Una crisi bancaria simile a quella della Silicon Valley è vicina

Alessandro Nuzzo

17 Maggio 2025 - 12:26

Secondo diversi esperti le banche statunitensi continuano a subire ingenti perdite e basta una scintilla per avere una nuova crisi.

Una crisi bancaria simile a quella della Silicon Valley è vicina

Sono passati due anni dal crollo della Silicon Valley Bank e dopo due anni le banche statunitensi continuano a subire ingenti perdite a causa dei tassi di interesse elevati. Questo è motivo di grande preoccupazione all’interno del panorama finanziario. In caso di ulteriore deterioramento delle condizioni economiche, potrebbe esserci una nuova crisi.

C’è preoccupazione sopratutto se dovesse avvenire la cosiddetta stagflazione, ovvero un’inflazione crescente abbinata a un rallentamento della crescita, che metterebbe ulteriormente sotto pressione gli istituti di credito.

Secondo i dati della Federal Deposit Insurance Corporation, a fine 2024 le banche statunitensi detenevano 482,4 miliardi di dollari di perdite non realizzate sugli investimenti in titoli. Un dato in aumento di 188 miliardi e un +32,5% rispetto al trimestre precedente.

Queste perdite non realizzate non compaiono nel conto economico di una banca a meno che i beni non vengano venduti, ma rappresentano una minaccia incombente per la liquidità se i depositanti si spaventano. Basta una brutta notizia su una qualsiasi delle banche statunitensi per innescare un’altra crisi bancaria come quella di marzo 2023.

Perché si rischia una nuova crisi

Quando i tassi di interesse a lungo termine aumentano, il valore di alcuni asset bancari, come i titoli di Stato e i mutui garantiti, tende a diminuire. Questo fenomeno ha causato perdite significative per molte banche, che hanno investito pesantemente in questi strumenti finanziari. Le perdite si sono rivelate particolarmente gravi per i titoli classificati come «detenuti fino a scadenza», il cui valore in bilancio non riflette immediatamente le fluttuazioni di mercato. Tuttavia, se le banche sono costrette a venderli, queste perdite latenti diventano reali e pesano direttamente sui bilanci.

Il caso di SVB (Silicon Valley Bank) ha evidenziato questa fragilità: la banca ha dichiarato una perdita di 2 miliardi di dollari sulla vendita di alcuni titoli, il che ha scatenato una corsa agli sportelli da parte dei depositanti e ha portato al suo fallimento in soli tre giorni. Questo episodio ha messo in luce il pericolo di una strategia basata su investimenti a lungo termine in un contesto di tassi in aumento.

Basta una scintilla per innescarne una nuova

Le autorità di regolamentazione sono diventate più consapevoli del rischio legato ai tassi di interesse e alla fuga dei depositanti, ma molti problemi di fondo rimangono irrisolti. Le banche continuano a essere esposte a perdite non realizzate, soprattutto se i tassi di interesse rimangono elevati. Il rischio è particolarmente alto per le banche regionali e super-regionali, con un forte legame al settore immobiliare e ai clienti con depositi superiori ai limiti assicurati dalla Federal Deposit Insurance Corporation.

Secondo gli esperti finanziari, basterebbe una «scintilla» per innescare nuove crisi nel settore bancario, specialmente se le condizioni economiche peggiorano. I problemi legati all’aumento dei tassi, alle perdite sui portafogli e alla fragilità del sistema finanziario restano una minaccia costante.

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