Non si può parlare dei sondaggi referendum 2025, ma ormai tutto sembrerebbe deciso con la politica - grazie alla connivenza dei mass media - sempre più allergica a voler dare la parola ai cittadini.
Sondaggi referendum 2025: dalle ore 24:00 di venerdì 23 maggio 2025 e fino alla chiusura dei seggi elettorali ne è vietata la pubblicazione come prevede una delibera dell’Agcom dello scorso aprile.
In questo caso però i sondaggi appaiono essere totalmente inutili, visto che il destino dei referendum 2025 è segnato fin da quando lo scorso gennaio la Consulta ha dichiarato ammissibili i quattro quesiti sul lavoro voluti dalla Cgil e quello sulla cittadinanza promosso da +Europa.
Occorre ricordare che essendo dei referendum abrogativi per essere validi dovranno essere votati dal 50% più uno degli aventi diritto, questo a prescindere dalla vittoria del Sì o del No.
Tolti gli spazi che per legge la tv pubblica deve riservare agli appuntamenti elettorali, per il resto si è parlato molto poco di questi cinque referendum e, nelle rare volte in cui è capitato, l’argomento è stato quello dell’invito all’astensione - in maniera più o meno esplicita - da parte dei pesi massimi del nostro governo.
I quattro referendum sul lavoro sono stati firmati da 4 milioni di italiani, mentre quello sulla cittadinanza ha raccolto oltre 600.000 firme in soli venti giorni, ma se i quesiti proposti non piacciono al governo ecco calare il silenzio totale da parte dei mass media, esempio lampante del motivo per cui l’Italia è messa molto male nella classifica della libertà di stampa.
Parlare di sondaggi oppure - cosa ancora migliore - dei quesiti del referendum assomiglia molto a una totale perdita di tempo, visto che alla fine il quorum non sarà raggiunto con gli italiani che avranno perso l’ennesima occasione per dire la loro - votando a favore oppure contro - su temi molto importanti come le tutele nel mondo del lavoro e della concessione della cittadinanza ai cittadini stranieri legalmente residenti nel nostro Paese.
Sondaggi referendum inutili, decide solo la politica
Altro che sondaggi referendum 2025, per spiegare il teatrino andato in scena nelle ultime settimane si può benissimo tirare in ballo un termine che viene spiegato alla prima lezione di ogni corso di comunicazione: l’agenda setting.
Il principio è abbastanza semplice: se un fatto non viene riportato dai mezzi di informazione, questo è come se non fosse mai accaduto. Tornando ai cinque referendum 2025, basta applicare questa strategia per fare naufragare dei quesiti sgraditi.
Di certo in Italia occorre ripensare anche ai meccanismi dei referendum abrogativi, visto che negli ultimi decenni il quorum è stato superato solo una volta nel 2011 quando gli italiani si sono espressi sull’acqua pubblica e contro un ritorno al nucleare.
Il paradosso è che il centrodestra ora invita all’astensione mentre nel 2022 sottolineava l’importanza di recarsi alle urne in occasione dei referendum sulla giustizia, un autentico flop visto che solo il 21% degli aventi diritto si è presentato ai seggi.
Situazione capovolta - al contrario - adesso per il centrosinistra, ma anche la CEI che adesso ha sottolineato l’importanza del voto nel 2005 ha boicottato il referendum sulla procreazione assistita.
La verità è che in generale la politica è allergica al voler dare la parola ai cittadini: quanto sarebbe meglio fare campagna per il No quando si è contrari a un referendum invece che invitare all’astensionismo? Pensate a quanto uscirebbero rafforzati Meloni e Salvini se per esempio il quesito sulla cittadinanza venisse bocciato dalla maggioranza degli italiani.
Cercare notizie di sondaggi sul quorum dei referendum 2025 così è doppiamente inutile: per prima cosa non sono pubblicabili, poi perché nessun bookmaker accetterebbe scommesse sul superamento o meno del quorum visto l’esito scontato.
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