Quanto costa registrare marchi e loghi in Italia e nel mondo

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27 Maggio 2025 - 13:06

Ecco tutto quello che c’è da sapere sui costi e i requisiti necessari per registrare marchi e loghi nel nostro Paese, in Europa e a livello extra-comunitario.

Quanto costa registrare marchi e loghi in Italia e nel mondo

Quali sono i costi di registrazione di un marchio? E quelli di un logo? Negli ultimi anni, complice la crescita esponenziale dell’e-commerce e dei social media, si è assistito a un vero e proprio boom nella creazione di nuovi brand. Dalla piccola impresa artigianale alla startup digitale, sempre più realtà si affacciano sul mercato con la consapevolezza che distinguersi è fondamentale.

Prima di analizzare i costi e le modalità della registrazione - e chiarire la differenza tra marchio e logo - è importante capire cos’è un marchio e quale ruolo riveste nel panorama economico attuale.

Come stabilito dall’art. 7 del Codice della Proprietà Industriale (D. Lgs. 10 febbraio 2005, n. 30), il marchio è il segno distintivo che consente di identificare i prodotti o i servizi di un’impresa rispetto a quelli di altre imprese. Può essere costituito da parole, nomi, disegni, lettere, numeri, suoni o una combinazione di questi elementi. Tuttavia, per essere registrabile, un marchio non deve essere contrario alla legge, all’ordine pubblico o al buon costume, e deve possedere capacità distintiva, cioè non deve essere generico o ingannevole.

Andiamo in profondità, quindi, e scopriamo insieme quanto costa registrare un marchio in Italia e all’estero (livello europeo e internazionale), con le procedure da seguire e le differenze (anche di costi) tra marchio e logo.

Perché registrare un marchio e come farlo

In un mondo sempre più orientato al marketing visivo e digitale, il marchio è molto più di un semplice segno grafico: è un asset strategico di valore. Secondo un report di Interbrand del 2023, i 100 brand globali di maggior valore hanno registrato un incremento del valore complessivo del 5,7%, con marchi come Apple, Microsoft e Amazon ai vertici. Anche per le piccole imprese, investire in un marchio ben costruito può fare la differenza tra emergere o perdersi nel rumore competitivo.

In Italia, secondo i dati dell’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (UIBM), nel solo 2022 sono state presentate oltre 55.000 domande di registrazione di marchio, a dimostrazione di quanto il tema sia sempre più sentito dagli imprenditori.

Per le imprese emergenti, specialmente quelle digitali, scegliere e tutelare il proprio marchio significa anche proteggersi legalmente da imitazioni, creare fiducia nei consumatori e porre le basi per eventuali operazioni di branding o franchising.

Ma da dove iniziare?

In Italia per poter registrare un marchio si deve depositare l’apposita domanda presso l’Ufficio Italiano brevetti e marchi (UIBM) presente all’interno delle Camere di commercio locali.

Come si legge sul ministero delle Imprese, la domanda di registrazione di un marchio “può essere presentata da chiunque: persona fisica, persona giuridica, associazioni, enti etc, compresi i minorenni, anche stranieri purché domiciliati in uno dei Paesi Ue”. E le modalità accettate sono tre:

  • telematica;
  • cartacea presso la Camera di Commercio (CCIAA);
  • postale.

Cosa molto importante, al momento di richiesta di registrazione ci deve essere un esemplare del marchio e l’indicazione dei prodotti o servizi che dovrà contraddistinguere.

Quando si parla di identità di un’impresa o di un prodotto, i termini “marchio” e “logo” vengono spesso utilizzati come sinonimi. In realtà, si tratta di concetti distinti, sia dal punto di vista legale che comunicativo. Comprendere le differenze tra logo e marchio è fondamentale per chi vuole tutelare correttamente la propria attività e costruire un brand solido.

