Quali e quante tasse si pagano in Italia

Patrizia Del Pidio

22 Dicembre 2023 - 14:56

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In Italia tra tasse, imposte, tributi, i balzelli che i contribuenti sono chiamati a versare sono davvero moltissimi, ma siamo davvero sicuri di conoscere quali e quanti sono?

Quali e quante tasse si pagano in Italia

Quali e quante tasse si pagano in Italia? Tributi, tasse, imposte, canone, bolli e chi più ne ha più ne metta, gravano sulle spalle dei contribuenti. Anche se la riforma fiscale ha come scopo quello di semplificare le norme tributarie e ridurre, in qualche modo la pressione fiscale che grava sui cittadini, le tasse sono talmente tante che non tutti le conoscono realmente tutte. Basti pensare che le chiamate al versamento superano abbondantemente il centinaio, tra quelle note e quelle meno note.

Gli ultimi dati registrati, relativi al 2022, dicono che la pressione fiscale è arrivata al 43,5%. Un dato impressionante, infatti nel 2019, secondo i dati elaborati dalla CGIA di Mestre, l’Italia era sesto posto in Europa per pressione fiscale, con una percentuale del 42%, nel 2020 era al 42,7%, nel 2021 al 43,4%.
La media dei Paesi Ocse è molto più bassa rispetto a quella italiana, si attesta al 34,1%.

Secondo gli ultimi rilievi effettuati, questo aumento è dovuto al fatto che la pressione fiscale viene misurata in riferimento al Prodotto interno lordo che in Italia negli ultimi anni è aumentato meno rispetto agli importi delle tasse. Quindi non sono aumentate le tasse, è semplicemente cambiato il rapporto tra tasse e Pil. Questa spiegazione a molti italiani però convince poco.

Secondo un rapporto della CGIA di Mestre il panorama fiscale italiano risulta troppo esoso ed estremamente frammentato.
Irpef e Iva sono le tasse che gravano più pesantemente sugli italiani in quanto sono pagate da tutti, ma non sono le uniche a pesare sui portafogli degli italiani.
Vediamo nel dettaglio quali e quante tasse si pagano in Italia.

Quali tasse si pagano in Italia

A pesare di più sui portafogli degli italiani sono senza dubbio Irpef e Iva, poiché vengono pagate da tutti i cittadini, che siano imprenditori, liberi professionisti, dipendenti privati o pubblici. L’Iva, tra le altre cose, è versata anche da chi non ha un reddito vero e proprio visto che si tratta di un’imposta che versiamo ogni volta che acquistiamo qualche cosa, anche il cibo o i prodotti di prima necessità.

Con i nuovi scaglioni Irpef dovrebbero iniziare a esservi dei risultati, infatti si parte da un’aliquota del 23% per le fasce più basse, fino ad arrivare al 43% per chi ha redditi superiori a 50.001 euro annui. Il risparmio di imposta riguarderà soprattutto i redditi medi, ma si parla comunque di risparmi quasi irrisori visto che il massimo sconto che si avrà è pari a 260 euro annui. Infatti i cambiamenti previsti in materia di Irpef prevedono, dal 1° gennaio 2024 l’accorpamento del primo e secondo scaglione di reddito sotto un’unica aliquota, quella al 23%, mentre gli altri rimarranno invariati.

L’Iva è compresa nel prezzo di vendita dei beni, con tre aliquote che sono:

  • 4%;
  • 10%;
  • 22%.

Il bollo auto: per le auto di potenza superiore ai 185 Kw si pagano 20 euro in più per ogni chilowatt superiore al limite.
Il canone Rai deve essere pagato ogni anno da chiunque possegga un televisore, anche se non guarda i programmi della Tv di Stato, è pari a 90 euro, 9 euro al mese per 10 mesi.

Le imposte addizionali energia elettrica, sono oneri ulteriori rispetto al consumo effettivo, ma ci sono anche altri due tipi di imposta: quella erariale e l’addizionale regionale. Spetta da pagare a chiunque consumi energia elettrica, quindi sia imprese che privati.

L’imposta di bollo sui conti correnti viene addebitata direttamente sui conti correnti (sono 34,20 euro all’anno) che abbiano una giacenza media annua di 5.000 euro.

L’IMU, l’Imposta Municipale Unica, é una tassa patrimoniale che si paga sul possesso della casa. Senza dubbio risulta tra le più odiate dagli italiani, i quali hanno pensato di investire magari all’estero così da non pagare l’IMU. E invece abbiamo anche la tassa sugli immobili all’estero.

