Torna proprietario del brand di famiglia grazie ai soldi di un cinese. La rinascita di C.P. Company

Giorgia Paccione

19 Novembre 2025 - 14:20

Lorenzo Osti riporta il marchio fondato dal padre nella famiglia con un investimento di 19,6 milioni. In sette anni il fatturato passa da 7 a 120 milioni di euro.

Torna proprietario del brand di famiglia grazie ai soldi di un cinese. La rinascita di C.P. Company

La storia di C.P. Company è quella di un’eredità ritrovata. Nel 2015, Lorenzo Osti, figlio del leggendario stilista Massimo Osti, riesce a riportare il marchio fondato dal padre nella famiglia dopo trent’anni. Un’operazione resa possibile grazie all’incontro con Peter Wang, imprenditore cinese multimilionario e da sempre appassionato del brand bolognese.

L’investimento necessario ammonta a 19,6 milioni di euro per rilevare l’azienda dalla FGF Industry di Enzo Fusco, che l’aveva acquistata nel 2010. Una cifra che a Lorenzo sembrava eccessiva per un’azienda che fatturava appena 7 milioni all’epoca. Eppure quella scommessa si è rivelata vincente: in soli sette anni il fatturato è schizzato a 120 milioni di euro, confermando C.P. Company come uno dei brand di streetwear più influenti al mondo.

Il ritorno alle origini è stato tutt’altro che scontato. Lorenzo, imprenditore nel settore digitale con alle spalle agenzie web scalate oltre il milione di fatturato, non aveva mai pensato di seguire le orme paterne nel mondo della moda. Conosce Wang perché realizza per lui un sito web e tra i due nasce un rapporto professionale che si trasforma in partnership imprenditoriale. Quando scopre che C.P. Company è in vendita, Lorenzo intuisce subito l’opportunità. Come ha raccontato lui stesso: “Gli scrivo un messaggio su WeChat, mi chiama immediatamente”. Wang però è lucido: un’acquisizione cinese diretta danneggerebbe l’immagine del brand: “Se invece lo fai con me è il figlio del fondatore che si riprende il marchio, suona molto meglio”, gli propone.

Nasce così la società partecipata al 95% da Tristate Holdings Limited, il gruppo di Wang, e al 5% da Lorenzo Osti.

L’eredità di Massimo Osti e la genesi di un impero

Per comprendere oggi il vero valore di C.P. Company bisogna risalire alle sue origini. Massimo Osti, grafico pubblicitario bolognese, fonda Chester Perry nel 1971, creando magliette con grafiche di fumetti e trattamenti che le fanno sembrare usate, in controtendenza con lo stile formale dell’epoca. Nel 1978, dopo una causa di Fred Perry, il marchio cambia nome in C.P. Company. Quattro anni dopo, nel 1982, Osti crea Stone Island, l’altro pilastro del suo impero stilistico. Entrambi i brand diventano fenomeni culturali, adottati da sottoculture diverse, anche dagli hooligans inglesi che rubavano le giacche in Italia per rivenderle negli stadi britannici.

La crescita esplosiva però porta problemi finanziari: produrre abbigliamento richiede investimenti anticipati che le banche faticano a sostenere. Nel 1984 Osti vende al Gruppo Finanziario Tessile della famiglia Rivetti. Per quasi un decennio tutto funziona, finché nel 1993 contrasti con Carlo Rivetti portano Massimo a lasciare. Fonda allora Massimo Osti Production, che nonostante vendite importanti fallisce a causa di quella che il figlio Lorenzo definisce diplomaticamente “una manovra speculativa”. I capi finiscono alle bancarelle, svilendo il nome dello stilista, che entra in una depressione dalla quale non si riprenderà più, fino alla morte nel 2005.

La nuova strategia vincente di C.P. Company

Il successo della nuova C.P. Company si basa su un equilibrio tra fedeltà alle radici e capacità di innovare. Lorenzo ha mantenuto la filosofia paterna: “CP ha funzionato nella storia quando in qualche modo capiva cosa succedeva nel mondo in quel momento e lo rifletteva nel suo abbigliamento”. Niente lifestyle aspirazionale o modelli sugli yacht, solo il prodotto. Questa autenticità ha conquistato una nuova generazione di consumatori tra i 15 e i 25 anni, mantenendo la fedeltà dei clienti storici.

L’alleanza con Tristate ha inoltre fornito risorse cruciali per la ricerca. Ogni stagione vengono sviluppati quattro o cinque nuovi tessuti, sfruttando le fabbriche e il laboratorio tecnologico di Hefei. Simbolo iconico del brand restano i goggles, gli occhialoni nati da un’intuizione di Massimo Osti per la sponsorizzazione della Mille Miglia, diventati elemento distintivo apprezzato da rapper internazionali e dalla scena trap francese.

Oggi C.P. Company è un brand conosciuto e amato in tutto il mondo, distribuito attraverso 500 negozi multimarca, con mercati di riferimento in Regno Unito, Italia, Francia e Corea del Sud.

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