Smart city: cosa ne pensano e cosa si aspettano gli italiani

Niccolò Ellena

11 Aprile 2022 - 08:14

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Una ricerca di Pepe Research su oltre duemila persone fa luce sulla percezione e sulle attese. Milano ancora una volta è capofila

Smart city: cosa ne pensano e cosa si aspettano gli italiani

Pepe Research, azienda di ricerche di mercato, ha svolto una ricerca per conto di Intel per indagare la percezione degli italiani riguardo le smart city. La ricerca si è svolta dall’11 al 23 ottobre 2021 e il campione utilizzato è stato di 2010 individui con un’età compresa tra i 18 e i 64 anni.

Dalla ricerca emerge che il 49% degli intervistati ha soltanto una vaga idea o nessuna di cosa sia una smart city.

Il campione si è però dimostrato interessato al tema, elencando, in maniera spontanea, alcuni elementi che sono reputati fondamentali: sostenibilità e natura (25%), tecnologia (12%) e mobilità (11%).

Similarmente, quando stimolato dall’intervistatore, il campione afferma che gli aspetti più importanti nella smart city siano l’attenzione all’ambiente e alla sostenibilità (48%), sicurezza delle città (45%), efficienza energetica e mobilità intelligente (40%).

Milano è la prima smart city d’Italia

Interrogato sul livello di “smartness” della propria città, il campione ha consentito di stabilire che la città considerata più intelligente al momento è Milano, che si aggiudica 6,2 punti su 10. Al secondo e al terzo posto si posizionano Bologna e Padova, rispettivamente con un voto di 6 su 10; si pone alla fine della classifica Roma, con un punteggio medio di solo 4,3 punti su 10.

Sebbene ancora molto lontane dalle metropoli asiatiche Shanghai e Tokyo, citate dal campione come punto di riferimento, su un orizzonte di dieci anni è previsto dagli intervistati un trend di “smartness” in crescita: Milano raggiungerà un voto medio di 7,4 su 10, Bologna 7,2 e Padova 7,1.

Ricerca smart city Pepe Research 2022 Ricerca smart city Pepe Research 2022

A trarre maggior vantaggio da ciò sarebbe tutta la popolazione, con i giovani (89%) e le giovani coppie (88%) che sarebbero le componenti sociali più interessate.

Da non escludere anche l’interesse degli anziani per questa possibilità: secondo il 62% del campione vivere in una smart city sarebbe interessante anche per le persone della terza età.

Il ruolo dello smart working

Pratica fondamentale del modo di vivere nella smart city è sicuramente lo smart working, probabilmente il più importante lascito della pandemia, che oggi offre molte possibilità interessanti.

Il campione ha infatti affermato che questa pratica ha cambiato il proprio modo di rapportarsi con il territorio in cui vive nel 78% dei casi, specialmente in relazione al numero di spostamenti compiuti e alla quantità di luoghi frequentati.

Gli italiani si sono dichiarati in larga misura favorevoli alla continuazione dello smart working: il 79% ha affermato di volerlo praticare di più.

Nonostante ciò, questa pratica non è stata scevra da critiche riguardo alla sua applicazione: l’83% del campione ha infatti affermato che molti aspetti dello smart working necessitano di essere migliorati, incolpando, nel 45% dei casi, la dotazione software e hardware inadeguata per poter lavorare in maniera smart.

La ricerca evidenzia un altro aspetto importante dello smart working, la dicotomia nord-sud: secondo l’83% del campione, infatti, non ci sono le stesse possibilità in tutta Italia di approfittare di questa possibilità.

Come le smart city influenzano la mobilità nazionale

Con l’implementazione dello smart working, è fondamentale anche ripensare alla mobilità nazionale, dal momento che ha un peso sulle città stesse, ad esempio nel settore immobiliare.

Alla domanda se valuterebbero di trasferirsi in una città diversa dalla loro, gli intervistati hanno risposto negativamente nel 63% dei casi, un dato che è sintomo di una società ancora molto stanziale.

Similmente, interrogati sulla loro disponibilità di trasferirsi in una smart city, questi hanno risposto negativamente nel 73% dei casi.

Sempre interrogato sulla sua disponibilità alla mobilità quotidiana verso una smart city, il campione ha risposto di essere disponibile a trasferirsi nel 61% dei casi a patto che si trovi nella sua regione e nel 79% a patto che questa sia situata nella sua provincia.

Quanto saresti disposto a spendere per una smart city?

Il 68% dei cittadini dichiara di essere disposto a sostenere un costo economico per vedere la propria città diventare una smart city.

La maggioranza è disponibile a spendere circa 150 euro in più all’anno, ma il 18% del campione si è dichiarato pronto a investire fino a 600 euro in più all’anno per vivere in una smart city; il 5% arriverebbe a spendere fino a 300 euro in più al mese.

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