Quali e quante tasse si pagano in Italia

Rosaria Imparato

18 Luglio 2019 - 18:30

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Sono in tanti a chiedersi quante e quali tasse si pagano in Italia. La risposta è tante, troppe: quasi un centinaio. E visto che sono in pochi a pagarle, le tasse sono altissime.

Quali e quante tasse si pagano in Italia

Quali e quante tasse si pagano in Italia? Nel 2019, secondo i dati elaborati dalla CGIA di Mestre l’Italia è al sesto posto in Europa per pressione fiscale, con una percentuale del 42%.

Naturalmente pagare le tasse è giusto, non c’è nessun dibattito da aprire su questo argomento. Piuttosto, viene da chiedersi come mai non solo ci siano così tante tasse, ma anche perchè siano così alte.

Guardando nel portafogli di imprenditori e liberi professionisti, infatti, oltre il 50% dei guadagni va via in tasse.

Secondo un rapporto della CGIA di Mestre il panorama fiscale italiano risulta troppo esoso ed estremamente frammentato.

Irpef e Iva sono le tasse che gravano più pesantemente sugli italiani: è dalla riscossione di queste due imposte che proviene il 55,4% del totale del gettito tributario.

Ma vediamo nel dettaglio quali e quante tasse si pagano in Italia.

Quali tasse si pagano in Italia

A pesare di più sui portafogli degli italiani sono senza dubbio Irpef e Iva, poiché vengono pagate da tutti i cittadini, che siano imprenditori, liberi professionisti, dipendenti privati o pubblici.

Per quanto riguarda l’Irpef, si parte da un’aliquota del 23% per le fasce più basse, fino ad arrivare al 43% per chi ha redditi superiori a 75.000 euro annui.

L’Iva è compresa nel prezzo di vendita dei beni, con tre aliquote sono: 4%, 10% e 22%. Le aliquote più basse vengono applicate solo su pochi beni di prima necessità.

L’Irap, l’Imposta Regionale sulle Attività Produttive, è l’incubo di chiunque abbia una partita Iva, quindi imprenditori, liberi professionisti, società. Viene calcolata sul valore della produzione netta e ha un aliquota che va dal 4,25% al 8,50%.

Il bollo auto: per le auto di potenza superiore ai 185 Kw si pagano 20 euro in più per ogni chilowatt superiore al limite.

Il canone Rai deve essere pagato ogni anno da chiunque possegga un televisore, anche se non guarda i programmi della Tv di Stato, è pari a 90 euro.

Le imposte addizionali energia elettrica, perché non si paga solo il consumo effettivo, ma ci sono anche altri due tipi di imposta: quella erariale e l’addizionale regionale. Spetta da pagare a chiunque consumi energia elettrica, quindi sia imprese che privati.

L’imposta di bollo sui conti correnti viene addebitata direttamente sui conti correnti (sono 34,20 euro all’anno) che abbiano una giacenza media annua di 5.000 euro.

L’IMU, l’Imposta Municipale Unica, é una tassa patrimoniale che si paga sul possesso della casa. Senza dubbio risulta tra le più odiate dagli italiani, i quali hanno pensato di investire magari all’estero così da non pagare l’IMU. E invece abbiamo anche la tassa sugli immobili all’estero, e il costo si calcola come l’IMU.

La Tobin Tax, tassazione applicata su azioni e prodotti derivati, che forse sarà sostituita (casomai dovesse essere approvato il disegno di legge) dalla Raider Tax, una tassa sulla speculazione in Borsa e sulle criptovalute.

L’imposta di registro è una tassa che si deve pagare per registrare qualsiasi documento.

La Tari, l’imposta sulla raccolta dei rifiuti. Questa è spesso una delle tasse che più fa indignare gli italiani, infatti, sono sempre più numerosi i cittadini che chiedono il rimborso della Tari per disservizio.

Le accise sono le imposte che fanno gonfiare i prezzi della benzina, del gas, da cui vengono esosi ricavi. Le accise sulla benzina hanno generato incassi 33,8 miliardi nel 2018.
Dal prelievo sui tabacchi, lo Stato si è assicurato 10,5 miliardi nel 2018, mentre dalla tassa su giochi e lotto 13,9 miliardi nel 2018.

Ce ne sono anche alcune decisamente singolari, ad esempio abbiamo una tassa regionale sulle emissioni degli aeromobili, un’imposta sugli spiriti (cioè la distillazione di alcolici), sui gas incondensabili.

C’è tutto un filone di tasse, poi, che riguardano i sovrapprezzi imposti alla dogana (ad esempio sui fiammiferi e sui sacchetti di plastica non biodegradabili).

Quante tasse si pagano in Italia: previsioni per il futuro

Secondo uno studio realizzato da Unimpresa, basato sul documento di economia e finanza pubblicato dal MEF il 9 aprile 2019, non ci sarà nessuna riduzione delle tasse almeno fino al 2022.

La pressione fiscale che pesa sugli italiani è destinata a salire nelle previsioni: dal 42% di quest’anno al 42,7% nel biennio 2020/21. Nel 2022 dovrebbe fermarsi al 42,5%.

Nel 2020, grazie all’aumento dell’Iva che entrerà in vigore se non dovessero essere sterilizzate le clausole di salvaguardia, il gettito tributario aumenterà di 24 miliardi di euro.

Nel quadriennio 2019-2022, quindi, tra prelievi tributari e versamenti contributivi, le imprese e famiglie italiane si troveranno a pagare a circa 76 miliardi in più rispetto al 2018.

Dei 506,8 miliardi di tasse dovute nel 2019, 248,6 miliardi sono imposte dirette, ad esempio Irpef, Ires, Imu; 257,2 miliardi quelle indirette (Iva, accise), e i restanti 967 milioni fanno parte del “conto capitale”.

Il “conto capitale” è una voce del bilancio pubblico destinato a salire: dai 535,2 miliardi del 2020 ai 559,93 miliardi del 2022.

Prendendo atto delle variazioni del quadriennio 2019-22 rispetto al 2018, ci sarà un aumento del +10,98% delle entrate tributarie nelle casse dello Stato (circa 55,3 miliardi).

Anche i contributi sociali (previdenza e assistenza) cresceranno, dai 234,9 miliardi del 2018 si passerà ai 250,5 miliardi del 2019, ai 244,1 miliardi del 2020, ai 248,3 miliardi del 2021, ai 253,6 miliardi del 2022.

Ad aumentare non sono solo le tasse, ma anche la spesa pubblica. Rispetto al 2018 è previsto un incremento, nonostante la spending review, del +8,85%, pari a 75,5 miliardi.

L’unico aumento lieve previsto è sulla voce che riguarda gli investimenti pubblici, specie per infrastrutture e grandi opere: +11,39%, per un totale di 6,6 miliardi.

Le promesse della politica, a quanto pare, continuano a essere solo parole.

Per chi fosse interessato a tutta la relazione prodotta ad aprile dal MEF, in allegato il documento.

DEF-aprile 2019
Analisi e tendenze della finanza pubblica 2019

Argomenti

# Fisco
# Tasse
# MEF

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