Terza guerra mondiale, la mossa che cambia gli scenari: la Cina darà armi alla Russia?

Chiara Esposito

19 Febbraio 2023 - 23:13

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Secondo Blinken la Cina sta valutando la possibilità di fornire alla Russia armi e munizioni. La minaccia: «Ci saranno gravi conseguenze».

Terza guerra mondiale, la mossa che cambia gli scenari: la Cina darà armi alla Russia?

La Cina sta valutando la possibilità di fornire alla Russia armi e munizioni per la guerra in Ucraina, ha affermato il segretario di Stato americano Antony Blinken. Lo ha detto in un’intervista a CBS news dopo aver incontrato il massimo diplomatico cinese, Wang Yi, alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco di Baviera, in Germania, il 18 febbraio 2023.

Nel clima teso del post «balloon gate», Blinken ha sottolineato con fermezza che, sebbene al momento le aziende cinesi stiano fornendo «supporto non letale» alle forze di Vladimir Putin, se Pechino deciderà di fornire armi a Mosca ci saranno «gravi conseguenze». Dichiarazioni sferzanti in un clima sempre più teso.

La risposta della Cina, algida e immediata, rivela i toni accesi del profondo scontro ideologico, strategico e commerciale in atto tra le due superpotenze.

Usa: «Cina-Russia? un’alleanza già consolidata»

"Sin dal primo giorno siamo stati preoccupati di questa possibilità e alcune ulteriori informazioni che stiamo condividendo oggi, e che penso saranno disponibili presto, indicano che Pechino sta seriamente valutando la possibilità di fornire assistenza letale alla Russia".

Nel suo intervento al programma CBS «Face di Nation» Blinken ha più volte sottolineato questo passaggio lasciando intendere una supervisione costante sulle mosse Pechino. I «timori» sull’operato dello sfidante asiatico sarebbero insomma ben documentati:

“Negli ultimi mesi abbiamo già assistito da parte della Cina ad attività di assistenza non letale che va direttamente ad aiutare e favorire lo sforzo bellico della Russia".

Notizia recente è infatti la disposizione USA di sanzioni ai danni di una compagnia per aver presumibilmente fornito immagini satellitari dell’Ucraina al mercenario Wagner Group, che fornisce alla Russia migliaia di combattenti. Da qui ad un sostegno attivo di carattere nazionale, secondo Blinken, il passo sarebbe breve, brevissimo, poiché «in Cina, non c’è alcuna distinzione tra le aziende private e lo Stato».

L’intervento di Blinken tuttavia, pur esponendo informazioni di peso sulle possibili mosse della Cina, resta fumoso. Incalzato dalla giornalista Margaret Brennan su ciò che costituirebbe un sostegno letale allo sforzo bellico della Russia, Blinken si è limitato a risponde:

"Armi...principalmente armi. C’è un’intera gamma di cose che rientrano in quella categoria, dalle munizioni alle armi stesse".

Pechino non accetta «il dito puntato»

La Cina, dal canto suo, ha smentito le notizie secondo cui Mosca avrebbe richiesto attrezzature militari. Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi nel discorso pronunciato durante la conferenza di Monaco ha poi sottolineato come la Cina rispetto alla guerra in Ucraina non sia mai «rimasta a guardare» né tantomeno abbia «gettato benzina sul fuoco».

A onor del vero l’equilibrio è sottile: Pechino non ha mai condannato l’invasione russa cercando di rimanere neutrale nel conflitto e chiedendo nominalmente la pace. L’attacco verbale agli Usa però c’è stato. Il ministero degli Esteri cinese ha infatti affermato che non accetterà «il dito puntato» e la «coercizione» degli States sulle sue relazioni con la Russia. In una nota Wang, sempre riferendosi alla guerra, avrebbe inoltro rivendicato il «ruolo costruttivo» di Pechino nel quadro internazionale.

A suggellare la sua estraneità ai fatti, la Cina si è detta intenzionata a pubblicare un documento che espone la sua posizione sulla risoluzione del conflitto. Da quanto detto da Wang, il documento affermerebbe che l’integrità territoriale di tutti i Paesi deve essere rispettata.

Il reale obiettivo della Casa Bianca

L’unico aspetto evidente è che, con le sue affermazioni, il segretario di Stato statunitense si fa portavoce di un tentativo della Casa Bianca di giocare a carte scoperte e dissuadere il Dragone dal suo intento.

Sebbene sia stata pronunciata una «minaccia» di ritorsioni, lo stesso segretario ha esplicitato come gli Stati Uniti abbiano «un forte interesse nel cercare di gestire il rapporto in modo responsabile» per assicurarsi «che la competizione non viri in conflitto o in guerra fredda».

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