Uno studio austriaco lancia l’allarme sulle possibili contaminazioni da pesticidi nel pane. Ecco gli inquietanti risultati della ricerca
Le principali linee guida alimentari internazionali e i maggiori esperti di nutrizione, consigliano di inserire nella dieta quotidiana circa 150-200 grammi di pane. Possibilmente preparato con farine integrali o poco lavorate. Una abitudine alimentare, quella del consumo di pane, che appartiene a quasi tutte le tradizioni culinarie del mondo.
Ma è appena arrivata una brutta notizia. Anche questo alimento è a rischio contaminazione da pesticidi. È quello che ha recentemente scoperto uno studio austriaco.
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La ricerca austriaca
In Austria è appena scattato l’allarme pane. A lanciarlo è un gruppo di ricerca che, analizzando 48 prodotti derivati dai cereali, tra cui pane e pasta, ha scoperto livelli fuori scala di Pfas acido trifluoroacetico (Tfa).
Un tasso di contaminazione superiore addirittura di tre volte a quello rilevato da una ricerca comparabile effettuata appena 8 anni fa.
Nessuno dei prodotti su cui sono state effettuate le analisi è rimasto esente da contaminazione con i biscotti al burro a registrare la maggiore presenza di pesticidi e i prodotti tradizionali con il triplo di residui pericolosi rispetto a quelli realizzati con metodi biologici.
La situazione in Italia
La contaminazione da PFAS è presente anche nel nostro Paese. L’ultimo caso rilevato è stato quello dell’acqua in Veneto, regione in cui alcune amministrazioni locali sono state costrette a installare filtri appositi per l’acqua potabile.
Il problema dei PFAS, e del TFA in particolare, non va sottovalutato e riguarda tutto il territorio nazionale, non soltanto le zone industriali o quelle in cui sono presenti coltivazioni intensive di cereali. Il TFA è molto più volatile e solubile rispetto agli altri PFAS e questo aumenta il rischio di contaminazione per il terreno e i principali bacini idrici.
Anche se mancano studi italiani sugli alimenti paragonabili a quello austriaco, non va abbassata la guardia, in attesa che l’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) aggiorni i limiti tossicologici accettabili per il TFA, una sostanza che è stata recentemente classificata come tossica per l’apparato riproduttivo e capace di compromettere la fertilità.
Una misura che dovrebbe arrivare a febbraio del prossimo anno anche se da più parti, vista la pericolosità si chiede di accelerare l’iter.
Quello scoperto in Austria non è il primo caso di pane contaminato
Tre anni fa, nel Regno Unito, un’altra ricerca scoprì tracce di pesticidi nel 50% del pane che veniva regolarmente venduto nei supermercati.
A spiccare, in senso negativo, le quantità di glifosato, una sostanza che l’Istituto italiano Ramazzini ha inserito tra quelle cancerogene, anche in dosi che fino a poco tempo fa venivano considerate non pericolose per la salute.
L’ulteriore dato allarmante dello studio britannico è che la contaminazione riguardava indistintamente tutte le tipologie di pane, pane bianco e integrali compresi, e ognuno dei campioni contaminati conteneva almeno 2 fitofarmaci. E i peggiori in assoluto ne contenevano molti di più.
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