Referendum costituzionale, Renzi: il 26 settembre sarà decisa la data del voto

Luca Secondino

15/09/2016

Referendum costituzionale: il Sì dall’ambasciatore americano John Philips e dall’agenzia Fitch. Incertezza dalle grandi banche internazionali.

Referendum costituzionale, Renzi: il 26 settembre sarà decisa la data del voto

Referendum costituzionale ultime notizie: il referendum costituzionale è ancora il tema caldo della politica italiana e non solo. Questa mattina ha preso la parola il premier Matteo Renzi rispondendo a quanti chiedono più chiarezza sulla data del voto.

Dopo le dichiarazioni dell’ambasciatore americano in Italia John Philips circa l’importanza del al referendum costituzionale, a cui sono seguite le polemiche del fronte No e il commento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, oggi Matteo Renzi è tornato a parlare.

Ieri il presidente Mattarella, dalla visita istituzionale a Sofia, aveva commentato che nonostante l’interesse che l’Italia suscita all’estero, la sovranità rimanga demandata agli elettori.

Matteo Renzi è tornato oggi a parlare del referendum costituzionale dopo il silenzio seguito alle affermazioni dell’ambasciatore americano in Italia che aveva rimproverato al Paese “63 amministrazioni in 63 anni”.

Mentre le banche internazionali sono divise circa gli esiti disastrosi di una possibile vittoria del No al referendum costituzionale, l’opposizione e il fronte del No ieri è tornato a chiedere un intervento del presidente della Repubblica affinché venga sollecitato il premier Renzi sulla decisione della data di voto.

La data in cui si andrà a votare è ancora un mistero, e dai recenti sondaggi risulta essere in vantaggio il No contro la riforma costituzionale.

Referendum costituzionale: Matteo Renzi sulla data

Dopo le richieste incessanti delle opposizioni che richiedono di sapere la data in cui gli italiani saranno chiamati al voto per il referendum costituzionale, oggi Matteo Renzi, ospite a Uno Mattina, ha spiegato quando sarà scelta la data.

La data del referendum costituzionale sarà fissata il 26 settembre quando si riunirà il Consiglio dei ministri. Manca quindi più di una settimana alla data ufficiale del referendum e il premier Renzi torna a parlare anche della riforma elettorale che più volte è stata messa al centro del dibattito sul referendum anche dal presidente emerito Napolitano.

Renzi ha ribadito la disponibilità a mettere mano all’Italicum a patto che si trovi un accordo in Parlamento per le modifiche, invitando gli altri partiti ad avanzare proposte. Intanto il 21 settembre prossimo la Camera discuterà la mozione di Sinistra Italiana in cui si chiedono delle modifiche all’Italicum.

Referendum costituzionale, Mattarella: La sovranità è degli elettori

Dopo le dichiarazioni dell’ambasciatore americano in Italia John Phillips sul referendum costituzionale, è arrivata la risposta del presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “la sovranità è degli elettori”.

Considerato il caos mediatico e politico che si è concentrato ormai attorno al referendum costituzionale, il presidente Sergio Mattarella ha invitato a viverlo “serenamente come ogni passaggio democratico”.

Pronti i commenti alle dichiarazioni del presidente della Repubblica sia da destra che da sinistra: Giuseppe Civati ha ringraziato Mattarella per aver interrotto “l’assordante silenzio istituzionale e del Governo” in seguito alle dichiarazioni rilasciate ieri dall’ambasciatore americano.

Da Forza Italia hanno espresso approvazione per il Presidente della Repubblica sia Altero Matteoli, sia Renato Brunetta, che ha ricordato come la sovranità appartiene al popolo italiano e “non alle società di rating, né al Financial Times, neanche ai nostri amici americani”.

Il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio ha ironizzato invece sulla data del referendum costituzionale: “Per viverlo serenamente bisognerebbe almeno sapere quando si vota”, e gli ha fatto eco dalla Lega Roberto Calderoli, che ha chiesto al presidente della Repubblica di sollecitare Renzi a fissare una data.

Referendum costituzionale: il Sì dell’ambasciatore americano

Secondo John Philips, ambasciatore americano in Italia, una vittoria del No al referendum costituzionale sarebbe un “passo indietro” che allontanerebbe gli investimenti stranieri in Italia.

Nonostante abbia precisato che il voto resterà una decisione tutta italiana, il diplomatico statunitense non ha perso l’occasione per dare un consiglio agli italiani.

Il referendum costituzionale offre quindi per l’ambasciatore John Phillips una speranza e un’opportunità per la stabilità di governo.
Quindi l’elogio a Renzi, stimato dal presidente uscente Obama, che il 18 ottobre lo avrà ospite alla Casa Bianca.

Nel pomeriggio di ieri ha fatto da eco all’ambasciatore americano John Phillips anche l’agenzia Fitch Ratings, secondo cui la turbolenza politica o economica che seguirà in caso di una vittoria del No al referendum costituzionale avrà ripercussioni sul rating dell’Italia.

Il no sarebbe quindi uno “shock negativo per l’economia e il merito di credito italiano”.

Non sono arrivati commenti dal dipartimento di Stato Usa né da Palazzo Chigi o dai vertici del Pd. Le reazioni, arrabbiate, sono arrivate dalle opposizioni del fronte del No, dalla minoranza dello stesso Pd fino al centrodestra e al Movimento 5 stelle, passando per Sinistra italiana.

Si è parlato di invasione e di ingerenza negli affari interni italiani; Matteo Salvini ha esortato gli Stati Uniti a non interferire come è accaduto in passato, mentre Alessandro Di Battista ha ricordato come gli italiani siano alleati Usa e non sudditoìi.

Referendum costituzionale: le grandi banche si dividono sul pericolo Italia

Un articolo su Bloomberg spiega come le grandi banche siano divise sul danno che porterebbe un No al referendum costituzionale.
La discriminante di base è la fine del governo Renzi, che più volte ha personalizzato il voto dicendo che in caso di vittoria del No si sarebbe dimesso.

Le banche sono divise sul risultato del referendum prima ancora che sulle conseguenze del No. Gli analisti di Goldman Sachs Group Inc. valutano che il ha una probabilità di vittoria del 60%, mentre a Morgan Stanley la percentuale è soltanto del 35%.

I mercati sono troppo ottimisti circa l’esito del referendum e l’impatto che avrà”, sostengono gli economisti di Morgan Stanley. “Perdere il referendum vorrebbe dire ritardare ulteriormente le riforme del sistema economico e bancario di cui c’è urgente bisogno”.

Il rendimento dei titoli italiani a 10 anni è sceso di 31 punti base, al 1,25%, un quadro più negativo di quello della Spagna.

Da Morgan Stanley arriva il consiglio di vendere le obbligazioni italiane e i titoli europei per ridurre il rischio politico. Anche se Goldman Sachs si aspetta che sarà il Sì a prevalere, Francesco Garzarelli, co-responsabile a Londra, calcola che le obbligazioni italiane subiranno un colpo.

Per Vanguard Asset Management, che ha più di 3 miliardi di dollari di asset internazionali, potrebbe essere una possibilità per acquistare. “Non vedo il referendum costituzionale in Italia una possibilità per chissà quali problemi sistemiciper l’Italia”, ha detto Nick Eisinger, strategist di Vanguard con sede a Londra. “Gli investitori si stanno abituando a trattare con l’incertezza politica”.

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