Il reato di minaccia: tutto è in mano al giudice

Vittorio Proietti

24 Aprile 2017 - 16:23

Il reato di minaccia si configura come reato penale ed è punito con multa o reclusione a seconda della gravità interpretata dal giudice. Qui tutte le informazioni.

Il reato di minaccia: tutto è in mano al giudice

Il reato di minaccia è un punito dalla legge con una multa o con la reclusione da un minimo di 1 a un massimo di 15 anni, a seconda che l’autore del reato abbia commesso reato con aggiunta di aggravanti, come l’aver agito in gruppo e in nome di associazioni a delinquere o segrete.

L’autorità giudiziaria competente nell’identificazione della gravità del reato cambia a seconda delle situazioni in cui il reato si è commesso, quindi in base alle aggravanti rilevate nella denuncia, o nella notizia di reato.

Il Codice Penale all’Art. 612, infatti, indica la minaccia come reato che procede d’ufficio, per cui l’azione penale prende avvio dalla notizia dell’avvenuto crimine, non è necessario che la vittima denunci il colpevole. Alla ricezione della notizia, infatti, l’autorità giudiziaria dovrà agire immediatamente, senza che vi sia la possibilità di recedere.

Vediamo di approfondire il diritto sul reato di minaccia, soprattutto relativamente alle aggravanti identificate dal Codice Penale.

Il reato di minaccia nel Diritto Penale

Per minaccia s’intende l’atto di turbare la libertà morale dell’individuo e assume connotati via via più gravi, a seconda che esso sia commesso con armi, in gruppo e per quale fine. Certamente la Legge ammette anche una minaccia implicita, purché il reato si consumi effettivamente e quindi provochi un danno tangibile.

La minaccia è considerata dalla giurisprudenza come reato contro la libertà individuale e trova incidenza non soltanto nel libero agire dei cittadini comuni, ma soprattutto nelle scelte dei dipendenti della PA, comprese Forze Armate e autorità giudiziaria, delle figure istituzionali del paese.

La minaccia per tipologia e casi aggravanti è descritta nell’Art. 339 del Codice Penale, che prevede una pena di massimo 1 anno di reclusione. Tuttavia, viene anche precisato che le pene aumentano al crescere della gravità del delitto, poiché se la violenza è compiuta da più di 5 persone anche senza uso di armi, la pena può tramutarsi in carcere da 3 a 15 anni.

La gravità della minaccia e il ruolo del giudice

La gravità del reato di minaccia non ha un parametro oggettivo, viene anzi stabilita dalla situazione e soprattutto dall’interpretazione che ne ricava la Corte. La situazione di minaccia con scritto anonimo, ad esempio, può essere diversamente grave se a scopo di estorsione o di intimidazione.

Il giudice dovrà anche considerare se la minaccia sia stata compiuta in nome di una o più associazioni segrete, dalla criminalità organizzata, oppure da un singolo soggetto. La forza intimidatrice, infatti, cambierà anche a seconda di chi commette il reato.

Al di là di casi gravi, può esservi anche un reato di minaccia più lieve punibile con una multa fino a 1032 euro. In questi casi non sarà il Tribunale a comminare la pena e valutare la gravità del reato, ma sarà sufficiente il Giudice di Pace, più adatto a gestire controversie per reati di entità ridotta.

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# Reato

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