L’ondata di caldo non pesa solo sulla salute: tra bollette, acqua, spese per il tempo libero e prodotti estivi, arriviamo a spendere 550 euro in più al mese. Ecco come correre ai ripari.
Il caldo torrido non sfinisce solo le persone ma anche le loro finanze: l’aumento delle temperature, infatti, costa circa 550 euro in più al mese.
Nelle ultime estati, il caldo estremo non è più un’eccezione ma una normalità. Le ondate di calore che colpiscono l’Italia, spesso già da giugno, hanno un impatto tangibile sul nostro stile di vita e sul nostro portafoglio. L’aumento delle temperature non riguarda solo le difficoltà sanitarie o ambientali, ma comporta un vero e proprio salasso economico per le famiglie italiane.
Secondo l’analisi condotta da Assoutenti, una famiglia media può arrivare a spendere fino a 550 euro in più al mese per far fronte alle esigenze imposte dal caldo. Ma perché questa cifra è così alta? E soprattutto, ci sono strategie per contenere questi costi senza rinunciare al benessere? Ecco tutto quello che c’è da sapere a riguardo.
Caldo estremo: ecco perché ci costa 550 euro in più al mese
Affrontare un’estate torrida ha un prezzo ben preciso, e a pagarlo sono le famiglie italiane. Secondo l’analisi di Assoutenti, il caldo estremo può costare tra i 500-550 euro al mese a nucleo familiare. Una cifra che si distribuisce su più fronti. In primo luogo, c’è l’aumento della bolletta elettrica: i condizionatori accesi più a lungo e con maggiore intensità fanno salire i consumi di energia. Si parla di un rincaro mensile tra gli 80-120 euro solo per il raffreddamento domestico.
Anche l’utilizzo dell’acqua aumenta: più docce per rinfrescarsi, irrigazione dei giardini, lavaggio di vestiti sudati e maggiore consumo per idratarsi portano a un incremento di 20–30 euro. A ciò si aggiungono le spese per la cura della persona: creme solari, diventate indispensabili per proteggersi dai raggi UV, costano tra 30-40 euro al mese. Gli integratori per reintegrare sali minerali, anch’essi spesso necessari, aggiungono altri 20–40 euro.
Non mancano le ricadute anche sul fronte della mobilità e del tempo libero. L’aria condizionata in auto e l’aumento dell’uso della macchina, spesso preferita a passeggiate per evitare l’esposizione al sole, fanno salire la spesa di carburante tra 48-80 euro. E per chi cerca refrigerio altrove, spiagge e piscine rappresentano una voce significativa: ingressi, lettini, ombrelloni e pasti fuori casa possono portare a una spesa mensile tra i 120-180 euro. Un costo che incide in modo particolare sulle famiglie con figli, soprattutto nelle città dove mancano alternative pubbliche adeguate per rinfrescarsi.
Caldo estremo: ecco come risparmiare senza morire di caldo
Fortunatamente, esistono numerosi accorgimenti per ridurre il peso economico delle ondate di calore, senza rinunciare al comfort. Assoutenti ha diffuso una serie di buone pratiche che possono aiutare le famiglie italiane a fronteggiare l’estate con intelligenza e parsimonia.
Il primo consiglio riguarda l’utilizzo consapevole del condizionatore: non impostarlo mai al di sotto dei 25 °C, usare la funzione timer per limitarne l’accensione nelle ore notturne o assenti da casa, e ricordarsi di pulire regolarmente i filtri per mantenerne l’efficienza. In parallelo, è utile sfruttare la ventilazione naturale: arieggiare la casa al mattino presto, chiudere tapparelle e tende nelle ore più calde e utilizzare ventilatori dove possibile.
Anche il consumo idrico può essere ottimizzato: preferire docce brevi e a temperatura moderata, raccogliere l’acqua fredda iniziale per riutilizzarla (ad esempio, per piante o pulizie), e bere acqua del rubinetto, ove potabile, anziché acquistare acqua minerale.
Per l’alimentazione, privilegiare prodotti locali e di stagione permette non solo di risparmiare ma anche di ridurre l’impatto ambientale. Preparare a casa snack e pasti da portare in spiaggia o piscina evita spese eccessive fuori casa. Inoltre, ridurre l’uso dell’auto quando possibile, magari preferendo mezzi pubblici o spostamenti nelle ore meno calde, contribuisce sia al risparmio economico sia alla sostenibilità.
Seguendo queste semplici ma efficaci strategie, è possibile ridurre di 200 euro le spese aggiuntive legate al caldo, dimostrando che affrontare l’estate non deve per forza significare svuotare il portafoglio.
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Il caldo estremo incide sulla produttività: Inps suggerisce di sospendere le attività per queste attività
Le alte temperature non si ripercuotono solo sulle spese domestiche, ma anche sull’intero sistema economico e produttivo. Secondo uno studio di Allianz Research, l’ondata di caldo del 2025 potrebbe costare all’Italia quasi un punto percentuale di PIL. A livello europeo, si parla di una perdita media dello 0,5%, con conseguenze più gravi nei Paesi più esposti come Spagna, Grecia e, appunto, Italia.
Uno dei settori più colpiti è quello delle attività all’aperto come agricoltura, edilizia e servizi esterni. Lo stress da calore riduce la produttività e mette a rischio la salute dei lavoratori, infatti si rischia di avere un ictus da colpo di calore. Proprio per questo motivo, l’INPS ha recentemente aggiornato le linee guida sull’accesso alla cassa integrazione per temperature estreme.
È ora possibile richiedere l’interruzione dell’attività lavorativa anche in caso di temperature percepite superiori ai 35°C, non solo reali. Questo vale soprattutto quando l’umidità o l’irraggiamento solare rendono insostenibile il lavoro, in particolare in ambienti non schermati o quando si utilizzano dispositivi di protezione che generano calore.
Molte Regioni hanno già disposto la sospensione obbligatoria delle attività nei settori più a rischio nelle ore centrali della giornata, tra le 12:30-16:00, durante i giorni con allerta caldo. Un segnale importante, che sottolinea come il cambiamento climatico stia modificando profondamente anche le dinamiche del lavoro, rendendo sempre più urgente l’adozione di misure preventive e protettive.
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