Il fallimento di Thomas Cook continua a tenere banco. Il governo del Regno Unito è riuscito a far tornare in patria 140 mila turisti. I costi previsti per l’operazione e i risarcimenti sono alti. Anche la Codacons e gli albergatori italiani sono preoccupati per il crack del tour operator
Il fallimento di Thomas Cook e la conseguente decisione da parte dell’azienda di dichiarare bancarotta ha dato vita a un terremoto non solamente turistico, ma economico e soprattutto a livello globale.
Tant’è che in Regno Unito il rientro in patria, grazie ai mezzi governativi, dei turisti inglesi abbandonati al loro destino, visto che Thomas Cook ha cancellato tutti i voli di di ritorno, è stato definito come la più grande operazione dal dopo guerra. Proprio nella serata di ieri infatti sono riusciti a tornare a casa circa 140 mila turisti dei 165 mila stimati.
Vista la grandezza dell’operazione, il crack economico di Thomas Cook sta costando non solo del tempo al Regno Unito, impegnato nella Brexit, ma anche delle ingenti risorse economiche. Il rimpatrio e rimborsi, compresi quelli dei 600 mila turisti che erano già con le valigie in mano, costeranno circa 600 milioni di sterline.
Thomas Cook inguaia tutti anche l’Italia
Il Regno Unito e gli inglesi però non sono gli unici a essere intaccati dal fallimento del tour operator esistente dal 1841. Infatti da quanto emerso nelle ultime ore, oltre ai 165 mila turisti inglesi, sarebbero bloccati anche 140 mila tedeschi, 35mila scandinavi e 10 mila francesi.
Ancora non si conoscono i numeri dei turisti italiani, ma è ragionevole pensare che siano meno dei francesi, visto che come essi si rivolgono abitualmente ai tour operator del proprio Paese.
E per andare incontro ai turisti italiani si è già espressa la Codacons che in una nota ha dichiarato: “Il ministero degli Esteri deve attivarsi per fornire informazioni ai connazionali che si trovano all’ estero e sono interessati dal fallimento della Thomas Cook”.
La Codacons però non è l’unica a essere preoccupata a livello italiano del crack del tour operator inglese. Sulla situazione ha fatto sentire la sua voce anche Bernabò Boca, Presidente di Federalberghi: “Il fallimento di Thomas Cook potrebbe causare uno tsunami. Siamo molto preoccupati. In poche ore, siamo stati contattati da molti alberghi, ciascuno dei quali vanta nei confronti del tour operator inglese crediti per decine di migliaia di euro, a volte centinaia di migliaia”.
E come quanto dichiarato dalla Codacons, anche il Presidente di Federalberghi lancia un appello al governo italiano: “Chiediamo di intervenire con urgenza presso le autorità inglesi e degli altri Paesi in cui operano le altre società del gruppo di Thomas Cook, per tutelare la posizione delle imprese italiane”.
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