Trump arrestato, ecco cosa succederà adesso e perché non andrà in carcere

Ilena D’Errico

04/04/2023

04/04/2023 - 21:48

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L’arresto di Donald Trump: ecco cosa sta succedendo e quali sono le previsioni per il futuro dell’ex presidente degli Stati Uniti.

Trump arrestato, ecco cosa succederà adesso e perché non andrà in carcere

Oggi gli occhi di tutto il mondo sono puntati sull’ex presidente statunitense Donald Trump, arrestato per l’udienza riguardo ben 34 capi di imputazione alcuni già noti ai media. Il procedimento penale nei confronti di un ex presidente e tuttora politico attivo ha richiesto inevitabilmente una certa cautela, anche se lo stesso Trump ha parlato apertamente sui social dell’imminente arresto che si aspettava. Non saranno, tuttavia, i motivi di segretezza a cambiare il risultato del processo, che molto probabilmente non comporterà nemmeno la carcerazione.

Cosa succederà adesso all’ex presidente Trump?

Mikael Isikoff, giornalista investigativo per Yahoo! News ha per primo anticipato i probabili esiti dell’incriminazione di Trump. Come previsto, nonostante l’arresto formale l’ex presidente non sarà sottoposto alla classica procedura: niente manette, niente foto segnaletica. Non solo, Donald Trump non è stato neanche condotto in cella, bensì da poco rilasciato. Lo stato di arresto dell’ex presidente era sostanzialmente limitato all’udienza, durante la quale Trump è rimasto in custodia della polizia. Una prassi sconvolgente per il clamore mediatico riservato al procedimento, ma che in realtà non ha nulla di eccezionale. Terminato lo stato di custodia, l’imputato è libero almeno fino alla sentenza contraria.

Secondo Isikoff, il procuratore distrettuale di Manhattan Alvin Bragg avrebbe concluso, trattando delle procedure con i servizi segreti e i funzionari del tribunale, l’assenza di necessità per sottoporre Trump a manette e quant’altro. Sono quindi andate in fumo le speranze degli oppositori, che non aspettavano altro che un sostegno governativo tanto simbolico e significativo, ma non sono gli unici ad aver faticato a mascherare la delusione.

Anche i sostenitori di Trump non sono molto soddisfatti di questa scelta, avendo perso l’occasione di farne un vero e proprio simbolo dell’ingiustizia e dell’accanimento nei confronti dell’ex presidente. Il Cnn, peraltro, ha citato la volontà dello stesso Trump di essere sottoposto alle foto segnaletiche, appurata da fonti informate sui fatti. Di certo, una vera foto segnaletica avrebbe incrementato la diffusione della campagna elettorale di Trump, che per il momento ha dovuto ripiegare su un fotomontaggio altamente evocativo stampato sulle magliette per i sostenitori.

Lo stesso Donald Trump, in effetti, si è infuriato terribilmente in seguito all’articolo di Isikoff e non ha esitato a definire l’intera vicenda come surreale. Al momento, però, non ha lasciato alcuna dichiarazione ed è in ritorno in Florida. Le questioni procedurali, comunque, dipendono più che altro da ragioni di procedura penale, mancavano infatti gli elementi affinché si rendesse necessaria l’apposizione di manette.

Allo stesso tempo, l’intera situazione è inevitabilmente inserita in un fragile e delicato equilibrio politico e sociale, avendo posto il tribunale di Manhattan in una situazione quanto mai delicata. Così, uno dei procuratori dell’accusa ha manifestato la preoccupazione che i messaggi sui social di Trump possano inibire i testimoni, ai quali sarà probabilmente garantito un ordine protettivo.

I legali dell’ex presidente, peraltro, si sono battuti duramente per garantire a Trump un processo meno eclatante possibile e hanno in effetti ottenuto di evitare il “circo televisivo” che temevano. Passaggi sotterranei e lontani dai riflettori per l’ex presidente che, al momento, sta ancora ascoltando i capi d’accusa a lui imputati. Con tutta probabilità, pur essendo il primo presidente della storia americana a subire un processo penale, non andrà nemmeno in carcere, anche se il suo status politico non sembra particolarmente influente su questo fattore.

Perché Trump non andrà in carcere

L’ex presidente statunitense in questi giorni si è scagliato duramente contro il presunto accanimento politico e giudiziale nei suoi confronti, ed è proprio ora in ascolto dei capi d’imputazione. Ben 34 capi d’accusa, nonostante tutto insufficienti a presumere il carcere per Trump. Le 34 imputazioni, infatti, appartengono a reati molto lievi secondo l’ordinamento statunitense e la loro elevazione a reati di categoria E può comportare una condanna di circa 4 anni. Assai improbabile che una persona incensurata come Trump, che non ha alcun tipo di precedente penale, e non considerata pericolosa possa finire fisicamente in carcere per una condanna del genere.

Per il momento, Trump si è dichiarato non innocente alle accuse elencate dal giudice Juan Merchan nell’udienza preliminare, dunque non resta che attendere la conclusione del processo per conoscere il verdetto, a prescindere del quale non ci si aspetta la carcerazione di Donald Trump.

Nel dettaglio, il Codice penale dello Stato di New York prevede un sistema di categorie atte a classificare i reati per gravità e perseguibilità. Fra i cosiddetti reati gravi, la categoria E – attribuita alle imputazioni di Trump con il sospetto che le azioni criminose siano servite a nascondere un altro crimine – rappresenta lo scalino minore.

L’accusa maggiore è relativa alla falsificazione di dati aziendali, principalmente in relazione al pagamento in favore della pornostar Stormy Daniels in cambio del silenzio sulla relazione extraconiugale intrattenuta con Trump, allora candidato alle elezioni del 2016. Ufficialmente, il pagamento è stato emesso da uno degli avvocati di Trump, Michael Cohen, il cui rimborso sarebbe stato occultato proprio tramite la falsificazione di dati aziendali. Pare comunque che ci sia anche un’altra donna, Karen McDougal, ad aver ricevuto un compenso dall’ex presidente in cambio del silenzio sulla liaison dell’ex presidente durante la campagna del 2016.

Donald Trump, il cui arresto è stato confermato dalla fotografia che lo ritrae nell’aula di tribunale con dietro due poliziotti - e non la sua scorta personale - si dichiara comunque innocente a tutte le 34 accuse avanzate dal procuratore, compresa quella riguardante la cospirazione. Uscito dall’edificio non ha rilasciato alcuna dichiarazione, ma la sua presenza è attesa intorno alle 02:15 (ora italiana) a Palm Beach in Florida, dove parteciperà a un evento pubblico.

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