Il logo è la rappresentazione grafica del brand, ovvero quell’elemento visivo che permette al pubblico di riconoscere immediatamente un’impresa, un prodotto o un servizio. Può includere parole (logotipo), simboli (pittogrammi), colori, tipografie specifiche o combinazioni di questi elementi.

Dal punto di vista giuridico, un logo è generalmente tutelato dal diritto d’autore (Legge 22 aprile 1941, n. 633), purché sia originale e frutto di un’attività creativa. Tuttavia, questa protezione non è automatica sul piano commerciale, né garantisce un’esclusiva assoluta sull’uso del logo per determinati prodotti o servizi.

Il marchio: segno distintivo registrato con funzione giuridica

Il marchio (o “marchio d’impresa”) è un segno distintivo registrabile presso enti preposti come l’UIBM in Italia, l’EUIPO a livello europeo o il WIPO a livello internazionale. Può essere costituito non solo da elementi grafici, ma anche da parole, nomi propri, slogan, suoni, colori o forme tridimensionali, purché soddisfi i requisiti previsti dal Codice della Proprietà Industriale (D. Lgs. 10/02/2005, n. 30), tra cui:

  • capacità distintiva;
  • liceità;
  • veridicità;
  • novità (non deve essere uguale o simile a marchi già esistenti).

La registrazione conferisce al titolare un diritto esclusivo sull’uso del marchio per identificare determinati prodotti o servizi e impedire ad altri di utilizzarne uno identico o confondibile.

Qual è la differenza principale?

La differenza più rilevante è la funzione giuridica:

  • il logo è un’opera creativa tutelata come “proprietà intellettuale” nel senso artistico del termine, ma la sua protezione non è legata a specifici settori merceologici.
  • il marchio, una volta registrato, tutela il segno in relazione a determinati beni o servizi, in base alla Classificazione di Nizza, ed è uno strumento legale contro la concorrenza sleale e le imitazioni.

Inoltre, è possibile che un logo venga registrato come marchio, così da ottenere una protezione più forte e completa. In questo caso, il logo assume anche una valenza giuridica nel mercato di riferimento.

Un esempio concreto? Si pensi al logo della Nike: lo “Swoosh” è un elemento grafico distintivo, ideato da Carolyn Davidson nel 1971, tutelato inizialmente dal diritto d’autore. Successivamente, è stato registrato come marchio in decine di Paesi, acquisendo valore economico e strategico. Oggi è uno degli asset immateriali più riconoscibili al mondo.

Quanto costa registrare un marchio in Italia e nel mondo

I costi associati alla registrazione variano in base all’ambito territoriale (nazionale, europeo o internazionale) e al numero di classi merceologiche per le quali si richiede la protezione.

Registrazione nazionale (Italia)

In Italia, la registrazione di un marchio avviene, come detto, tramite l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (UIBM). Le tariffe ufficiali per il deposito di una domanda di registrazione sono le seguenti

  • Tassa di deposito: €101,00 per una classe merceologica
  • Tassa per ogni classe aggiuntiva: €34,00
  • Diritti di segreteria: €40,00 (telematico non si paga)
  • Marca da bollo: 48€ per il deposito telematico, 16€ per la domanda cartacea presso la CCIAA, 16€ per il deposito postale

Ad esempio, per registrare un marchio in due classi merceologiche, il costo totale sarebbe di €101,00 (tassa di deposito) + €34,00 (classe aggiuntiva) + €40,00 (diritti di segreteria), per un totale di €175,00, a cui aggiungere il costo dell’eventuale marca da bollo.

La registrazione ha una durata di 10 anni e può essere rinnovata indefinitamente per periodi successivi di 10 anni, previo pagamento delle relative tasse di rinnovo.

