Scuole chiuse in Veneto e Friuli Venezia Giulia per tutto gennaio: Regioni contro il Governo

Antonio Cosenza

4 Gennaio 2021 - 14:01

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Ufficiale: in Veneto e in Friuli Venezia Giulia scuole superiori chiuse fino al 31 gennaio 2021. Le Regioni si muovono contro il Governo Conte, convinte che non esistono le condizioni per un ritorno in classe in sicurezza.

Scuole chiuse in Veneto e Friuli Venezia Giulia per tutto gennaio: Regioni contro il Governo

Lo avevamo detto: la riapertura delle scuole superiori il 7 gennaio è tutt’altro che certa. Molte Regioni non sono d’accordo con la data individuata dal Governo in quanto ritengono che la situazione sanitaria non permetta un rientro in sicurezza in classe.

Ed è notizia dell’ultima ora che ci sono Regioni che hanno scelto di passare ai fatti andando contro la decisione del Governo di riaprire le scuole superiori - seppure con una didattica in presenza al 50% - già dalla giornata di giovedì.

Ci riferiamo al Veneto e al Friuli Venezia Giulia, le quali potrebbero fare da modello per tutte quelle altre Regioni contrarie alla riapertura degli istituti subito dopo l’Epifania.

Il Veneto chiude le scuole superiori per tutto gennaio

Il Veneto è la Regione che più preoccupa sul fronte Covid: nelle ultime 24 ore la crescita dei contagi ha rallentato, pur non arrestandosi, toccando le 1.686 unità (a fronte di 50 decessi).

I cittadini hanno rispettato le restrizioni”, sottolinea il Governatore Luca Zaia, “ma queste non sono state sufficienti per bloccare la diffusione del virus”. Servono misure forti ed è per questo che Zaia ha annunciato ai giornalisti presenti alla conferenza stampa di oggi di aver firmato un’ordinanza con la quale viene stabilito che le scuole superiori dovranno continuare in didattica a distanza almeno fino al 31 di gennaio 2021, poi si vedrà.

Al momento - vista la situazione epidemiologica in Italia - Zaia non ritiene sia “prudente” riaprire le scuole. Per questo motivo la Regione Veneto ha deciso di andare contro la volontà del Governo che, come ribadito da Giuseppe Conte nella giornata di domenica 3 gennaio, intende riaprire tutte le scuole già dal primo giorno della ripresa delle lezioni, ossia da giovedì 7 gennaio.

Almeno nel Veneto, quindi, gli studenti delle superiori dovranno stare un altro mese lontani dalle scuole. E nel frattempo sta crescendo il fronte di coloro che sono contrari alla riapertura delle scuole superiori dal 7 gennaio, con la possibilità che molte altre Regioni possano prendere l’esempio del Veneto decidendo autonomamente a riguardo.

Anche il Friuli Venezia Giulia chiude le scuole fino al 31 gennaio

Stessa linea adottata dal Friuli Venezia Giulia, come annunciato in queste ore dall’assessore regionale all’Istruzione, Alessia Rosolen.

Questa ha spiegato come si tratti di una “scelta di responsabilità che supera il consenso di chi voleva un rientro veloce e ampio a scuola” (chiaro riferimento al Ministro Azzolina); una decisione presa esclusivamente per tutelare la salute degli studenti e di tutto il personale della scuola, perché anche se non si può trascurare l’importanza delle lezioni in presenza è fondamentale garantire “una condizione di salute” a tutti coloro che fanno parte di questo sistema. Una condizione che tuttavia lo stato attuale della pandemia non è in grado di garantire.

Altre Regioni prenderanno il loro esempio?

Il Governatore dell’Emilia Romagna, nonché Presidente della Conferenza Regioni, Stefano Bonaccini, ha chiesto al Governo un nuovo incontro per ridiscutere del rientro in classe il 7 gennaio; Conte e la Azzolina però sembrano essere decisi della propria posizione ed è per questo che molte Regioni stanno decidendo in autonomia.

E dopo Veneto e Friuli Venezia Giulia la prossima a comunicare un rinvio del ritorno in classe potrebbe essere la Regione Marche; ma attenzione anche a Campania e Lazio, sempre se nel frattempo non arrivi una decisione nazionale per evitare una riapertura “a macchia di leopardo”.

D’altronde, come spiegato in queste ore da Fabio Ciciliano, segretario del CTS, non è importante aprire le scuole quanto “cercare di tenerle aperte”. Riaprirle per qualche giorno per poi doverle nuovamente chiudere “è una cosa che il Paese non si può permettere in quanto sarebbe la testimonianza provata del fatto che i contagi stanno nuovamente aumentando”.

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