Il Paese ha ancora ingenti riserve di gas naturale ma per sfruttarlo del tutto c’è bisogno di nuove esplorazioni e investimenti.
La Russia è al primo posto tra i Paesi con le maggiori riserve di gas naturale al mondo. Secondo gli ultimi dati detiene circa 47,8 trilioni di metri cubi di gas. Al secondo posto figura l’Iran con 33,7 trilioni e al terzo posto il Qatar con 24,1 trilioni. Seguono poi Turkmenistan, Stati Uniti, Arabia Saudita, Venezuela, Cina, Emirati Arabi e Nigeria.
Al Forum Energy Space, il capo della commissione statale per le riserve russo, Igor Shpurov, ha annunciato lo stato delle riserve totali di gas naturale della Russia e per quanti anni ancora permetteranno al Paese di estrarlo.
Quаntі аnnі durеrаnnо lе rіѕеrvе dі gаѕ nаturаlе in Russia
Ufficialmente le riserve totali di gas naturale della Russia saranno sufficienti per altri 98 anni. Il problema, però, è che per riuscire a sfruttarle interamente serviranno nuove esplorazioni geologiche, il miglioramento delle tecnologie per sviluppare giacimenti con riserve difficili da recuperare e quindi ingenti investimenti. Secondo Shpurov, le riserve di gas convenzionale della Russia sono già esaurite al 70% e la quota di riserve difficili da estrarre nelle riserve attuali è del 54%.
Per questo motivo, la commissione per le riserve statali propone di sostenere l’industria del gas stimolando lo sviluppo delle riserve difficili da estrarre e chiede la creazione di sostegni statali per sviluppare una serie di giacimenti con l’obiettivo di recuperare quelle riserve che appartengono alla Russia, sono nel sottosuolo, ma risultano oggi complesse da sfruttare.
Mantenere il primato energetico per la Russia è molto importante perché rappresenta gran parte della ricchezza economica del Paese, visto che la maggior parte di gas e petrolio viene esportata all’estero in cambio di denaro. Anche se attualmente le esportazioni si sono ridotte a causa della guerra in Ucraina e del blocco commerciale subito da Mosca. Va detto, però, che se in Europa la Russia non esporta più gas e petrolio, la sua quota è stata sostituita da altri Paesi asiatici amici, soprattutto la Cina. In Europa, al posto della Russia, a dominare ora sono gli Stati Uniti, che hanno aumentato drasticamente la quota di esportazioni di gas e petrolio nel vecchio continente.
L’Europa, inoltre, ha deciso di dire addio in modo definitivo e permanente al gas russo a prescindere dalla guerra in Ucraina. Bruxelles infatti ha compiuto un passo storico verso l’indipendenza energetica, raggiungendo un accordo politico, seppur provvisorio, che prevede la cessazione permanente dell’importazione di gas russo e l’uscita dal petrolio, sempre russo, entro il 2027. Nel dettaglio, la road map sarà la seguente:
- stop alla fornitura di gas naturale liquefatto entro il 31 dicembre 2026;
- stop al gas fornito tramite pipeline entro il 30 settembre 2027 e, se i livelli di stoccaggio saranno insufficienti, gli Stati membri potranno estendere questo termine fino al 31 ottobre 2027.
In questo modo, entro novembre 2027 l’Europa avrà eliminato in modo definitivo tutte le importazioni di gas russo.
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