Le Regioni e i Comuni chiudono l’acqua ai cittadini: ecco a quali e cosa si rischia

Alessandro Nuzzo

23/06/2022

27/06/2022 - 11:43

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In attesa del decreto siccità diversi sindaci e governatori hanno emesso varie ordinanze per ridurre il consumo di acqua ed evitare gli sprechi. Ecco dove.

Le Regioni e i Comuni chiudono l’acqua ai cittadini: ecco a quali e cosa si rischia

Sale il livello di allerta per l’emergenza siccità in Italia che sta interessando quasi tutto il territorio nazionale. Le scarsissime piogge accompagnate da temperature bollenti hanno abbassato di molti metri il livello di fiumi, laghi e invasi artificiali.

E siccome la situazione meteo per le prossime settimane non prevede miglioramenti è il momento di correre ai ripari cercando di ridurre al massimo gli sprechi. C’è stato un incontro tra il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio e gli assessori regionali all’ambiente e tutti sono concordi sul destinare parte dei fondi del Pnrr alla realizzazione di nuovi invasi e alla modernizzazione di quelli già esistenti.

Tutti poi sono concordi sull’emanare un decreto ad hoc per arginare il problema. Ma in attesa che il Governo faccia i suoi passi con il decreto siccità e decida se far scattare anche lo stato di emergenza ecco che i singoli Comuni e Regioni si stanno muovendo in autonomia emettendo diverse ordinanze per limitare il consumo di acqua. Vediamo dove e cosa rischia chi non rispetta le regole.

Acqua razionata: ecco dove

Una delle prime regioni a prendere l’iniziativa è stata l’Emilia-Romagna e non poteva essere altrimenti visto che sta vedendo da vicino la situazione del fiume Po, che ha ridotto drasticamente la sua portata. E meno acqua verso la foce del fiume significa anche maggiore acqua salata che si immette nel corso d’acqua con cambiamenti sull’ecosistema che rischia di creare non pochi danni.

Il governatore Stefano Bonaccini ha chiesto all’autorità del bacino un calo del 20% di prelievi per continuare l’irrigazione e portare a compimento il raccolto. Qui in Emilia Romagna si concentra circa il 30% del raccolto nazionale.

In più i Comuni sono stati invitati a emettere ordinanze per evitare sprechi, riducendo gli utilizzi non indispensabili, come lavare le auto, innaffiare orti o riempire piscine private.

I parchi divertimenti si stanno inoltre mobilitando chiedendo di poter riempire le piscine con acqua di mare. Anche in Toscana diversi comuni sono in prima linea. A Livorno il sindaco ha aggiunto anche una sanzione che va dai 100 ai 500 euro per chi viene sorpreso a usare acqua potabile non per usi domestici.

In Piemonte, una delle regioni più colpite dall’emergenza siccità dove gli invasi si sono ridotti del 50% (cosa che non avveniva da 70 anni), circa il 10% dei Comuni ha emesso ordinanze per ridurre gli sprechi d’acqua. Il governatore Alberto Cirio ha lanciato un appello al Governo chiedendo quanto prima lo stato di emergenza. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Luca Zaia, governatore del Veneto.

In Lombardia e Lazio i rispettivi governatori hanno invitato la cittadinanza a un uso parsimonioso chiedendo ai sindaci di prendere provvedimenti.

In Trentino stop all’erogazione nelle ore notturne

Ad aver emesso una delle ordinanze più drastiche è un comune del Trentino. Il sindaco di Ronzo-Chienis ha interrotto la fornitura di acqua potabile dalle 23 alle 6 di ogni notte.

Al Sud la situazione non è diversa, con alcune regioni che sono ad alto rischio desertificazione. Comanda la Sicilia che ha il 70% del territorio a rischio medio alto. Seguono Molise, Puglia e Basilicata. Le prossime due settimane saranno decisive per salvare il raccolto e i posti di lavoro.

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