Esistono alcuni segnali nascosti che indicano l’avvicinarsi del burnout lavorativo. Ecco come riconoscerli e gestirli per abbassare i livelli di stress
Il burnout lavorativo è una particolare condizione di esaurimento mentale e fisico, causata dall’accumulo di stress, che porta a perdere energia, interesse e motivazioni professionali.
Una condizione che accomuna sempre più persone in questo periodo storico iper frenetico e ricco di preoccupazioni e in cui l’imperativo è diventato quello di performare a tutti i costi.
C’è soltanto un problema: l’arrivo del burnout è difficilissimo da scoprire in quanto ha sintomi e segnali che possono facilmente confondersi con comuni problematiche di carattere fisico.
Proviamo a capire quali sono gli indicatori a cui dovremmo fare particolare attenzione e qualche consiglio per riportare lo stress sotto i livelli di guardia.
I segnali del burnout
La prima distinzione da fare è quella tra stanchezza e burnout. La prima è una condizione spesso temporanea. Il secondo si manifesta con carenza di energie, insonnia, dolori fisici ricorrenti e, nei casi più gravi, con problemi digestivi e abbassamento delle difese immunitarie.
Un altro segnale importante di possibile esaurimento sono le oscillazioni dello stato d’animo. Passare tra tristezza, gioia, euforia e rabbia senza che succeda nulla di particolare è un indicatore da non sottovalutare.
Idem la capacità di mantenere alto il livello di concentrazione: se cala drasticamente e tendiamo spesso a distrarci significa che siamo quasi al limite e abbiamo bisogno di una pausa.
I disturbi psicosomatici sono un altro chiaro indicatore. Molte persone in pieno burnout soffrono di forti e frequenti mal di testa, hanno problemi gastrointestinali e denunciano tensioni muscolari difficilissime da togliere.
Un’alimentazione sbagliata potrebbe accelerare l’arrivo del burnout
Sull’avvicinarsi o meno della sindrome da burnout lavorativo ha un fortissimo impatto anche l’alimentazione.
Saltare il pranzo o la cena, mangiare troppo poco e placare la fame con cibi troppo zuccherati, provare a tenersi svegli con molti caffè, sono abitudini che alimentano lo squilibrio glicemico e fanno aumentare i livelli di cortisolo, ovvero dell’ormone responsabile dello stress.
E se avere una dieta squilibrata è potenzialmente pericoloso, il digiuno lo è anche di più. Non mangiare riduce il serbatoio energetico disponibile e manda il tilt il nostro cervello quando arrivano i momenti di tensione sul lavoro.
Cosa fare ogni giorno per difendersi dal burnout
Gli psicologi e gli esperti di stress lavorativo suggeriscono di prendere alcune piccole abitudini per tenere l’esaurimento a debita distanza.
La prima è quella di mantenere una dieta sana ed equilibrata senza saltare i pasti. La seconda è quella di impegnarsi in attività fisiche gestibili come brevi allenamenti o camminare all’aria aperta. Meglio evitare, invece, i workout estremi per scaricare la rabbia e lo stress: rischiano solo di far aumentare la frustrazione e la stanchezza.
Il burnout si combatte anche dando importanza al riposo. E non soltanto quello garantito dalle giuste ore di sonno. Durante la giornata lavorativa è fondamentale prendersi piccole pause e, una volta usciti, è importante impegnare il cervello in attività gratificanti che permettano di ricaricare le batterie.
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