Record di oltre 1 milione di robot nei magazzini Amazon. Lavoratori umani destinati a scomparire

Giorgia Paccione

2 Luglio 2025 - 18:07

Amazon supera 1 milione di robot nei magazzini e accelera verso l’automazione totale. Entro il 2030, milioni di posti tradizionali potrebbero non servire più.

Record di oltre 1 milione di robot nei magazzini Amazon. Lavoratori umani destinati a scomparire

Amazon ha ufficialmente superato 1 milione di robot operativi nei propri magazzini. Con questo “traguardo”, il numero di macchine automatizzate nei centri di distribuzione del gigante dell’e-commerce si avvicina rapidamente a quello dei lavoratori umani, che attualmente sono circa 1,5 milioni a livello globale.

I sistemi impiegati vanno dai bracci meccanici ai robot mobili autonomi, fino ai sistemi intelligenti di smistamento e, secondo le stime, sono destinati a superare ben presto il numero dei dipendenti, che rischiano quindi di scomparire travolti da un processo inarrestabile verso l’automazione totale.

L’automazione di Amazon accelera: presto i robot saranno più delle persone

L’automazione nei magazzini Amazon non è una novità, ma negli ultimi anni ha subito un’accelerazione impressionante. Dal 2012, con l’acquisizione di Kiva Systems, il colosso di Seattle ha investito miliardi in ricerca e sviluppo per perfezionare la propria flotta robotica. Oggi, circa il 75% delle spedizioni Amazon nel mondo è gestito, almeno in parte, da sistemi automatizzati. I robot movimentano pacchi, selezionano prodotti, li impacchettano e li trasportano tra le corsie, riducendo drasticamente i tempi di evasione degli ordini e la dipendenza dalla manodopera stagionale.

L’ultima frontiera si chiama Vulcan: un robot dotato di “senso del tatto”, in grado di manipolare oggetti fragili o irregolari con una destrezza che si avvicina a quella umana. Vulcan, già operativo in alcuni centri negli Stati Uniti e in Europa, può gestire autonomamente il 75% degli articoli presenti nei magazzini, delegando agli operatori umani solo le attività più complesse o delicate. Amazon ha recentemente introdotto anche DeepFleet, un sistema di intelligenza artificiale proprietario che coordina la flotta robotica, ottimizzando i percorsi e riducendo i tempi di movimentazione del 10%.

L’impatto di questa rivoluzione è evidente. Mentre il numero medio di dipendenti per magazzino è sceso ai minimi storici degli ultimi 16 anni, la produttività per addetto è schizzata da 175 pacchi spediti nel 2015 a quasi 4.000 nel 2024. L’amministratore delegato Andy Jassy ha dichiarato che l’integrazione dell’intelligenza artificiale permetterà di migliorare ulteriormente la gestione degli inventari e la previsione della domanda, ma anche che serviranno “meno persone per svolgere alcuni dei lavori che vengono svolti oggi e di più persone per svolgere altri tipi di lavori”.

Che fine faranno i lavoratori umani?

La crescita esponenziale della robotica nei magazzini Amazon, dunque, sta già avendo effetti diretti e indiretti sull’occupazione. Se da un lato l’azienda sottolinea il valore della “collaborazione aumentata”, con i robot a supporto degli operatori per i compiti più faticosi o pericolosi, dall’altro i dati mostrano una tendenza chiara che vede la forza lavoro umana destinata a ridursi nei prossimi anni. Amazon stessa ha annunciato l’intenzione di contenere le assunzioni e di ridurre progressivamente il personale nei centri di distribuzione, soprattutto nelle strutture più automatizzate e nei mercati maturi.

Il ruolo dei lavoratori cambierà inevitabilmente. Molti ex magazzinieri sono già stati riconvertiti in tecnici e supervisori della flotta robotica, spesso con salari superiori rispetto alle mansioni manuali. Tuttavia, questa transizione richiede competenze tecniche specifiche e rischia di escludere chi non riesce ad aggiornarsi o a riqualificarsi. Secondo le stime degli analisti, milioni di posti di lavoro tradizionali potrebbero scomparire entro il 2030, sostituiti da figure più specializzate ma meno numerose.

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