Ecco quali sono gli smartphone che emettono più radiazioni tra quelli in circolazione: nella lista c’è anche qualche nome pesante, come Samsung, Apple e Google.
Ogni telefono espone il corpo umano a delle radiazioni. Chi più chi meno, tutti siamo soggetti all’influenza tangibile degli smartphone a livello «radioattivo». Quando si parla di radiazioni e smartphone, però, è essenziale basarsi su evidenze aggiornate. Nonostante l’esposizione a RFR (radiazioni a radiofrequenza) sia inevitabile per l’uso quotidiano - per esempio durante chiamate o navigazione internet - tutti i dispositivi venduti in Europa e negli Stati Uniti devono rispettare soglie standard (fino a 2 W/kg in UE e 1,6 W/kg negli USA) consentendo livelli di emissione comparabili.
Tuttavia, il confronto tra dispositivi rivela differenze significative nei valori SAR. E ci sono degli organi e delle associazioni predisposte al controllo e all’analisi di queste radiazioni. Il Bundesamt für Strahlenschutz (Ufficio federale tedesco per la protezione dalle radiazioni), ad esempio, ha stilato una classifica dei modelli con emissioni più elevate, indicando che non tutti gli smartphone sono equivalenti in termini di esposizione. C’è quello meno impattante e quello che, invece, è appena sotto i limiti predisposti per la commercializzazione. Anche la recente classifica firmata Bodywell non è da meno.
Ecco perché è importante conoscere i dispositivi oggi disponibili e le relative emissioni SAR, basandosi su dati aggiornati e affidabili al 2025: una mappa trasparente per orientarsi nel mercato con maggiore consapevolezza.
Smartphone, radiazioni e tumori: cosa è importante sapere
Quando si parla di radiazioni e telefoni cellulari, è facile sottovalutare il potenziale impatto sulla salute umana. Gli smartphone, come qualsiasi dispositivo dotato di antenna, emettono radiazioni a radiofrequenza (RFR): una componente necessaria per le comunicazioni vocali e dati, ma che resta sotto stretti limiti normativi.
La prima cosa che dobbiamo capire è proprio questa. Tutti i telefoni commercializzati e in vendita rispettano le normative vigenti; pertanto, non c’è un rischio di base specifico per il corpo umano che varia in base ai modelli. L’impatto delle radiazioni, seppur minimo, è comune a tutti i dispositivi e non implica conseguenze per la salute umana. A patto che, ovviamente, vi sia sempre un uso responsabile del dispositivo.
E per uso responsabile, ad esempio, rientrano buone abitudini come il dormire lontano da smartphone accesi e in funzione, preferire le modalità in vivavoce o con auricolari per ridurre l’esposizione durante le chiamate e tutte le altre migliori pratiche precauzionali che è sempre bene tenere a mente.
E, poi, c’è da sfatare un altro mito. Le radiazioni degli smartphone non provocano o aggravano alcuna forma di tumore. Una vasta revisione commissionata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha analizzato oltre 5.000 studi pubblicati tra il 1994 e il 2022, selezionandone 63 per la valutazione finale. Il risultato è chiarissimo: non è stato riscontrato alcun aumento del rischio di tumori al cervello o altre forme tumorali correlate al collo o alla testa, nemmeno tra chi utilizza il telefono per 10 anni o più.
Ma ciò non significa che i telefoni siano tutti uguali, anzi. Esistono alcuni modelli in circolazione più «radioattivi» di altri. Ecco, allora, le classifiche aggiornate in tal senso.
leggi anche
La classifica dei migliori smartphone del 2025

Telefoni e radiazioni: i 10 smartphone più pericolosi per indice SAR
Uno dei parametri più utilizzati per valutare le emissioni dei dispositivi mobili è il SAR (Specific Absorption Rate), ovvero il tasso di assorbimento specifico. Esprime la quantità di energia elettromagnetica assorbita dal corpo umano durante l’uso del dispositivo, ed è misurato in watt per chilogrammo (W/kg).
Negli Stati Uniti, la soglia massima consentita è di 1,6 W/kg, come abbiamo anticipato. In Europa il limite sale a 2. Un valore SAR più basso indica un’esposizione minore alle radiazioni durante l’utilizzo del telefono.
