Accordo tra Ue e Cina per una tregua di un anno sulle terre rare e l’export di microchip. Ecco cosa cambia.
Buone notizie per l’Unione Europea e, di conseguenza, anche per l’Italia. Ue e Cina sono giunte a un accordo per sospendere la decisione adottata dal Paese asiatico poche settimane fa di bloccare o rendere più complicata la vendita dei microchip in Europa. Lo scorso 31 ottobre si è tenuto a Bruxelles un incontro tra i funzionari responsabili del dialogo tra Bruxelles e Pechino, dopo che in precedenza c’era stata una telefonata tra il commissario europeo Maros Sefcovic e il ministro cinese Wang Wentao. Sul tavolo, la decisione della Cina di limitare o rendere più difficile l’approvvigionamento di microchip verso il mercato europeo, una misura che aveva allarmato diversi governi e grandi industrie tecnologiche.
Alla fine, le parti hanno deciso di raggiungere una tregua con la sospensione per un anno della misura introdotta da Pechino. Si tratta di una notizia molto positiva per le aziende europee che stavano entrando in difficoltà, soprattutto quelle del comparto automobilistico tedesco, fortemente dipendenti dai semiconduttori importati dall’Asia. Molte imprese, infatti, avevano già segnalato ritardi nelle forniture e il rischio di blocchi produttivi.
Come precisato in una nota della Commissione europea, l’incontro si è concentrato sui temi legati all’introduzione e all’applicazione dei controlli alle esportazioni, con particolare attenzione alle terre rare e ai semiconduttori, settori strategici per entrambe le economie. Bruxelles ha accolto con favore la decisione di Pechino di sospendere per dodici mesi i controlli sulle esportazioni, definendola un passo «appropriato e responsabile» per garantire la stabilità dei flussi commerciali globali in un ambito considerato di importanza cruciale.
Un anno di tempo per cercare un accordo definitivo
Il problema, tuttavia, si ripresenterà tra un anno, quando Ue e Cina dovranno discutere su come mantenere aperta la catena di approvvigionamento. Questo aspetto è cruciale per i Paesi dell’Unione che, nel frattempo, stanno cercando di individuare soluzioni alternative per rendersi più indipendenti da Pechino e ridurre la vulnerabilità tecnologica. La Commissione europea, in tal senso, ha già avviato contatti con partner asiatici come Corea del Sud e Giappone.
Per il commissario Sefcovic, i colloqui si sono rivelati «costruttivi», con entrambe le parti intenzionate a proseguire il dialogo per rafforzare la cooperazione sui controlli alle esportazioni. In questo clima più disteso, l’intesa raggiunta di recente tra Stati Uniti e Cina sembra aver contribuito a spianare la strada anche a una tregua nei rapporti tra Pechino e Bruxelles, favorendo un approccio più pragmatico e orientato alla stabilità commerciale e politica.
La Cina starebbe inoltre valutando di concedere esenzioni al divieto di esportazione per alcuni chip prodotti da Nexperia, azienda olandese a controllo cinese, nel tentativo di allentare le tensioni con l’Europa. Il blocco, imposto da Pechino in risposta ai controlli olandesi sull’azienda, aveva colpito duramente il settore automobilistico europeo. La ripresa delle esportazioni sarebbe parte di un accordo raggiunto tra Xi Jinping e Donald Trump, e la questione è stata discussa anche durante un incontro tra funzionari cinesi e dell’Ue a Bruxelles.
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