Dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali arriva un’importante notizia, disponibile la ricongiunzione dei contributi con la gestione Separata Inps. Pensioni più alte per molti.
Ricongiunzione contributi, ora è possibile anche con la Gestione separata INPS, pensioni più alte per molti cittadini.
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con una Nota del 21 novembre 2025 ha aperto alla possibilità di unire i contributi versati alla Gestione separata Inps con i contributi versati nelle casse professionali. Dal punto di vista strettamente pratico questo vuol dire che vi è una semplificazione e la possibilità di percepire importi pensionistici più alti.
Ecco cos’è la ricongiunzione dei contributi, in quali casi è possibile con la Gestione Separata, i vantaggi e quanto costa.
Chi sono i soggetti che possono avere vantaggi con la ricongiunzione dei contributi
La Gestione separata INPS è una tappa spesso obbligata per molti lavoratori autonomi che non hanno una cassa previdenziale e di conseguenza versano i contributi in Gestione separata. In un secondo momento si iscrivono a una cassa previdenziale specifica e, quindi, versano i contributi in tale cassa, oppure soggetti che si ritrovano a versare contemporaneamente contributi in diverse casse tra cui Gestione separata Inps e cassa previdenziale dell’ordine a cui si è iscritti.
Nella Nota del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali si sottolinea che è possibile ricongiungere i contributi:
- verso la Gestione separata INPS da altre gestioni previdenziali;
- dalla Gestione separata INPS verso altre gestioni, comprese le Casse professionali.
In passato questa possibilità era stata esclusa perché la Gestione separata è nata fin dall’inizio interamente con il sistema contributivo, mentre altre gestioni erano ancora in una fase di transizione dal sistema retributivo al contributivo. Con il progressivo completamento di questa transizione, non vi è più motivo di tenere la Gestione separata “isolata” dalle altre forme di ricongiunzione.
Può parlarsi di una vera svolta epocale perché in questo modo i lavoratori possono valutare la migliore soluzione ai fini del raggiungimento di un assegno pensionistico più alto. Il rischio, infatti, è che ci sia una frammentazione dei periodi contributivi e che alcuni siano di fatto poco utili a chi ha posizioni lavorative discontinue.
Per l’operatività delle norme è necessario attendere le disposizioni attuative dell’Inps.
Come funziona la ricongiunzione?
La ricongiunzione è l’unificazione dei periodi di assicurazione maturati dal lavoratore in diversi settori di attività. Lo scopo è quello di ottenere un’unica pensione (generalmente di importo più elevato di quella che risulterebbe dalla somma delle pensioni nelle singole gestioni) calcolata su tutti i contributi versati.
C’è però un dettaglio da considerare: è previsto un pagamento. La normativa generale sulle ricongiunzioni prevede che sia posto a carico del richiedente la ricongiunzione il 50% della somma risultante dalla differenza tra la riserva matematica, determinata in base a specifici criteri e tabelle, necessaria per la copertura assicurativa relativa al periodo utile considerato, e le somme versate dalle varie gestioni previdenziali. Il pagamento degli importi può avvenire a rate.
Questa la principale differenza tra ricongiunzione e totalizzazione, la seconda consente di “sommare” i contributi gratuitamente e ottenere l’erogazione di una pensione che rappresenta la somma dei trattamenti di competenza di ciascun ente previdenziale.
La totalizzazione era già possibile anche con la Gestione separata Inps a differenza della ricongiunzione.
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