Il Tax Freedom Day è il giorno della liberazione fiscale. Giorno in cui ogni ricavo finisce nelle «tasche» dei lavoratori, senza versare tasse e contributi. Ma come funziona? Entriamo nel dettaglio.
Tax Freedom Day, domani martedì 7 giugno scatta l’ora X. Ma cos’è esattamente? Si tratta del cosiddetto «giorno di liberazione fiscale». Giorno in cui ogni ricavo finisce, simbolicamente, nelle tasche dei lavoratori. Senza versare tasse e contributi.
In realtà è un calcolo teorico a cura dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre (Venezia) che serve a quantificare il «peso fiscale» che grava sui cittadini. Ma come si calcola il Tax Freedom Day? Entriamo nel dettaglio.
Tax Freedom Day, ecco come si calcola
Il Tax Freedom Day è il giorno dell’anno in cui, simbolicamente, i cittadini lavorano per «loro stessi» senza versare tasse e contributi. In realtà si tratta di un calcolo teorico a cura dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre (Venezia) che serve a quantificare il «peso fiscale» che grava sui contribuenti.
Il calcolo parte suddividendo la stima del Pil annuo nazionale per i 365 giorni dell’anno, ottenendo così un dato medio giornaliero. Poi vengono prese in considerazione le previsioni di gettito dei contributi previdenziali: le imposte e le tasse che i lavoratori verseranno nel 2022, rapportati al Pil giornaliero. Il risultato di questa operazione permette di calcolare il Tax Freedom Day dello scorso anno. Un semplice esercizio teorico che ha l’obiettivo di evidenziare il «peso fiscale» che grava sui cittadini. Quest’anno l’appuntamento arriva un giorno prima rispetto al 2021. A poco più di cinque mesi dall’inizio dell’anno, 157 giorni lavorativi, inclusi i sabati e le domeniche.
Tra i 27 stati membri dell’Unione europea, nel 2021 l’Italia si era collocata al sesto posto per pressione fiscale con il 43,5%, record storico per il nostro paese. Davanti a noi Danimarca (48,1%), Francia (47,2%), Belgio (44,9%), Austria (43,8%) e Svezia (43,7%). L’anno scorso la media Ue era al 41,5%.
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Tax Freedom Day, la precisazione della Cgia di Mestre
«È corretto segnalare - ha spiegato la Cgia di Mestre - che questo picco record di pressione fiscale non è ascrivibile a un aumento del prelievo, ma alla decisa crescita registrata dal Pil nazionale (oltre il 6,5%) che dopo la caduta verticale registrata nel 2020 (-9%), ha contribuito ad aumentare notevolmente le entrate».
Quest’anno, invece, con una crescita stimata al 2,5%, il peso fiscale è destinato a ridursi dello 0,4%, anche grazie alla riduzione delle imposte e dei contributi decisi dal governo Draghi, tra cui la riforma dell’Irpef.
Al di là della data simbolica del 7 giugno, questo mese è caratterizzato da vero e proprio «traffico fiscale», con 141 scadenze previste, 122 delle quali (pari all’86,5% del totale) prevedono pagamenti. Si parte il 16 giugno con l’Imu.
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