La Tobin Tax, tassazione applicata su azioni e prodotti derivati.

L’imposta di registro è una tassa che si deve pagare per registrare qualsiasi documento.

La Tari, l’imposta sulla raccolta dei rifiuti. Questa è una tassa molto contestata, infatti, sono sempre più numerosi i cittadini che chiedono il rimborso della Tari per disservizio.

Le accise sono le imposte che fanno gonfiare i prezzi della benzina, del gas, da cui vengono esosi ricavi. Per il 2022 il dato è negativo, infatti grazie ai vari interventi dei governi che si sono susseguiti volti a contenere il prezzo dei carburanti esasperati dalla crisi energetica, c’è stata una riduzione delle entrate relative ai carburanti di 5,8 miliardi di euro.

Dalla tassa su giochi e lotto secondo gli ultimi dati disponibili relativi al 2021 sono entrati nelle Casse dello Stato 13.153 milioni di euro. Anche in questo caso vi è stato un vistoso aumento.

Ce ne sono anche alcune decisamente singolari, ad esempio abbiamo una tassa regionale sulle emissioni degli aeromobili, un’imposta sugli spiriti (cioè la distillazione di alcolici), sui gas incondensabili.

C’è tutto un filone di tasse, poi, che riguardano i sovrapprezzi imposti alla dogana (ad esempio sui fiammiferi e sui sacchetti di plastica non biodegradabili).

Le tasse delle aziende

Ci sono tasse che gravano solo sulle imprese, ad esempio, di cui riportiamo solo le più rilevanti:

  • l’Irap, l’Imposta Regionale sulle Attività Produttive, è l’incubo di chiunque abbia una partita Iva, quindi imprenditori, liberi professionisti, società. Viene calcolata sul valore della produzione netta e ha un aliquota che va dal 4,25% al 8,50%;
  • l’Ires è un’imposta sul reddito delle società dovuta dalla società di capitali ed ammonta al 24%; per le società di comodo è prevista una maggiorazione del 10,5%.

Sempre per le imprese sono previste:

  • ritenute utili societari;
  • diritto Camere di Commercio;
  • imposta sostitutiva per la rivalutazione dei beni di impresa;
  • tassa annuale per i registri contabili;
  • imposta sostitutiva per il regime forfettario;
  • Ias, ovvero l’imposta per l’adeguamento dei diritti contabili;
  • le imposte doganali;
  • imposta regionale per la concessione dei beni demaniali che versa l’ente privato che
  • ha in concessione dei beni del demanio pubblico.

Queste, come detto sono solo le più rilevanti di quelle che pesano sulle spalle di aziende, imprese, società e ditte individuali.

Le altre tasse che non tutti conoscono o considerano

I cittadini sono chiamati a versare un certo numero di balzelli che neanche prendono in considerazione come tali. Pensiamo solo alle tasse sull’istruzione che ogni famiglia versa ogni anno per la frequentazione scolastica del proprio figlio dopo il compimento dei 16 anni di età. Sono previste le tasse di iscrizione, infatti, al quarto e quinto anno delle scuole superiori (non più considerate scuola dell’obbligo dopo il compimento dei 16 anni), tasse per sostenere l’esame di maturità, la tassa per ritirare il diploma e, dopo la maturità, le tasse di iscrizione e frequenza all’università.

Un’altra tassa che non tutti considerano è l’imposta di soggiorno che si versa, indistintamente, quando si soggiorna in una struttura ricettiva che non si trova nel proprio Comune di residenza. Chiunque vada in vacanza e alloggi in albergo la paga, così come è tenuto a versarla colui che deve soggiornare in un hotel per lavoro o per bisogni personali.

La Tosap, poi, è la tassa dovuta per l’occupazione di suolo pubblico che pagano anche le persone fisiche quando, per qualsiasi motivo, occupano la pubblica via.

Quante tasse si pagano in Italia: previsioni per il futuro

Secondo le stime per il futuro la pressione fiscale dovrebbe scendere, questo anche grazie al nuovo disegno di legge sulla Riforma fiscale che dovrebbe portare a una riduzione ulteriori delle aliquote Irpef a tre, dalle attuali 4.
In base alle indiscrezioni trapelate il nuovo sistema dovrebbe prevedere un riordino di deduzioni e detrazioni.

Novità dovrebbero esservi anche per le imprese che dovrebbero essere agevolate dall’eliminazione dell’Irap. L’Ires dovrebbe invece avere un sostanzioso taglio per le imprese che decidono di investire gli utili in occupazione e innovazione.

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