Riforma successioni e donazioni, cosa cambia dal 2026?

Patrizia Del Pidio

18 Novembre 2025 - 17:00

Novità rilevanti sono attese dal 1° gennaio 2026 per le imposte di donazioni e successioni. Vediamo cosa cambia e perchè si pagherà di meno.

Riforma successioni e donazioni, cosa cambia dal 2026?

A partire dal 2026 cambieranno ancora successioni e donazioni. La riforma della successione va a razionalizzare la materia introducendo semplificazioni negli iter burocratici e riducendo le imposte da versare. A cambiare le successioni e le donazioni è il decreto legislativo 139/2024, che è entrato in vigore il 1° gennaio 2025, che ha agito con semplificazioni, certezza del diritto e razionalizzazioni.

Le modifiche apportate alla disciplina hanno investito anche l’imposta di successione e donazione, ma ci sono state novità che hanno riguardato anche l’imposta di registro, le tasse ipotecarie e catastali e altri tributi speciali. Una delle novità più rilevanti del decreto, però, entra in vigore a partire dal 1° gennaio 2026.

Novità successioni e donazioni 2026

A partire dal 1° gennaio 2026 non si sommano più successioni e donazioni. La riforma elimina il coacervo, la regola secondo la quale le donazioni ricevute in vita si sommano all’eredità per la determinazione dell’imposta di successione.

Oggi, se un erede ha ricevuto una donazione dal genitore in vita, al momento dell’apertura della successione quella donazione viene conteggiata e sommata a quanto erediterà per determinare l’imposta di successione. Dal 2026, invece, la logica cambia e le donazioni saranno considerate separatamente rispetto alle successioni sia nel calcolo dell’imposta, sia nella determinazione del superamento dell’eventuale franchigia.

Questo significa che la franchigia prevista può essere praticamente duplicata: per i figli il limite diventa di un milione ricevuto come donazione e un milione ricevuto per successione, da non superare il limite di esenzione per il versamento dell’imposta.

Cosa cambia da gennaio?

Anche se le regole cambiano sostanzialmente, non cambieranno le franchigie e le aliquote di imposta previste nella loro entità, ma soltanto nell’applicazione. Come abbiamo spiegato nel paragrafo precedente, venendo meno il coacervo ereditario, i limiti previsti per donazione e successione si raddoppiano. Ma le novità non finiscono qui.

Il calcolo dell’imposta da pagare si effettua in autonomia e non si deve più attendere l’Agenzia delle Entrate per la determinazione. La documentazione autodichiarata deve essere conservata per 24 mesi: questo è il periodo entro il quale l’Agenzia delle Entrate può effettuare controlli.

Vengono abolite, inoltre, anche le tasse sulle liberalità d’uso. Ne sono un esempio le donazioni di denaro per regali (Natale o compleanno, matrimonio, ecc.) mentre le donazioni per riconoscenza vanno sempre tassate se non sono di modico valore.
Sono previste tassazioni ridotte anche per i passaggi aziendali tra coniugi o tra genitori e figli. Chi riceve una donazione di un’azienda o di una quota di essa non è tenuto al versamento delle imposte a condizione che mantenga l’attività per almeno cinque anni.

L’imposta di successione ordinaria si dovrà applicare anche ai trust: si dovrà versare se il bene si trova in Italia e il disponente è all’estero, e viceversa.

Argomenti

Iscriviti a Money.it