Rivoluzione smart working: come ha cambiato le priorità delle aziende

Seedble

23 Novembre 2022 - 08:57

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Molte aziende hanno abbandonato il modello di smart working full remote ma, in ogni caso, dovranno comunque adeguarsi alla flessibilità sul luogo di lavoro.

Rivoluzione smart working: come ha cambiato le priorità delle aziende

Lo smart working è arrivato, ha travolto tutti, ha lasciato il segno e adesso fatica ad andare via. Se è vero che molte aziende, dopo l’emergenza sanitaria, hanno abbandonato il modello “full remote”, è anche vero che la quasi totalità di queste dovrà comunque continuare a fare i conti con un mondo che di fatto, vuoi o non vuoi, ha fatto amicizia con la flessibilità in termini di luogo di lavoro.

Ci saranno sempre clienti o partner che dobbiamo sentire in video call o colleghi che alternano la presenza al lavoro da remoto, così come ci saranno sempre più aziende che abbracciano modalità più agili e snelle di lavoro, come quelle che hanno trasformato gli uffici (in tutto o in parte) in spazi di socialità o che addirittura si appoggiano a coworking esterni.

Ma questa nuova era come ha segnato le priorità delle aziende? Quali sono le nuove red flag a cui le aziende devono fare attenzione quando implementano questo modo di lavorare o, semplicemente (e inevitabilmente), si confrontano con un’altra azienda che le ha adottate?


Cybersecurity: il tema a cui non tutti pensano

Dai ransomware (i famosi “virus del riscatto” che sottraggono dati dai pc e lo rilasciano solo dietro pagamento di somme elevate) alle più fantasiose tipologie di sottrazione dei dati da parte degli hacker, la digitalizzazione imposta dalla “remotizzazione” del lavoro ha portato con sé nuove tematiche che occupano oggi i pensieri delle aziende.

Il 47% del personale apicale in ambito IT infatti, secondo uno studio di Splunk, ha riscontrato un aumento degli attacchi informatici con l’avvento della pandemia, evidenziando anche come questo sia stato accompagnato a un aumento della vulnerabilità dato dal lavoro a distanza (nel 36% dei casi). Le aziende che vogliono sopravvivere in questa era digitale, pertanto, riscontreranno necessariamente nella sicurezza dei lavoratori a distanza Ubi dei principali obiettivi interni, con policy e sistemi di cybersecurity adeguati.


Secondo un report di Alvarez & Marsal, il fenomeno arriverà a coinvolgere l’80% delle aziende, per le quali la sicurezza informatica giocherà il ruolo di asset fondamentale; basti pensare che questo settore, entro i prossimi anni, toccherà addirittura una spesa stimata per le aziende intorno ai 133,8 miliardi di dollari. E ciò che deve ancor più preoccupare è che, nonostante questi ingenti investimenti, nel mondo resteranno comunque milioni di situazioni scoperte.

Great resignation: i rischi per i dati aziendali

Oltre allo smart working, alla remotizzazione e alla digitalizzazione, però, ci sono anche altri fenomeni a contorno che stanno contribuendo significativamente al ruolo chiave giocato dalla cyber security, come quello delle c.d. grandi dimissioni.

Secondo il «Data Exposure Report 2021» di Code42, società di software per la sicurezza informatica, esiste una stretta correlazione tra i comportamenti dei dipendenti e l’aumento dei pericoli per le aziende, soprattutto se parliamo di cyber security e rischi in termini di proprietà intellettuale: nel 2021 infatti è stato registrato un aumento del 40% di “eventi di esposizione dei dati” rispetto al 2020. Il report evidenzia anche come nel 54% dei casi inoltre le aziende non abbiano un piano di risposta pronto e adeguato per fronteggiare tali casistiche.

Se le persone infatti lasciano l’azienda e la lasciano in rapporti critici, va da sé che il rischio della fuga di dati è ancora più elevato - anche solo per un moltiplicarsi delle occasioni di fuoriuscita di informazioni aziendali. Tutto ciò va quindi sommato a quanto già detto e contestualizzato all’interno di un sistema che nella gran parte dei casi si muove su dinamiche di lavoro ibrido, che espone inevitabilmente i dati anche a fughe accidentali

Privacy e sicurezza

Oltre alla sicurezza dei dati, poi, è sempre necessario ricordare che (soprattutto in Italia e in generale in Europa, grazie al Gdpr) ci si muove in un sistema fortemente tutelante del diritto alla privacy e al trattamento dei dati personali.

Tutto ciò deve necessariamente essere conciliato quindi con i contemporanei sistemi di lavoro che prevedono spesso il ricorso a spazi di lavoro tendenzialmente condivisi: basti citare i classici coworking, chiari nella mente di tutti, per capire la portata del problema.

Anche in questo caso, quindi, è necessario notare come non sia strettamente la modalità di lavoro a essere incompatibile con i dettami di legge, quanto piuttosto come questa viene attuata: si renderanno quindi in questi casi più che mai necessari regolamenti e policy in tema di trattamento dei dati e di tutela della privacy in tutti i potenziali ambienti di lavoro.

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