Registrazione a livello dell’Unione Europea

Per ottenere la protezione del marchio in tutti i Paesi membri dell’Unione Europea, è possibile registrare un marchio tramite l’Ufficio dell’Unione Europea per la Proprietà Intellettuale (EUIPO) (sito internet dell’ufficio europeo EUIPO). I requisiti da rispettare sono i medesimi del marchio italiano. Va detto che un marchio presentato nel deposito nazionale italiano può essere esteso a livello comunitario entro 6 mesi dal deposito.

Le tariffe ufficiali a livello telematico sono:

  • tassa di base per una classe: €850,00
  • seconda classe: €50,00
  • dalla terza classe in poi: €150,00 per ciascuna classe aggiuntiva

Ad esempio, per registrare un marchio in tre classi merceologiche, il costo totale sarebbe di €850,00 (tassa di base) + €50,00 (seconda classe) + €150,00 (terza classe), per un totale di €1.050,00.

Anche in questo caso, la registrazione ha una durata di 10 anni e può essere rinnovata per ulteriori periodi di 10 anni.

Registrazione internazionale

Occorre subito specificare che non esiste un marchio con validità internazionale, cioè in tutto il mondo. Per proteggere un marchio a livello internazionale, si può ricorrere al Sistema di Madrid, gestito dall’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale (WIPO). I costi variano in base a diversi fattori.

  • Tassa di base: varia a seconda del numero di classi e dei paesi designati.
  • Tasse individuali: alcuni Paesi richiedono tasse specifiche per la designazione.
  • Tasse complementari: per ogni classe aggiuntiva oltre la prima.

Ad esempio, la tassa di base per una domanda internazionale in bianco e nero è di 653 franchi svizzeri, mentre per una domanda a colori è di 903 franchi svizzeri. A queste si aggiungono le tasse individuali richieste dai Paesi designati.

È importante notare che la registrazione internazionale non garantisce automaticamente la protezione in tutti i Paesi membri del Sistema di Madrid; ogni nazione designata esaminerà la domanda secondo le proprie leggi nazionali.

Eventuali costi aggiuntivi

Oltre alle tasse ufficiali, è opportuno considerare eventuali costi aggiuntivi, quali:

  • assistenza legale: l’intervento di un consulente in proprietà industriale può comportare costi variabili, generalmente compresi tra €200,00 e €1.000,00, a seconda della complessità della pratica;
  • ricerche di anteriorità: per verificare l’esistenza di marchi simili già registrati, è consigliabile effettuare una ricerca di anteriorità, i cui costi possono variare da €100,00 a €500,00;
  • sorveglianza del marchio: servizi di monitoraggio per rilevare eventuali violazioni possono comportare costi annuali aggiuntivi.

Va da sé che la registrazione di un logo come marchio rappresenta un investimento strategico per la tutela dell’identità aziendale, con costi che variano in base all’ambito territoriale e ai servizi aggiuntivi scelti. Considerati i costi di base, ogni situazione merita un’analisi approfondita per comprendere le reali tariffe definitive.

Il logo rappresenta l’identità visiva di un’impresa e può essere protetto sia attraverso il diritto d’autore sia mediante la registrazione come marchio. I costi associati alla protezione di un logo dipendono dal tipo di tutela scelta e dall’ambito territoriale.

Secondo le normative italiane, il logo, in quanto opera dell’ingegno, è automaticamente protetto dal diritto d’autore al momento della sua creazione, purché possieda carattere creativo e originalità. Non è necessaria una registrazione formale, ma è consigliabile depositare l’opera presso un ente ufficiale per avere una data certa di creazione.

Il costo per il deposito presso la Società Italiana degli Autori ed Editori (SIAE) è di circa €65,00.

In alternativa, come anticipato, per ottenere una protezione più ampia e specifica, è possibile registrare il logo come marchio. Le procedure e i costi sono analoghi a quelli affrontati nei paragrafi precedenti. È importante notare che, nel caso di un logo, la registrazione come marchio offre una protezione più efficace contro l’uso non autorizzato da parte di terzi, soprattutto in ambito commerciale.

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