L’inflazione non si arresta ma arriva una buona notizia per i lavoratori dipendenti: l’aumento del Tfr. Ecco chi ci guadagna e quanto.
L’inflazione non si arresta e l’Italia è la più cara in Europa. Le famiglie stanno facendo i conti con gli aumenti di prezzi che hanno caratterizzato il 2022 e che, molto probabilmente, segneranno anche il nuovo anno. Eppure, c’è una buona notizia, almeno per i lavoratori dipendenti, perché con l’aumento dei prezzi sale di quasi il 10% la rivalutazione del trattamento di fine rapporto.
La modalità di accantonamento ed erogazione del Tfr è disciplinata dall’articolo 2120 del codice civile e la legge stabilisce che «in ogni caso di cessazione del rapporto di lavoro subordinato, il prestatore di lavoro ha diritto a un trattamento di fine rapporto. Tale trattamento si calcola sommando per ciascun anno di servizio una quota pari e comunque non superiore all’importo della retribuzione dovuta per l’anno stesso divisa per 13,5».
Ma la notizia interessante è che il trattamento di fine rapporto viene incrementato grazie all’inflazione, vediamo come.
Come l’inflazione fa aumentare del 10% il Tfr
È stato ufficializzato dall’Istat l’indice dei prezzi al consumo, utilizzato per la rivalutazione del trattamento di fine rapporto, che per il mese di dicembre 2022 è risultato pari a 118,21, con un aumento dell’11,3% rispetto all’anno precedente. Un aumento che ha portato il coefficiente di rivalutazione del Tfr a sfiorare 10%, per la precisione a 9,974576. Si tratta di uno degli aumenti più consistenti, almeno dalla metà degli anni ’80, ed è la diretta conseguenza della spinta inflazionistica registrata nel corso dello scorso anno.
L’inflazione, quindi, spinge la rivalutazione del trattamento di fine rapporto verso il 10% perché, come previsto dall’articolo 2120 comma 4, «con esclusione della quota maturata nell’anno, è incrementato, su base composta, al 31 dicembre di ogni anno, con l’applicazione di un tasso costituito dall’1,5 per cento in misura fissa e dal 75 per cento dell’aumento dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, accertato dall’Istat, rispetto al mese di dicembre dell’anno precedente».
Come viene calcolata la rivalutazione del Tfr
Come funziona? Ogni anno, al 31 dicembre, il trattamento di fine rapporto è incrementato - «con esclusione della quota maturata nell’anno» - sulla base di un tasso che viene costituito per l’1,5% in misura fissa e per il 75% dall’aumento dell’indice dei prezzi al consumo, comunicato dall’Istat, e che quest’anno ha raggiunto un coefficiente di rivalutazione vicino al 10%.
L’ammontare accumulato nell’ultimo anno, quindi, non viene rivalutato dal momento che non è oggetto di erosione inflazionistica.
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