Nuovo boom dei prezzi al supermercato, su quali beni può arrivare la stangata tra siccità e blocco del grano

Giacomo Andreoli

18 Luglio 2022 - 16:30

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Siccità e blocco del grano ucraino possono portare a nuovi aumenti al supermercato. Per Lorenzo Bazzana (Coldiretti), intervistato da Money.it, un’azienda agricola su 10 rischia la chiusura.

Nuovo boom dei prezzi al supermercato, su quali beni può arrivare la stangata tra siccità e blocco del grano

Forte siccità e blocco del grano ucraino, con l’accordo tra Kiev e Mosca che ancora non arriva, stanno mettendo a dura prova l’agricoltura italiana e l’intera filiera del cibo. A soffrirne di più è il Nord, tra Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia, con diversi terreni e aziende, soprattutto nella Pianura Padana, colpiti duramente dalla carenza idrica, vista la secca del Po e degli altri fiumi.

Lorenzo Bazzana, responsabile economico di Coldiretti, spiega a Money.it che “un’impresa agricola su tre sta lavorando sotto costo e una su dieci è a rischio chiusura entro fine anno”. Una situazione drammatica, che si abbina a una riduzione dei consumi che si registra da settimane.

A fronte di prezzi sempre più alti, infatti, le famiglie comprano di meno e questo prima o poi potrebbe costringere le aziende ad abbassarli. Ma non sarebbe una buona notizia, perché “significherebbe guadagni ancora inferiori per chi produce e rischio crescente di fallimenti”.

Il pressing europeo per liberare il grano ucraino

Sul fronte estero il presidente francese Emmanuel Macron ha telefonato al collega turco Recep Erdoğan per provare ad aprire dei corridoi straordinari che portino il grano fuori dall’Ucraina. L’obiettivo è liberare 22 milioni di tonnellate di grano ferme nei silos del Paese, con i porti di Mariupol, Kherson, Mykolaïv e Odessa ancora in stallo per il blocco russo.

Per Joseph Borrell, alto rappresentante per la Politica estera dell’Ue, l’intesa per liberare i porti è “una questione di vita o di morte”, da cui dipende l’esistenza stessa di “decine di migliaia di persone”, soprattutto in Africa. Qui ci sono nazioni come l’Uganda che dipendono dal grano ucraino per il 90% e dove il rischio di carestia è più che concreto.

Ma a soffrirne molto sarebbe anche tutto l’Occidente, in cui imprenditori e artigiani che lavorano cereali e farine già vedono costi quasi raddoppiati rispetto a fine 2020 e inizio del 2021, con effetti a catena sui prezzi del carrello della spesa.

Prezzi dei concimi schizzati alle stelle

Confagricoltura segnala che la produzione, solo per i cereali, si è già ridotta del 30%. La mancanza di pioggia e il caldo record stanno seccando la terra, scottando la frutta e la verdura e provocando stress negli animali nelle stalle.

Serve maggiore irrigazione, ma costa e l’aumento dei prezzi di concimi ed energia, rafforzati dalla guerra in Ucraina, causano rincari per tutta la filiera. Rispetto a un anno fa i mangimi costano il 90% in più, i concimi addirittura il 170% e il gasolio il 129%.

Al di là dei valori medi - ci spiega Bazzana - i concimi in alcuni casi sono triplicati, perché soprattutto quelli azotati arrivano principalmente da Russia, Bielorussia e Ucraina: quindi tra sanzioni e guerra ci sono vari problemi e anche lo sblocco dei porti sul Mar Nero non porterebbe grandi miglioramenti”. Il «prezzo» dell’irrigazione, così, è fino a cinque volte più alto rispetto a dodici mesi fa.

Balzo in arrivo per frutta e verdura

Secondo Coldiretti il taglio dei raccolti sta spingendo molto gli aumenti al supermercato: il balzo è almeno dell’11% per la frutta e del 12% per la verdura, ma si potrebbe salire ancora, con una vera e propria nuova stangata per i consumatori.

Questo si sommerebbe a una situazione in cui, secondo l’associazione di rappresentanza dell’agricoltura italiana, la spesa alimentare delle famiglie italiane costerà oltre 8,1 miliardi di euro. Un dato sottoposto a correzioni al rialzo, visto il progressivo peggioramento della siccità.

Tutti i prodotti coinvolti dagli aumenti

Al momento senza piogge i raccolti di foraggio e mais per l’alimentazione degli animali stanno producendo la metà (precisamente il 45% in meno), quelli di riso e grano duro un 30% in meno (il frumento tenero leggermente di più). Si registra poi un calo del 20% sulla produzione di latte e del 15% per la frutta.

Dipende poi da territorio a territorio - aggiunge Bazzana - ci sono zone in cui la siccità è stata mitigata grazie a maggiore irrigazione e altre in cui i terreni non sono irrigui e le spighe sono rimaste poche. Ovviamente il Nord è più penalizzato perché non è abituato alla siccità: è in sostanza una novità”.

Già a giugno i prezzi dei beni alimentari sono aumentati in media dell’8,8% rispetto allo scorso anno. La nuova stangata potrebbe colpire in primis i cereali, tra cui riso, mais e grano tenero, con la pasta che è già arrivata a livelli mai così alti da decenni, ma non solo. Effetti pesanti ci potrebbero essere sul costo al supermercato di ortaggi (come la barbabietola), semi di girasole, pomodori e frutta (in particolare pere, albicocche, meloni, cocomeri e ciliege).

A rischio la riduzione dell’Iva sui beni di largo consumo

La situazione può migliorare in modo evidente con un ritorno delle piogge, ma a far rifiatare le famiglie potrebbe essere anche un intervento dell’esecutivo per abbassare l’Iva sui beni di largo consumo. Il provvedimento è tra quelli allo studio nel prossimo decreto luglio, a rischio, però, vista l’attuale crisi di governo. Tra i beni alimentari l’idea era quella di ridurre al minimo o addirittura azzerare per un tempo limitato l’Imposta sul valore aggiunto per pasta, pane, carne, frutta e verdura.

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