Qual è l’unico Paese di Eurolandia con outlook negativo?

Luca Fiore

27 Luglio 2019 - 12:59

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S&P Global Ratings ha pubblicato uno studio sull’andamento dei rating sovrani europei. Nella Zona Euro c’è un solo Paese il cui merito di credito ha prospettive negative.

Qual è l’unico Paese di Eurolandia con outlook negativo?

S&P Global Ratings ha pubblicato uno studio sull’andamento dei rating sovrani in Europa. Tre giudizi sovrani presentano prospettive positive (Grecia, Malta e Spagna), quindi per il futuro del Paese si prevedono condizioni migliori o uguali a quelle correnti, mentre quattro Paesi hanno un outlook negativo (le isole Guernsey e Jersey, il Regno Unito e l’Italia).

Tralasciano i tre Paesi che subiranno l’onda d’urto della Brexit (probabilmente senza un accordo con Bruxelles), il nostro è l’unico Paese che presenta un outlook negativo.

S&P: Brexit rappresenta serio rischio per UK

“Continuiamo a ritenere che anche una Brexit con accordo rappresenti un rischio per le prospettive di crescita del Regno Unito, per le valutazioni degli asset, per la bilancia dei pagamenti, per le finanze pubbliche e, non ultimo, per l’impatto che potrà avere sull’export di servizi”, si legge nello studio di S&P.

“Di conseguenza il rating ‘AA’ del Regno Unito ha prospettive negative”.

S&P: questo l’unico Paese di Eurolandia con outlook negativo

“Dopo aver vinto le elezioni parlamentari del marzo 2018, l’attuale coalizione di governo ha velocemente congelato le modeste iniziative di riforma e sfidato la Commissione Europea”, rileva l’agenzia a proposito del nostro Paese.

Il debito pubblico italiano è denominato in euro, una valuta che nessuno stato membro dell’Unione Monetaria può svalutare unilateralmente. “Questo significa che l’Italia, come tutti gli altri paesi della Zona Euro, non ha la stessa flessibilità per ridurre il peso reale del suo debito pubblico rispetto a paesi che hanno il controllo della propria valuta”.

Di conseguenza, “la sostenibilità del debito dipende molto di più dalla capacità dei paesi membri di crescere in termini reali rispetto ai loro pari al di fuori dell’area della moneta unica”.

Dal 2010 l’economia italiana è cresciuta solo dello 0,6% in termini reali, contro il 10,6% per l’intera area Euro.

S&P: le cause della debolezza italiana

“La crescita debole e l’incapacità dei policymaker di affrontare la questione spiegano le prospettive negative per il rating italiano”.

Ma perché la crescita in Italia è stata così bassa?

“In primo luogo, i prestiti bancari hanno subìto un forte rallentamento a partire dal 2010. In secondo luogo, la propensione del settore privato italiano al risparmio piuttosto che all’investimento è diventata ancora più marcata”.

Anche se l’economia italiana è molto più ricca di quella greca, “le rigidità che caratterizzano il mercato del lavoro e il tessuto produttivo sono simili e frenano l’ingresso di nuovi attori e gli investimenti, con un impatto negativo sulla crescita”.

S&P: stime per i prossimi anni

L’agenzia stima che l’economia ristagnerà nel 2019 prima di riprendersi l’anno prossimo (0,6%).

“A nostro avviso, questo non è uno scenario da crisi del debito pubblico” anche se in uno scenario alternativo in cui i policymaker “perseguano soluzioni non ortodosse - come l’introduzione di una valuta parallela o di misure di bilancio senza copertura finanziaria, per eludere i vincoli fiscali stabiliti dai trattati UE - l’adesione dell’Italia all’area Euro potrebbe essere messa in discussione”.

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