Stando ai dati Bodywell, in cima alla classifica dei telefoni con le emissioni più alte troviamo il Motorola Edge, che raggiunge un valore SAR di 1,79 W/kg, superando di gran lunga la media dei dispositivi attualmente in commercio. E, di fatto, risulta anche fuori scala rispetto al limite USA (mentre per l’Europa è pienamente nella norma).
Ecco la classifica aggiornata dei dispositivi in commercio con il SAR più elevato.
Posizione | Modello | Indice SAR |
---|---|---|
1 | Motorola Edge | 1,79 W/kg |
2 | ZTE Axon 11 5G | 1,59 W/kg |
3 | OnePlus 6T | 1,55 W/kg |
4 | Samsung Galaxy A13 | 1,27 W/kg |
5 | Samsung Galaxy S24 Ultra | 1,26 W/kg |
6 | Samsung Galaxy S24 | 1,23 W/kg |
7 | Apple iPhone 13 Pro | 1,20 W/kg |
8 | Google Pixel 7a | 1,20 W/kg |
9 | Samsung Galaxy S22 Plus | 1,19 W/kg |
10 | Apple iPhone 13 Mini | 1,19 W/kg |
I dati parlano chiaro. Oltre a Motorola, che fa registrare l’indice SAR più elevato, troviamo altri marchi importanti. Il colosso Samsung, ad esempio, è presente in classifica con ben 4 modelli (A13, S24, S24 Ultra e S22 Plus). Un altro marchio che salta all’occhio è sicuramente Apple, con l’iPhone 13 Mini. Ma anche OnePlus e Google Pixel sono modelli molto amati in Italia e che riscuotono tanto successo tra le alternative - a Samsung - per quanto riguarda Android.
Va comunque rimarcato che ogni cellulare presente in classifica rispetta i limiti imposti dalla legge in materia di radiazioni e, pertanto, l’uso di tali smartphone non costituisce a priori un rischio per la nostra salute.
leggi anche
È tempo di dire la verità sul 5G

Come si calcolano le radiazioni di uno smartphone?
In merito al binomio radiazioni e telefoni cellulari, va detto che la comunicazione mobile utilizza inevitabilmente campi elettromagnetici ad alta frequenza e per parlare al cellulare, ad esempio, si viene in contatto (nel vero senso della parola) con alte emissioni, considerando che si avvicina il telefono il più possibile all’orecchio. Ma anche quando è in tasca o nella borsa lo smartphone emette comunque delle radiazioni che possono impattare sul corpo umano, soprattutto entro una certa distanza.
E come si possono calcolare queste radiazioni? In scienza esistono diverse analisi efficaci che restituiscono la misurazione in SAR, grazie alle quali si può determinare con puntualità l’energia delle emissioni assorbita, appunto, dal corpo. L’unità di misura si esprime in watt per chilogrammo (W/Kg) e la soglia massima, come abbiamo visto, è di 2 W/Kg per quanto riguarda gli smartphone, come stabilito dalla Commissione Internazionale per la Protezione delle Radiazioni Non Ionizzanti (ICNIRP) nel lontano 1998.
Tutto questo per evitare, ovviamente, effetti negativi per la salute, sebbene siano stati fatti numerosi studi negli anni che hanno, in sostanza, confermato che le onde a radiofrequenza non sono portatrici di base di tumori o patologie specifiche. Ovviamente, anche grazie al limite imposto dalla legge.
Ma i telefoni, da questo punto di vista, non sono tutti uguali. Basti che pensare che, nel 2023, sua maestà Apple ha dovuto ritirare il proprio iPhone 12 dal mercato francese a causa delle troppe radiazioni emesse. O, ancora, si può citare uno studio dell’Università di Ginevra che afferma, senza mezzi termini, come possa esserci una correlazione tra l’uso prolungato dello smartphone - soprattutto tra i giovani - e la fertilità maschile, proprio in base alle emissioni radiomagnetiche dei dispositivi stessi.
Insomma, si tratta di un tematica anche delicata, soprattutto considerando che si tratta di un mercato in continua espansione, non solo tecnologica ma anche in termini di quantità.
© RIPRODUZIONE RISERVATA