Tredicesima e straordinari detassati di più per i redditi bassi

Patrizia Del Pidio

26 Giugno 2023 - 13:09

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Detassazione della tredicesima e degli straordinari nella riforma fiscale: potrebbe spettare al 15% ma solo fino ad un certo reddito.

Tredicesima e straordinari detassati di più per i redditi bassi

Uno degli interventi che la riforma fiscale dovrebbe portare entro breve nelle buste paga dei lavoratori italiani e l’annunciata detassazione di straordinari, premi produttività e tredicesime. A quanto pare, però, il beneficio non sarà uguale per tutti perché le coperture sono poche e si punterà a privilegiare i redditi medio bassi.

A fare da piattaforma alla riforma è la delega fiscale, i cui emendamenti dovrebbe essere finiti di votare dalla commissione Finanze della Camera a breve. Le attenzioni maggiori in questo momento sono rivolte proprio alla proposta di detassare le tredicesime e gli straordinari oltre gli altri redditi aggiuntivi agli stipendi.

Inizialmente era stata espressa la volontà di applicare a questi redditi una tassazione ridotta sul modello della flat tax, ovvero pari al 15%. Ma l’esecutivo deve tener conto anche dei costi e delle coperture di cui può disporre.

Detassazione tredicesima e straordinari mirata

Proprio rientrare nelle coperture non altissime a disposizione dell’esecutivo si sta pensando a una strategia mirata per riuscire ad applicare la detassazione degli elementi reddituali aggiuntivi allo stipendio. La maggior parte delle risorse, e questa sembra essere la strategia che che si sta facendo strada, potrebbero essere destinate ai redditi più bassi che godrebbero, quindi, dell’aliquota al 15%. L’aliquota, poi, salirebbe al crescere del reddito per tornare ordinaria, si presume, a quota 60mila euro.

Si sta ancora riflettendo su quella che potrebbe essere la soglia a cui applicare la detassazione al 15%, ma sembra farsi strada l’ipotesi dei redditi fino a 20mila euro annui.

Decreto lavoro, quali novità

Intanto il decreto Lavoro ha avuto il via libero del Senato, e la novità più succosa che porta è l’ulteriore taglio al cuneo fiscale di 4 punti percentuale che per redditi fino a 25mila porta il taglio al 7%, mentre per redditi fino a 35mila euro il taglio complessivo arriva al 6%.

Ma le novità non finiscono con il taglio al cuneo fiscale, visto che il decreto innalza anche la soglia dei fringe benefitsesentasse. Si tratta dei compensi che il datore di lavoro riconosce al dipendenti “in natura”, come ad esempio i buoni pasto o i bonus bollette che possono essere detassati dagli attuali 258 fino a 3mila euro ma solo per coloro che hanno figli a carico.

Sempre nel decreto Lavoro, inoltre, è previsto che i contratti a termine entro i primi 12 mesi potranno essere rinnovati e prorogati senza le causali. Dopo il termine dei 12 mesi, invece, saranno rinnovabili e prorogabili solo con le previste causali.

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