessano l’Europa, nel corso di un evento organizzato da Goldman Sachs, lo ha detto senza peli sulla lingua.

UniCredit su M&A banche in Europa, oggi c’è un nuovo attore: “il governo e i politici”

Nel mercato europeo dell’M&A, ovvero delle operazioni di fusione e di acquisizione (mergers and acquisitions), “ oggi c’è un nuovo attore: il governo e i politici ”.

Non è neanche una critica, tiene a precisare: “ Non sto criticando, è un dato di fatto ”. E qualcosa, evidentemente, è anche cambiato rispetto al passato.

Parla così Andrea Orcel, banchiere noto per essere allergico alla politica, e che tuttavia con la politica almeno italiana ha avuto a che fare fin da subito quando, da poco preso il timone di UniCredit, ha tentato di acquistare un perimetro della banca senese, allora in guai seri, MPS-Monte dei Paschi di Siena.

Le trattative con il MEF allora primo azionista - anche oggi, in realtà, sebbene la partecipazione sia stata sforbiciata in modo importante - sono poi collassate, e MPS da allora è stata tenuta decisamente a distanza da Piazza Gae Aulenti.

Sono passati quasi quattro anni da quel flop piuttosto clamoroso e, sempre a causa della politica italiana, l’ambizione di UniCredit rischia di andare a sbatttere di nuovo contro i desiderata del governo italiano, stavolta quello guidato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Non che il dialogo con i governi, nei casi di operazioni proposte di M&A, debba essere evitato. Tutt’altro, e il CEO oggi lo ha puntualizzato: “Quando si fanno fusioni e acquisizioni bancarie”, dello Stato “ bisogna tenerne conto ”, e “noi questo lo abbiamo tenuto sempre in considerazione”.

Il punto è che oggi “ non si tratta solo di moral suasion, di dialogare, perché se ti bloccano, ti bloccano ”.

Orcel VS Banco BPM, ma è una buona cosa che una banca faccia pressioni sul governo?

Orcel ha posto poi il seguente interrogativo:

“E’ una buona cosa che il management di una banca, invece di massimizzare il valore per i propri stakeholders, e dare dunque in modo potenziale una opportunità ai clienti e ai dipendenti della banca, decida, visto che l’operazione non è di suo gradimento, di andare a fare pressioni sul governo o su un politico, per bloccarla?

Lui, la risposta a questa domanda, se l’è data: “ Io credo di no ”. E questa non è, ha rimarcato, una critica al governo, oppure ai politici (semmai, la critica sembra essere rivolta alla preda Banco BPM).

Si tratta piuttosto, ha spiegato Orcel, di una critica all’utilizzo di questo approccio come strategia di difesa, in quanto è un atteggiamento che “ impedisce al mercato di funzionare correttamente ”. Un approccio, in definitiva, che “non è razionale, non crea valore”, ma è solo espressione di una difesa fine a se stessa, che in sostanza soddisfa solo il desiderio di difendersi. Praticamente, di “una difesa per pura difesa”.

Commerzbank per ora può aspettare, parola di Orcel

Non si può dire che questo, per Orcel, sia un momento facile. E lo sfogo del banchiere è sotto gli occhi di tutti: in Italia, il rischio che l’OPS lanciata su Banco BPM salti a breve si fa sempre più concreto, tanto che sempre oggi è stato lo stesso banchiere a comunicare di aver individuato addirittura solo nel 20% la probabilità che la sua ambizione di conquistare Piazza Meda si faccia realtà.

Ieri, inoltre, una Germania che ha gridato quasi allo scandalo lo scorso settembre, quando Orcel ha lanciato un blitz entrando nel capitale della seconda banca del Paese, Commerzbank, ha tuonato di nuovo nein alle mire di UniCredit. Non che poi queste mire, nell’immediato, siano sinonimo di takeover.

Nulla del genere, almeno per ora, visto che le azioni Commerzbank hanno corso anche troppo (tra l’altro, sulla scia della scommessa lanciata dalla banca italiana).

Interpellato dalla cronista della CNBC Annette Weisbach sulla possibilità che UniCredit proceda all’acquisizione del gruppo teutonico, Orcel ha detto che, “ai livelli attuali (del titolo) non intravediamo valore per i nostri azionisti”.

Per ora la soddisfazione c’è, visto che con quella partecipazione del 30% circa detenuta in Commerzbank, UniCredit ha incassato un bel po’ di guadagni, tanto che il banchiere ha ammesso che, di questo, “ siamo molto contenti ”.

Vale la pena mettere in evidenza che, da quando Orcel ha fatto shopping di azioni Commerz, lo scorso settembre, non escludendo la possibilità di puntare a una fusione, il titolo CBK ha riportato una performance stellare, balzando YTD, ovvero dall’inizio del 2025, di ben +76%.

Non è stato merito, tuttavia, solo dell’effetto dell’interesse manifestato da Piazza Gae Aulenti, dal momento che le azioni hanno beneficiato del trend rialzista della borsa di Francoforte, che ha accelerato al passo soprattutto dopo la notizia relativa alla decisione della Germania di Merz di sfidare il principio costituzionale del freno al debito, varando un bazooka fiscale, nell’intento di far ripartire il motore dell’economia tedesca (e dell’Europa). Detto questo, in un momento in cui Orcel deve rispondere alle continue schermaglie che arrivano dal governo Meloni e ora anche dal governo Merz, la domanda è la seguente: il governo e i politici sono davvero solo attori delle operazioni di M&A tra le banche europee, o ormai sono diventati, e già da un bel po’ di tempo, registi, forgiando il destino delle transazioni di risiko bancario?

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