Renault nomina il direttore finanziario CEO ad interim e le azioni crollano del 16%

Giorgia Paccione

16 Luglio 2025 - 11:43

Il consiglio di amministrazione di Renault affida al CFO Duncan Minto la guida ad interim dopo le dimissioni di Luca de Meo. Tagliate le stime su margini e cash flow: il titolo sprofonda in Borsa.

Renault nomina il direttore finanziario CEO ad interim e le azioni crollano del 16%

Giornata nera in Borsa per Renault, che nella mattinata di oggi, mercoledì 16 luglio, ha visto il titolo calare del 16%, registrando la peggior sessione da marzo 2020. All’origine del crollo due notizie arrivate a mercato chiuso, ovvero il drastico taglio delle previsioni finanziarie 2025 e la nomina del direttore finanziario Duncan Minto a CEO ad interim, dopo le dimissioni improvvise del precedente amministratore delegato Luca de Meo.

La casa automobilistica ha infatti annunciato una revisione al ribasso delle stime sull’anno in corso, portando l’obiettivo di margine operativo dal precedente 7% a circa il 6,5%. Anche le aspettative di free cash flow sono state più che dimezzate, passando da oltre 2 miliardi di euro a una fascia compresa tra 1 e 1,5 miliardi. Stime che riflettono una prima metà dell’anno sottotono e un peggioramento della domanda europea di auto, in particolare nel mese di giugno, risultato inferiore alle attese sia per i volumi che per la marginalità.

Il CFO Duncan Minto nominato CEO ad interim di Renault

L’improvvisa uscita di Luca de Meo dopo quasi cinque anni al timone di Renault, ha costretto il Consiglio d’amministrazione a muoversi rapidamente per garantire la continuità del management. In attesa di individuare un nuovo CEO permanente è stato nominato amministratore delegato ad interim il direttore finanziario Duncan Minto.

Minto, nato nel 1975, vanta una lunga esperienza nel gruppo Renault, dove è entrato nel 1997 e ha ricoperto numerosi incarichi di crescente responsabilità. Laureato all’Università di St Andrews in Scozia, Minto è stato sia CFO di Dacia e Alpine sia responsabile finanziario della regione Asia-Pacifico, fino ad assumere la direzione finanziaria del gruppo lo scorso marzo. Come CEO ad interim, gestirà le operazioni quotidiane dell’azienda insieme al presidente Jean-Dominique Senard, in un passaggio di consegne cruciale per non interrompere la continuità strategica durante questa fase di piena emergenza.

I principali candidati alla successione definitiva includono dirigenti di alto profilo sia all’interno che all’esterno del gruppo, ma Renault non ha fornito tempistiche precise per la chiusura di questa partita, che però ha dichiarato essere già “ben avviata”.

Le cause dietro il taglio delle previsioni

La revisione al ribasso delle guidance 2025 da parte di Renault riflette l’acuirsi di una serie di criticità congiunturali e strutturali. La società ha spiegato che le performance, già fiacche nella prima parte dell’anno, sono state ulteriormente penalizzate a giugno da:

  • volumi di vendita inferiori alle attese sia nel settore auto che nei veicoli commerciali;
  • peggioramento del mercato europeo, dove la domanda retail continua a scendere;
  • pressioni concorrenziali crescenti, su tutte quelle derivanti dall’espansione dei nuovi modelli elettrici a basso prezzo dei brand cinesi e dagli sconti serrati delle case rivali;
  • ritardi di fatturazione, che hanno contribuito a peggiorare il fabbisogno di capitale circolante.

Nel dettaglio, il free cash flow del primo semestre si è fermato a soli 47 milioni di euro, un crollo rispetto al miliardo abbondante atteso. Il gruppo ha identificato in circa 900 milioni di euro il saldo negativo di capitale circolante legato a questi slittamenti. Oltre al calo della marginalità (6% nella prima metà dell’anno), Renault ha visto la propria posizione competitiva messa sotto pressione da una riduzione generalizzata della domanda e dai costi impegnativi della transizione all’elettrico.

La risposta della direzione prevede un rafforzamento immediato delle misure di taglio dei costi operativi non legati ai volumi, con priorità su spese generali, produzione e ricerca e sviluppo. Tuttavia, la stessa azienda avverte che la competitività di medio-lungo periodo dipenderà anche dalla capacità di gestire le incertezze legate al ciclo economico e ai futuri lanci di modelli.

La reazione del mercato: bruciati 1,5 miliardi in poche ore

La combinazione di una leadership provvisoria e un “profit warning” così netto ha avuto un impatto devastante sul mercato. Le azioni Renault sulla Borsa di Parigi hanno aperto con un tonfo del 16%, scendendo a circa 34,80 euro (livelli che non si vedevano dal crollo dei mercati all’inizio della pandemia di COVID-19). Come conseguenza tangibile della crescente inquietudine degli investitori, la capitalizzazione di mercato della casa francese si è immediatamente ridotta di oltre 1,5 miliardi di euro.

Numerosi analisti ricordano che Renault, fino a poche settimane fa, era riuscita a sovraperformare molti competitor europei grazie al boom dei nuovi modelli elettrici e a una maggiore focalizzazione sulla redditività rispetto ai volumi. Ora però il quadro appare cambiato e la pressione dei concorrenti, unita al rallentamento della domanda in Europa e alla necessità di una leadership solida alimentano il rischio che la crisi non sia solo passeggera. Le prossime settimane, in particolare la pubblicazione dei risultati semestrali attesa per il 31 luglio, saranno decisive per valutare se il gruppo, sotto la guida di Minto, saprà riguadagnare la fiducia del mercato e preparare un rilancio efficace nel medio periodo.

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