Sondaggi politici elettorali: vola il PD che è il primo partito, scompaiono Bersani e Alfano

Alessandro Cipolla

1 Giugno 2017 - 16:57

Sondaggi politici elettorali: secondo l’istituto Ixè allunga il PD che stacca il M5S, bene anche la Lega mentre perderebbero sempre più consensi Bersani e Alfano.

Sondaggi politici elettorali: vola il PD che è il primo partito, scompaiono Bersani e Alfano

Sondaggi politici elettorali: notevole balzo del Partito Democratico che stacca un Movimento 5 Stelle in calo, bene Lega Nord e Forza Italia mentre sembrerebbe continuare la crisi di Alternativa Popolare e del Movimento Democratici e Progressisti.

Questo è lo scenario italiano fotografato da un sondaggio politico elettorale realizzato dall’istituto Ixè e pubblicato in data 30 maggio. Una situazione questa che muterebbe i rapporti di forza tra i vari partiti.

Visto che ormai c’è quasi la certezza della scelta del modello tedesco come nuova legge elettorale, il sorpasso con conseguente allungo del Partito Democratico nei confronti del Movimento 5 Stelle può essere determinante ai fini della costruzione del prossimo governo.

Sempre ragionando in ottica di una nuova legge elettorale di stampo tedesco, il sondaggio politico evidenzierebbe grossi problemi per i partiti minori che, anche in caso di unione in un unico listone, rischierebbero comunque di non superare la soglia di sbarramento.

Sondaggi politici elettorali: PD primo partito

La svolta iniziata dal Movimento 5 Stelle in materia di legge elettorale sembrerebbe premiare il Partito Democratico a discapito proprio dei pentastellati. Dopo il voto favorevole sulla piattaforma Rousseau, furono infatti proprio i grillini a dettare un’accelerata verso il modello tedesco.

Una scelta che, nonostante il plebiscito da parte degli attivisti certificati nel voto online, con ogni probabilità non è piaciuta alla pancia del Movimento, con il sondaggio politico condotto da Ixè che fa registrare un netto calo per i 5 Stelle.

Ne approfitta di questa flessione il Partito Democratico, che grazie anche a un Matteo Renzi ormai onnipresente su TV e carta stampata distanzia i pentastellati, attestandosi come primo partito del paese.

Nel centrodestra bene Forza Italia e Lega Nord, anche se le strade tra il carroccio e il partito di Silvio Berlusconi sono destinate a separarsi. Nonostante un calo di Fratelli d’Italia, una coalizione unitaria sarebbe comunque al momento in testa davanti anche al PD.

Rischiano molto invece i partiti minori fagocitati dal predominio mediatico dei maggiori leader nostrani. Il ricorso a grandi listoni per cercare di approdare in Parlamento ormai appare scontato, meno però l’esito visto che lo sbarramento al 5% che rappresenta un grosso ostacolo soprattutto per i centristi.

Vediamo allora secondo il sondaggio politico elettorale condotto da Ixè quali percentuali vengono assegnate a ciascun partito, mettendo tra parentesi la variazione rispetto all’ultima rilevazione effettuata dall’istituto.

  • Partito Democratico 29,3% (+0,7%)
  • Movimento 5 Stelle 28% (-0,5%)
  • Forza Italia 13% (+0,1%)
  • Lega Nord 12,6% (+0,2%)
  • Fratelli d’Italia 4,3% (-0,3%)
  • Movimento Democratici e Progressisti 2,7% (-0,1%)
  • Alternativa Popolare 2,6% (-0,2%)
  • Sinistra Italiana 2,4% (/)
  • Altri 5,1% (+0,1%)

Naturalmente con la nuova legge elettorale tedesca al momento nessun partito o coalizione otterrebbe la vittoria. Il fatto però che il Partito Democratico sia attestato come prima forza del paese può essere determinante ai fini della formazione del prossimo governo.

Sondaggi politici: che governo sarà?

Il sondaggio politico elettorale condotto da Ixè è molto interessante soprattutto se letto alla luce di quella che con ogni probabilità sarà la nuova legge elettorale. Se non dovessero esserci intoppi, il testo verrà approvato a inizio luglio, con le nuove elezioni che come ormai appare certo si terranno a fine settembre o inizio ottobre.

Il modello elettorale tedesco è un sistema di voto puramente proporzionale con metà dei parlamentari che vengono eletti tramite collegi uninominali, mentre per l’altra metà si pesca nei listoni. La soglia di sbarramento è fissata al 5 % e non sono presenti premi di maggioranza.

Visto che nessuno grazie al grande equilibrio e al sistema di voto potrà uscire vincitore da queste elezioni, decisivo risulterà chi tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle risulterà il più votato.

Il Presidente Mattarella infatti, in caso di pareggio elettorale, andrà ad affidare l’incarico di formare il nuovo governo a quello che risulterà essere il primo partito. Se si dovesse trattare del Movimento 5 Stelle, i pentastellati proveranno a cercare di ottenere la maggioranza magari con un appoggio esterno da parte della Lega Nord e di Fratelli d’Italia.

Solitamente i 5 Stelle si sono sempre dimostrati contrari in maniera netta a ogni possibile alleanza, ma le ultime esternazioni di Luigi Di Maio aprono una porta a un’intesa sempre però sul piano programmatico.

Sentendo una possibile vittoria quindi vicina, il Movimento 5 Stelle potrebbe cercare i voti di altre forze politiche, ma anche qui soprattutto al Senato l’impresa potrebbe essere più ardua di quanto si creda.

Se nel caso i grillini non dovessero riuscire a trovare i numeri per governare, allora ecco che la palla passerebbe al PD. Ma se dovessero essere i dem a risultare il primo partito alle elezioni, allora tutto sarebbe più semplice con il tanto discusso governo con Forza Italia che troverebbe meno difficoltà a prendere vita.

Per quanto riguarda i partiti minori Angelino Alfano è in difficoltà. I toni molto accesi e di polemica verso Matteo Renzi sono quelli di chi si è sentito tradito. Il ministro degli Esteri comunque, si è detto fiducioso di poter allestire un listone centrista e moderato in grado di poter superare la soglia di sbarramento. La missione però dati alla mano appare molto ardua.

Più chance invece per la sinistra. Bersani assieme a Sinistra Italiana e il Campo Progressista di Giuliano Pisapia, magari con l’aggiunta dei Verdi e dei Radicali, non dovrebbe avere problemi a superare l’asticella.

Matteo Renzi ha già annunciato che chiederà il voto utile all’elettorato di sinistra, ma se questo listone dovesse trovare un leader capace di incalzare in campagna elettorale il segretario del PD, ecco che potrebbero essere proprio i dem a soffrire di questa divisione.

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