Superbonus, c’è la svolta: crediti sbloccati con la compensazione, cos’è e perché è importante

Simone Micocci

16 Marzo 2023 - 11:39

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Con la conversione del decreto Superbonus sono in arrivo buone notizie per banche e imprese: i crediti incagliati potranno essere utilizzati in compensazione anche per i contributi previdenziali.

Superbonus, c’è la svolta: crediti sbloccati con la compensazione, cos’è e perché è importante

Superbonus, una svolta potrebbe essere dietro l’angolo perlomeno per sbloccare quei crediti ancora incagliati dopo lo stop alla cessione voluto dal governo Meloni.

Mentre si continua a discutere della possibilità di una proroga per le villette, emergono buone notizie per quanto riguarda la possibilità di compensare i bonus casa con i contributi previdenziali. Di questa possibilità se ne è parlato molto nelle scorse settimane ma quel che mancava era una copertura normativa: che puntualmente è però arrivata visto che tra gli emendamenti al decreto Superbonus, al momento all’esame della Camera, spunta anche quello che consentirebbe a banche e imprese, così come ad altri intermediari, di compensare i crediti bloccati con i contributi previdenziali.

Va detto che già nei mesi scorsi ci sono state banche e imprese che anziché cedere il credito ne hanno approfittato per versare i contributi (oltre che per versare imposte): tuttavia tale possibilità è stata più volte ostacolata dalla giurisprudenza. Infatti, la normativa non la prevede chiaramente, in quanto semplicemente tale possibilità è stata ritenuta possibile interpretando apposite circolari dell’Agenzia delle Entrate.

Essendo una questione prettamente “interpretativa”, quindi, la possibilità di compensare i crediti del Superbonus 110% con i contributi previdenziali veniva valutata di volta in volta dai tribunali incaricati. Una situazione che il governo aspira a risolvere nel minor tempo possibile, tanto da chiarire una volta per tutte che la compensazione dei crediti è possibile.

Superbonus, come si sbloccano i crediti grazie alla compensazione

Laddove tale norma dovesse essere approvata, per i concessionari che alla luce delle ultime novità introdotte dal governo Meloni in materia di cessione hanno dei crediti bloccati ci sarebbe una maggiore possibilità di compensazione.

In tal caso, infatti, non ci sarebbero più dubbi interpretativi: i crediti d’imposta derivanti dal Superbonus, ma anche da tutti gli altri bonus edilizi, potranno essere utilizzati per i versamenti dei contributi previdenziali.

Questi si andrebbero così ad aggiungere a tutte le altre possibilità di compensazione, quali:

  • imposte sui redditi, relative addizionali e ritenute alla fonte;
  • Iva;
  • imposte sostitutive delle imposte sui redditi e dell’Iva (cedolare sugli affitti e imposta sul regime forfettari, ad esempio);
  • Irap;
  • Imu;
  • premi per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali;
  • interessi previsti in caso di pagamento rateale;
  • tasse sulle concessioni governative;
  • tasse scolastiche.

In questo modo il credito, impossibile da cedere, potrebbe essere perlomeno utilizzato per il versamento d’imposte e contributi, aiutando così imprese, banche e altri intermediari a smaltirlo il più velocemente possibile.

Si ricorda però che la possibilità di utilizzare il credito in compensazione è aperta solamente a coloro che lo hanno ottenuto tramite sconto o cessione, quali ad esempio il fornitore che ha applicato lo sconto in fattura oppure il primo concessionario del credito. Per quanto riguarda le modalità per la compensazione sono le stesse di quelle previste per l’ordinaria detrazione: quindi, si va dai 5 anni per il Superbonus 110% ai 10 anni per gli altri bonus edilizi.

Le altre novità in arrivo per il Superbonus

Nel frattempo si valutano altre novità per il decreto Superbonus che possiamo così sintetizzare:

  • proroga, come accennato sopra, per le unità unifamiliari, alle quali verrà dato tempo fino al 30 giugno per completare i lavori sulle unità unifamiliari
  • riapertura del Superbonus per quegli interventi agevolati con il sismabonus effettuati nel cratere, come pure quelli effettuati su case popolari (Iacp) oppure per le Onlus;
  • novità anche per infissi, caldaie e condizionatori a pompa di calore. Per questi l’avvio dei lavori - che come noto è condizione essenziale per l’accesso alla cessione del credito, o allo sconto - potrà essere attestata in alternativa da un bonifico parlante (purché risulti effettuato prima del 16 febbraio 2023) o da un’autocertificazione del committente e del contribuente con la quale si attesta l’effettivo avvio dei lavori che, ovviamente, deve essere antecedente al 16 febbraio;
  • si valuta inoltre la possibilità di consentire la comunicazione all’Agenzia delle Entrate anche per cessioni e sconti in fattura relative al 2022.

Infine, in sede di conversione del provvedimento potrebbero esserci novità volte a soddisfare le richieste dei commercialisti. Ad esempio, passando da un obbligo a una facoltà di liquidazione di stati di avanzamento lavoro per gli interventi diversi dal Superbonus, così come per le asseverazioni tecniche dell’attestazione di congruità delle spese relative all’apposizione del visto di conformità.

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