Selfie con De Filippi in lutto: lo scatto-trofeo a ogni costo

Giorgia Bonamoneta

26/02/2023

26/02/2023 - 21:23

condividi

Maria De Filippi, in lutto per la morte del marito, si è ritrovata a scattare un selfie con dei fan. Ecco come la caduta dell’ultimo tabù ha generato la corsa allo scatto-trofeo.

Selfie con De Filippi in lutto: lo scatto-trofeo a ogni costo

I selfie insieme alla vedova Maria De Filippi non sono altro che la prova della mancanza di empatia nella quale siamo sempre più immersi. Le foto rubate avevano lo scopo di mettere da parte uno scatto-trofeo da custodire nel proprio smartphone e per ottenerlo alcune persone hanno superato persino il vergognoso disagio di chiedere a una donna in lutto una foto.

Niente è meno privato di un funerale di un personaggio pubblico, neanche il volto addolorato di chi lo amava e lo conosceva. I volti sono fotografati, alla ricerca di un comportamento su cui puntare il dito, come non soffrire o non piangere abbastanza. Non solo il giornalismo fa il suo sporco lavoro di informazione, passando da cronaca dei fatti a descrizioni di sentimenti nascosti dietro un paio di occhiali scuri, anche il pubblico vuole la sua parte.

La tecnologia ha reso social anche il lutto. Non ci stupisce più infatti leggere i messaggi di “riposa in pace” sotto a notizie di personaggi pubblici o anche di amici di Facebook deceduti. È caduto, dicono gli esperti di informatica, anche l’ultimo tabù digitale. Dopo il sesso, la malattia e l’amore, anche la morte entra nella quotidianità della rete, dei commenti e delle foto condivise.

Sono proprio gli scatti del dolore, quelli rubati ai presenti al funerale di Maurizio Costanzo, che stanno facendo discutere le piazze virtuali. Appare evidente a moltissimi che non è giusto chiedere un selfie a Maria De Filippi di fronte al feretro del marito. Ma se non è giusto, socialmente accettato e anzi additato dalla stragrande maggioranza come un comportamento di cattivo gusto e mancanza di rispetto, perché è avvenuto? Ci si potrebbe domandare che cosa ha spinto delle persone a chiedere un selfie in quel momento di cordoglio pubblico. Che sia soltanto uno scatto-trofeo da aggiungere a ogni costo alla propria galleria?

Selfie funerario: un fenomeno storico, ma mutato

I selfie funerari non sono una novità del digitale. Il rapporto tra fotografia e ambiente funerario non è infatti nuovo e anzi vanta una tradizione addirittura secolare. Per esempio è molto comune la fotografia post mortem, quella ai defunti, quella presente nei cimiteri e durante i funerali che si è sviluppata a partire dall’Ottocento.

Non tutti si potevano permettere di fotografare la persona cara defunta, perché la fotografia non era molto diffusa e per questo spesso si utilizzavano anche altri sistemi, come i dipinti, per immortalare l’immagine della persona non più in vita. Con il diffondersi della fotografia nella società questa ha perso il suo rapporto diretto con la morte e ha iniziato a rappresentare sempre di più il ricordo di un momento vissuto, quindi “vivo”.

A differenza del passato nella quale la fotografia era un oggetto a uso privato, oggi i selfie sono un gesto improntato alla condivisione. Anche all’interno dei contesti funerari il loro scopo è quello di condividere un’esperienza, un momento. È evidente che parte del rapporto tra selfie e condivisione sia passato inevitabilmente attraverso le dirette televisive di commemorazione a personaggi pubblici, funerali di Stato o altri momenti funerari di condivisione.

Anche in questo caso è stato il moltiplicarsi della tecnologia degli smartphone in mano ai presenti a rendere le dirette ufficiali in TV sempre più un momento individuale.

Scattare un selfie: tra egoismo e condivisione

Allora perché scattare un selfie con un parente in un evento pubblico, come nel caso di Maria De Filippi al funerale del marito Maurizio Costanzo? Sui social si è scatenata la critica a quei gesti definiti come estrema mancanza di rispetto.

Sono diversi i sentimenti che suscitano: dallo sdegno al rimprovero per una mancanza di empatia - alessitimia, l’opposto dell’empatia che non permette di comprendere uno stato d’animo in un contesto - fino a un voyeurismo del dolore altrui. L’uno non esclude l’altro ed è forse la somma di questi sentimenti e comportamenti che spingono le persone alla ricerca di uno scatto-trofeo, che altro non è che un irrompere violentemente nella vita del personaggio pubblico in un momento privato, anche se pubblico come il funerale di Maurizio Costanzo.

Può sembrare quindi un atto individualistico, anche per l’origine stessa della parola “selfie” affine a selfish cioè “egoista”, ma lo scopo del selfie non è quello di rimanere in una galleria privata, quanto di essere pubblicato, condiviso. È proprio questa corsa alla condivisione che ha spinto le persone a chiedere il selfie a Maria De Filippi in un luogo nel quale sapevano di poterla trovare.

Foto di rito: il simbolo della diseducazione alla tecnologia

Personaggi famosi, attori e attrici, sportivi o più in generale i vip sono considerati individui straordinari, cioè fuori dall’ordinario e che non sono raggiungibili dalle persone “comuni”. Questo rende ogni collegamento con loro, come una foto o un autografo, un oggetto simbolo di un determinato status. Accanto al feticcio, che conferma ad altri il ricordo dell’incontro avvenuto, si deve sommare il fenomeno della vetrinizzazione e della condivisione.

La morte è l’ultimo dei tabù caduti con i social, ma c’è ancora molta resistenza ed è evidente dalle critiche mosse in queste ore a chi ha chiesto un selfie a Maria De Filippi. Questa non si è tirata indietro e come altri personaggi pubblici - il caso dell’autografo di Gerry Scotti durante il funerale della madre - è rimasta composta nel suo ruolo pubblico.

Il paradosso dei selfie con Maria De Filippi alla veglia per Maurizio Costanzo è un esempio dell’addossamento degli eventi e il loro restringimento all’interno di un rettangolo. Si tagliano i bordi, cioè il contesto e rimane soltanto ciò che è visibile sullo schermo retroilluminato. Sono le conseguenze di una mancata educazione alla privacy, all’empatia e al rispetto del prossimo, che vengono meno soprattutto nelle situazioni visibili attraverso la lente della macchina fotografica o, in questo caso, dello smartphone.

Argomenti

# Selfie
# TV

Iscriviti a Money.it