Startup, cos’è il fallimento speciale «fail fast»

Caterina Gastaldi

19 Gennaio 2023 - 16:56

Le startup innovative possono accadere e delle procedure semplificate di fallimento, dette fail fast.

Startup, cos’è il fallimento speciale «fail fast»

Le startup innovative godono di una serie di procedure agevolate e vantaggi fiscali, ideati per semplificarne sia la nascita, sia l’eventuale fallimento. Tra questi c’è anche il “fail fast”, una modalità creata per rendere più rapido e meno complesso il fallimento della startup innovativa, dove necessario.

Questa procedura si attiva in caso di insuccesso della startup innovativa, e risulta meno gravosa rispetto ai normali processi di fallimento.

In pratica, le startup vengono annoverate tra quelle realtà considerate “non fallibili” e trattate come tali, con processi semplificati. Vediamo chi può accedere al fast fail, e come funziona la procedura per il fallimento semplificato delle startup innovative.

Fail Fast: chi può accedere

La procedura del fail fast è prevista solo per le startup innovative, quindi quelle realtà che rientrano in questa definizione. Cosa significa? In pratica che non tutte le startup sono considerate “innovative” e, per questo, non tutte possono utilizzare il fail fast in caso di necessità.

I requisiti in questo caso sono:

  • che la realtà non sia nata da una fusione, cessione, o scissione di rami di impresa;
  • che abbia un fatturato inferiore ai 5 milioni di euro annui;
  • che non sia quotata in un mercato regolamentato o in una piattaforma multilaterale di negoziazione;
  • che sia un’impresa o nuova, oppure costituita da meno di 5 anni;
  • che la residenza sia o in Italia, oppure in un altro Paese dello Spazio Economico Europeo ma con sede produttiva o filiale in Italia;
  • che non distribuisca o abbia distribuito utili;
  • infine, che abbia come oggetto sociale esclusivo o prevalente lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di un prodotto o servizio ad alto valore tecnologico.

Oltre a dover soddisfare queste richieste, la startup per essere innovativa deve anche rispettare almeno uno dei tre requisiti seguenti:

  • che sostenga spese in ricerca e sviluppo pari ad almeno il 15% del maggiore valore tra costo e valore totale della produzione;
  • oppure, che la startup sia titolare o depositaria o licenziataria di almeno un brevetto o un software registrato;
  • infine, che impieghi personale altamente qualificato. Questo significa almeno 1/3 dottori di ricerca, dottorandi o ricercatori, oppure almeno 2/3 con laurea magistrale.

Cos’è il fail fast

Le startup che rispettano le precedenti richiesti possono utilizzare la procedura di fail fast, a volte anche chiamata fast fail, in caso di necessità.
Vista la particolarità delle startup stesse, infatti, diverse dalle imprese comuni, si è resa necessaria la creazione di un sistema ad hoc in caso di insuccesso. Qui è entrato in gioco il fail fast.

Le startup innovative infatti non sono soggette alle normali procedure concorsuali. Anzi, nell’articolo 31 del decreto-legge n. 179/2012 si legge “la startup innovativa non è soggetta a procedure concorsuali diverse da quelle previste dal capo II della legge n. 3/2012”. In pratica, il fail fast utilizza le procedure ideate già per il fallimento di persone fisiche, e soggetti non fallibili.

Il fail fast prevede che le startup innovative siano assoggettate in via esclusiva alla procedura di composizione della crisi da sovra-indebitamento e di liquidazione del patrimonio. In particolare, sono esonerate sia dalle procedure di fallimento, sia da quelle di concordato preventivo e liquidazione coatta amministrativa.

La procedura

La procedura prevista dalla legge 3/2012 è la seguente:

  • raccolta dei documenti, con valutazione della situazione della startup, assicurandosi che possa effettivamente accedere al fail fast. Si procede con una descrizione dettagliata dell’attività e delle modalità che hanno portato al sovraindebitamento, compresa una raccolta di contratti, atti, ecc;
  • predisposizione del piano a seguito dell’analisi dei documenti, la legge 3/2012 prevede diverse procedure a seconda della situazione specifica;
  • nomina di un gestore, che possa seguire la procedura;
  • deposito del piano in tribunale, in questa fase è obbligatorio rivolgersi a un avvocato. A seguito della verifica e delle valutazioni (anche del gestore nominato) si deposita il piano di pagamento in tribunale, che dovrà essere valutato dal giudice.

Perché serve il fail fast delle startup innovative

Le ragioni per cui le startup sono incluse tra i soggetti non fallibili sono diverse molteplice. Da un lato è necessario per permettere alle startup innovative di poter rinascere in altra forma, senza dover subire troppe perdite (anche di tempo) durante il processo di fallimento, limitando anche gli oneri dovuti e ridurre i tempi per la liquidazione giudiziale.

Dall’altro la startup e chi ne è rimasto coinvolto, subisce anche una minore stigmatizzazione in caso di insuccesso.

La legge numero 3/2012

La legge 3/2012 è stata ideata per risolvere situazioni economiche particolarmente difficili per i debitori. I soggetti non fallibili che non possono concretamente pagare i propri debiti trovano protezione proprio in questa legge.

Di fatto la procedura prevede che la parte debitrice possa soddisfare i debitori in base a quanto può effettivamente pagare, permettendo anche di ridurre e rateizzare i pagamenti. In questo modo potrà preservare i fondi necessari al suo sostentamento e a quello della sua famiglia, potendo così ripartire da una situazione neutrale, anche quando sovraindebitato.

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